FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA
28^ EDIZIONE, SETTEMBRE/DICEMBRE 2019
SACRALITÀ DEL PROFANO IL GENIO BAROCCO DEL MAESTRO VENEZIANO ANTONIO LOTTI AL CENTRO DEL SECONDO CONCERTO DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA A PORDENONE: GIOVEDI’ 31 OTTOBRE, NEL DUOMO S. MARCO DI PORDENONE ALLE 20.45, IN SCENA IL “REQUIEM” DI LOTTI PER SOLI, ORGANO E ORCHESTRA, UNA PARTITURA MAESTOSA E INSIEME FANTASIOSA DELLO STORICO MAESTRO DI CAPPELLA DELLA BASILICA DI S. MARCO A VENEZIA. PROTAGONISTI L’ENSEMBLE VOCALE CANTORIA SINE NOMINA, CON L’ENSEMBLE STRUMENTALE LABIRINTI ARMONICI, VIOLINO CONCERTATORE ANDREA FERRONI, DIRIGE CARLO ANDROLLO.

E’ dedicato ad Antonio Lotti, l’organista e compositore veneziano che fu Maestro di Cappella alla Basilica San Marco di Venezia, il secondo concerto in cartellone per la XXVIII edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra promosso da PEC, Presenza e Cultura, e da CICP, Centro Iniziative Culturali Pordenone in sinergia con la Regione Friuli Venezia Giulia, diretto dai Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai, sostenuto da Comune di Pordenone, Electrolux, Bcc Pordenonese e Diocesi di Concordia Pordenone. Giovedì 31 ottobre alle 20.45 nel Duomo Concattedrale San Marco a Pordenone, in scena il Requiem in Fa maggiore per coro, soli, organo e orchestra affidato all’interpretazione della Cantoria Sine Nomine e dell’Ensemble Labirinti Armonici, violino concertatore Andrea Ferroni, direttore Carlo Andriollo. Antonio Lotti è stato uno dei maggiori esponenti dell’ultima fase del barocco veneziano, ormai vicino al classicismo. Il Requiem proposto a Pordenone in coproduzione e partenariato con il Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, è una vasta pagina musicale in cui rifulgono le qualità di un musicista che, al culmine dell’età barocca, mostra tutta la propria sapienza contrappuntistica. L’ingresso al concerto è aperto gratuitamente, info www.centroculturapordenone.it/pec
La partiture di Lotti ci riporta all’idioma tardo barocco, riecheggiando alcuni brani vocali sacri di Vivaldi, caratterizzandosi per un Dies irae molto esteso con le trombe smorzate, il fervore declamatorio e i ritmi “minacciosi”. Non è chiaro se l’opera sia stata scritta per Venezia o per Dresda, dove Lotti rimase per un paio di anni tra il 1717 e il 1719. La partitura è ricca di gesti teatrali, ha una polifonia morbida e un’armonia calorosamente seducente, spicca l’intervento dei due violoncelli soli, dominate dalla sensuale melodia dell’oboe solo. La spigolosità contrappuntistica dell’Allegro, che bene esprime la cifra compositiva di Lotti, culmina nei movimenti ispirati a movimenti di danza, ricchi di fascino melodico e timbrico. Il Requiem sarà integrato dall’esecuzione del Concerto grosso op.3 n.2 in si bemolle maggiore di Händel. Ma andiamo ad approfondire gli esecutori di questo originalissimo ed elegante concerto: il Gruppo corale Cantoria Sine Nomine nasce nel 1994 a Castelnuovo (TN) per iniziativa di un gruppo di appassionati desiderosi di approfondire la conoscenza della polifonia classica e del canto gregoriano. Il complesso si compone di circa 30 elementi ed ha all’attivo un vasto repertorio di musiche di varie epoche e stili. L’associazione Labirinti Armonici nasce da una costola del Complesso Corelli con l’obiettivo di promuovere un certo tipo di “buona musica”, in particolare quella barocca collocata fra il 1600 e il 1750. L’Ensemble include Andrea Ferroni violino concertatore, Stefano Roveda, Andrea Marmolejo, Marta Peroni e Stefano Favretto violini, Andrea Albertani e Jennifer Gomez Vilar viole, Ivo Brigadoi e Gioele Gusberti violoncelli, Mauro Tomedi contrabbasso, Arrigo Pietrobon e Gregorio Carraro oboi, Giacomo Bezzi tromba, Nikos Betti organo, Pietro Prosser liuto. Punti cardine del progetto sono ricerca e studio filologico: il repertorio, sempre di piacevole ascolto, ricco di innumerevoli combinazioni di sonorità, viene proposto con organici sempre diversi e in continua trasformazione. L’utilizzo di strumenti antichi originali montati con corde di budello e di archetti barocchi e classici molto diversi da quelli moderni, insieme allo studio delle fonti giunte sino a noi, consente di avvicinarci molto al modo, al gusto, al sentimento interiore con cui i musici si esprimevano in epoche lontane. Oltre a tutto questo, elementi fondamentali rimangono, oggi come allora, la fantasia e l’improvvisazione, che rendono ogni esecuzione unica e speciale.

comunicato stampa