I CONFINI
ALLE RADICI DEL QUOTIDIANO

FESTIVAL MARAVEE

Sezione Etnografica – III edizione

Prima
Sabato 28 maggio 2022, ore 21.00
TOLMEZZO, Museo Carnico delle Arti Popolari “M Gortani”

Replica
Sabato 4 giugno 2022, ore 21.00
MALBORGHETTO, Museo Etnografico di Palazzo Veneziano

Drammaturgia e regia
Sabrina Zannier

Interpreti
Serena Di Blasio, Fabiano Fantini, Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino

Fonti orali registrate
Dino Matiz, Costante Petris, Giacomo Pinna,Carmen Romanin, Fiorino Unfer

Musiche e danze
Gruppo Folkloristico Val Resia

La Sezione Etnografica del Festival Maravee va in scena! Con lo spettacolo intitolato “I CONFINI alle radici del quotidiano”, in Prima a Tolmezzo sabato 28 maggio alle ore 21.00 al Museo Carnico delle Arti e della Tradizioni Popolari “M. Gortani”; e in replica a Malborghetto sabato 4 giugno, sempre alle 21.00, al Museo Etnografico di Palazzo Veneziano.

Dopo le escursioni con radiodramma lungo sentieri naturalistici e borghi storici, tenutisi nell’ambito dello stesso progetto, lo spettacolo apre ulteriori tragitti, restituendo l’intero percorso come un suggestivo viaggio alla scoperta del pluralismo culturale e sociale creatosi nell’Alto Friuli a seguito della mobilità dei confini lungo i secoli. Nato dalla ricerca storico-etnografica compiuta grazie alla collaborazione dei Musei coinvolti, e sfociato nella drammaturgia di Sabrina Zannier per quattro attori –  Serena Di Blasio, Fabiano Fantini, Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino – “I CONFINI alle radici del quotidiano” inscena la voce e l’anima dell’identità montana friulana. Approdando in cinque luoghi – da Timau a Forni Avoltri, da Malborghetto a Sauris e Resia – crea un sentito ponte fra il valore antico dell’oralità, la tecnologia e il linguaggio teatrale contemporanei che le rilanciano nel presente per il futuro.

“Nel corso della stesura drammaturgica – afferma Zannier – è scoppiata una guerra al centro dell’Europa. Non ho potuto non tenerne conto, soprattutto a fronte di un progetto che analizza territori in cui il confine è stato evidenziato in diversi periodi come elemento di separazione e costrizione. L’idea era di proporre un viaggio nel passato, partendo dalle sofferenze delle guerre che hanno elevato gli spazi geografici a oggetto di contesa, forzando con le linee di confine la separazione di popoli accomunati dalle proprie radici. Un viaggio che sfocia nella rivalsa di quelle stesse radici lungo i secoli, fino all’ottica europeista che trasla i confini in porte votate al dialogo. Un dialogo e un’apertura negati, però, proprio dall’attuale guerra tra Russia e Ucraina, conflitto che fa vacillare il rilancio dei valori contenuti nello scambio e nella fratellanza dei popoli; valori che lo spettacolo promuove partendo dalla stretta contemporaneità, tanto che il dialogo fra gli attori inizialmente contempla accuse e incomprensioni dettate dalla guerra in corso, che poi sfociano in intenti comuni”.

I CONFINI alle radici del quotidiano inscena il dialogo fra il passato e il presente, incarnati nelle figure e nelle voci degli attori Nicoletta Oscuro e Massimo Somaglino, interpreti di una coppia contemporanea, e di Serena Di Blasio e Fabiano Fantini, che incarnano invece una coppia antica, già passata ad altra vita.

Nella prima dello spettacolo a Tolmezzo, le due coppie sono separate in scena da un carro che sostiene i frutti della terra, a simboleggiare la permanenza dell’identità territoriale. Nella replica al Museo di Malborghetto, l’elemento scenico di separazione è invece il grande tiglio del parco. Metafora di secoli che scorrono su se stessi con sempre nuovi germogli, l’albero incarna il tempo fermo e al contempo mobile, dove passato e presente convivono. Il dialogo – a tratti arricchito dalle voci di Dino Matiz, Costante Petris, Giacomo Pinna, Carmen Romanin, Fiorino Unfer, le preziose fonti orali raccolte sul territorio  – si svolge così in una sorta di sospensione temporale, in cui la storia e la contemporaneità, i morti e i vivi sono posti sullo stesso piano. Tra dialoghi a quattro – tesi fra impegno, accuse e sottile ironia -, voci che giungono da altrove, musica e danza del Gruppo Folkloristico Val Resia, che chiude lo spettacolo innovando il passato nel presente e portando l’altrove nell’hic et nunc, affiorano le forze identitarie territoriali dell’Alto Friuli.

Un viaggio nel tempo, tra natura e cultura, voci del passato e punti di vista del presente futuribile – prodotto dall’Associazione culturale Maravee con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione FVG, il Partenariato e la collaborazione del Museo Gortani di Tolmezzo, Museo della Grande Guerra di Timau, Comuni di Forni Avoltri e Sauris, Comunità di Montagna Canal del Ferro e Val Canale, Comunità di Montagna della Carnia, Gruppo Folkloristico Val Resia, Coro Monte Canin ed Ente Friuli nel Mondo – I CONFINI alle radici del quotidiano srotola diverse tematiche. Dai sentieri naturalistici, che furono terreno di guerra, alla memoria delle portatrici che tesserono il filo quotidiano tra fronte e focolare domestico, approda all’architettura sostenibile e alla cultura alimentare dettata dalla filiera corta tra territorio e tavola; dalla singolarità di canti e danze, fino alla rinnovata relazione uomo/natura nelle simbologie di fiabe e leggende. Un viaggio che nella comunanza storico-geografica, plurilinguistica e multiculturale unisce i luoghi attraversati, ma rilevandone le profonde caratteristiche identitarie e singole tipicità.

Comunicato stampa