ÈSTORIA
FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA STORIA
XVIII EDIZIONE
FASCISMI
Gorizia, 27 – 29 maggio 2022
La XVIII edizione di èStoria, il Festival internazionale della Storia organizzato dall’Associazione culturale èStoria si svolgerà dal 27 al 29 maggio presso le principali sedi culturali del centro di Gorizia, dopo la parentesi dello scorso anno al Parco Basaglia luogo simbolico della città. Questi gli spazi interessati: il Teatro Comunale Giuseppe Verdi, la Sala Storica presso l’UGG Unione Ginnastica Goriziana, l’Aula Magna del Polo Santa Chiara – Università degli Studi di Udine a Gorizia, il Trgovski Dom, la Sala Dora Bassi, la Sala del Caminetto presso l’UGG Unione Ginnastica Goriziana, la Mediateca Ugo Casiraghi e i Giardini Pubblici per la mostra mercato Libringiardino.
Il tema scelto per questa edizione è Fascismi, con più di 200 ospiti protagonisti di circa 120 appuntamenti. Tra le sezioni del Festival si riconfermano èStoriaFVG, dedicata al territorio, èStoria Giovani, in collaborazione con Punto Giovani e Informagiovani e La Storia in Testa, dedicata alle novità editoriali e agli anniversari.
Sono trascorsi cent’anni da quando il Fascismo si è affermato in Italia come un vento prepotente che ha sferzato per vent’anni il Paese. Molto è stato documentato, scritto, filmato, elaborato riguardo al fenomeno e molti sono gli interrogativi ancora aperti. Il Festival èStoria di quest’anno intitolato Fascismi – e quindi proteso in uno sforzo comparativo – risponde a un anelito di conoscenza troppo spesso inquinato dalla lotta politica. “L’Italia è un paese che non ha mai fatto i conti con il fascismo” si dice spesso quando si vuole legare a tutti i costi l’esperienza mussoliniana con l’oggi, quasi che il Fascismo alberghi ancora, tale e quale, tra di noi. Simili semplificazioni, tipiche della cultura reazionaria, devono essere rifiutate e il Fascismo va analizzato in profondità nel tentativo di fare emergere un quadro più sfaccettato e complesso di quanto si è soliti fare.
L’interrogazione del passato fascista – italiano ed europeo – procederà in maniera rigorosa, scevra degli orpelli che un festival potrebbe esigere, in un percorso quasi geometrico con alla base le origini e, simmetricamente ai due lati, l’ascesa e la caduta. A Gorizia converrà un’intera generazione di studiosi che hanno scritto e stanno ancora lasciando un segno importante negli studi sui totalitarismi novecenteschi: la storia “parlata” del festival confermerà la sua vocazione didattica e scientifica, più che quella spettacolare, un’impronta di serietà su una stagione la cui importanza ci lascia ancora attoniti.
Moltissimi gli ospiti di fama internazionale, questi solo alcuni nomi: Hamed Abdel-Samad, Gregory Alegi, Alessandro Barbero, Mauro Canali, Victoria de Grazia, Francesco Filippi, Marcello Flores, Mimmo Franzinelli, Ernesto Galli della Loggia, Aristotle Kallis, Frédéric Le Moal, Michela Marzano, Giuseppe Parlato, Ben Pastor, Lorenzo Pavolini, Francesco Perfetti, Marco Revelli, David Riondino, Paola Salvatori, Michele Sarfatti, Vittorio Sgarbi, Thomas Weber, Helmut Wohnout.
Ci si interrogherà sulle circostanze storiche che hanno portato alla nascita del pensiero social-nazionale, come conseguenza dell’amalgama tra interventismo, nazionalismo e socialismo nell’incontro Le premesse politico-ideologiche del Fascismo con Marco Revelli e Francesco Perfetti coordinato da Georg Meyr. Un altro dei maggiori enigmi del fascismo è la sua trasformazione da movimento, se non filosemita, certamente non antisemita, alle leggi razziali del 1938: tema analizzato da molti importanti storici, non ultimo De Felice. Una questione dolorosa e ancora aperta, che si prolunga fino al presente, con le sue implicazioni: ne parlerà Michele Sarfatti.
Vittorio Sgarbi terrà una lezione sui rapporti tra il Futurismo e il movimento fascista, ma anche una disamina delle interessanti implicazioni artistiche e culturali di un regime che si dimostrò sempre attento all’arte, talvolta perfino con una tolleranza difficile da immaginare in una dittatura.
La cultura fascista si affrontata anche nell’incontro La cultura al tempo del Fascismo con Ernesto Galli della Loggia, Alessandra Tarquini e Marino Biondi, insieme ad Armando Torno.
Alessandro Barbero ci parlerà della ricaduta sul modo stesso di percepire la realtà e la società delle stragi della Grande Guerra: dagli anni del conflitto, uscì un’Europa profondamente cambiata, più incline ad accettare la violenza come strumento politico, meno disposta a credere nelle rassicuranti idee guida del XIX secolo. Una società pronta, paradossalmente, ad un’altra guerra.
Al rapporto tra donne e fascismo è dedicato l’incontro con Michela Marzano e Valeria Palumbo. La donna, durante il fascismo, ha coperto ruoli assai diversi: dalla madre di famiglia-fattrice all’ausiliaria repubblicana. Certamente, nella retorica virile del regime, la figura della donna è stata soprattutto umiliata e marginalizzata, sopportando il peso del sacrificio, senza condividerne neppure gli onori.
Grande spazio sarà dedicato a diverse figure legate ai fascismi. Ernesto Galli della Loggia e Mauro Canali parleranno del delitto Matteotti nell’incontro La svolta – Il delitto Matteotti. Un’analisi alla luce della più moderna storiografia dell’episodio che ha portato alla fine dell’esperienza del fascismo parlamentare, aprendo le porte al regime. Di Fascismo tra Croce e Gentile converseranno Michele Ciliberto e Armando Torno: Croce e Gentile rappresentarono il vertice del pensiero filosofico italiano, durante il Ventennio: due grandi pensatori con molte affinità, ma anche con differenze invalicabili nel rapportarsi con la dittatura di Mussolini.
Del Duce si discuterà nell’incontro La natura del duce, si esploreranno le ecologie politiche fasciste, ovvero le pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito ecologie, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al suo progetto politico. Dalla bonifica alla battaglia del grano, dall’autarchia alle politiche di tutela, dalle ecologie coloniali fasciste all’eredità del regime nel paesaggio contemporaneo. Intervengono Marco Armiero e Roberta Biasillo, coordina Valeria Palumbo.
Dedicato a La repubblica del Duce – 1943-45 l’incontro con Marcello Flores e Mimmo Franzinelli insieme a Roberto Roveda. Una completa analisi del periodo più buio e contraddittorio dell’intera esperienza fascista: dalla vendetta contro i firmatari dell’OdG Grandi fino al mito del ridotto valtellinese e alla resa dei conti finale. Una storia che, per certi versi, pare non essere davvero passata.
L’incontro con David Riondino, Beffe, sberleffi e dileggi: quando il Duce fa rima con “truce” è dedicato alla satira nei confronti del regime e della sua figura eponima, ha assunto vari aspetti e ha dovuto affrontare vari gradi di censura.
Con Mimmo Franzinelli si parlerà anche della storia dello squadrismo fascista, a partire dal biennio rosso, fino al neosquadrismo di Salò: un’analisi approfondita delle formazioni, della dinamica e della filosofia squadrista, attraverso eventi e personaggi chiave del mondo delle camicie nere.
Della marcia su Roma sentiremo parlare Emilio Gentile: la storia dell’episodio che divenne il mito fondante del fascismo, attraverso le parole di uno dei massimi studiosi del periodo fascista. La preparazione, gli obbiettivi, le incognite di un evento a tutti noto, ma non sempre davvero conosciuto.
L’incontro Mito e antimito della Repubblica di Salò con Roberto Chiarini e Paolo Pezzino coordinati da Tommaso Piffer, affronterà il tema della mitologia della morte e delle Termopili fasciste e, al contempo, la snaturalizzazione del fascismo in chiave filotedesca e il dramma della guerra civile: una pagina ancora non risolta della storia nazionale, visitata attraverso l’apporto epistemologico del mito.
Si affronterà anche il rapporto tra fascismo e nazionalsocialismo con Thomas Weber e Gustavo Corni insieme a Marco Cimmino. Un rapporto complesso e certamente controverso quello tra i due principali fascismi europei, con un avvicendarsi nel ruolo di modello politico tra i due regimi. Dato comune, un’ascesa al potere ottenuta attraverso lo strumento elettorale, oltre che, naturalmente, la matrice social-nazionale e quella reducistica.
Con Hamed Abdel-Samad e Andrea Bellavite si analizzeranno rapporti, talvolta pessimi e talvolta ottimi, che s’instaurarono tra fascismo e mondo islamico, che s’intensificarono nel periodo bellico, in chiave antibritannica. Come, del resto, in tutta Europa, anche nell’Islam sorsero movimenti di tipo fascista, che la storiografia ha sempre poco indagato.
In chiave locale, oltre all’incontro denominato Il Fascismo di confine con Marta Verginella, Anna Maria Vinci e Raoul Pupo, da sottolineare quello intitolato Su fronti contrapposti che vedrà confrontarsi due esponenti nazionali della destra e della sinistra italiana, Roberto Menia e Gianni Cuperlo, entrambi impegnati nella Trieste anni Settanta su fronti totalmente opposti fino allo scontro fisico. A moderare l’incontro Pietro Comelli, caporedattore de Il Piccolo a Gorizia.
Ancora una volta il compito di èStoria sarà quello di avvicinare ai grandi temi della storiografia un pubblico il più ampio e composito possibile spaziando nel tempo, su temi di grande rilevanza con un approccio multidisciplinare attento a quelli che sono i temi odierni.
È proprio in quest’ottica che, dopo il successo dello scorso anno della prima edizione, torna dal 23 al 29 maggio, èStoria Film Festival. Nata con il patrocinio di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con Kinemax, Hiša Filma – Palazzo del cinema e Kulturni Dom. In questa seconda edizione saranno proiettati: Novecento di Bernardo Bertolucci, Mussolini speaks di Robert Lowell, Sono tornato di Luca Miniero, Maïdan di Sergei Loznitsa, Donbass di Sergei Loznitsa, Il fascismo ordinario di Mikhail Romm, Tiro al piccione di Giuliano Montaldo, La macchina delle immagini di Alfredo C. di Roland Sejko, In Darkness di Agnieszka Holland, Der Sieg des Glaubens di Leni Riefenstahl, A Herdade di Tiago Guedes.
Oltre ai film segnaliamo l’incontro con Gian Piero Brunetta e Paolo Lughi: il fascismo si interessò molto alle nuove arti e, in particolare, al cinematografo, visto sia come strumento di propaganda che come elemento distrattivo e popolare. Questo non ebbe come unico esito i “telefoni bianchi”, ma portò anche alla ribalta un nuovo modo di interpretare la finzione cinematografica.
Premio èStoria per la divulgazione storica
Appuntamento con il Premio èStoria, un riconoscimento assegnato a chi svolge un ruolo di primo piano nel campo della divulgazione in Italia e all’estero: quest’anno verrà assegnato sabato 28
maggio alle ore 19.30 a Emilio Gentile, per aver dedicato la parte migliore e più imponente del suo lavoro di ricerca e interpretazione storiografica alla fenomenologia degli autoritarismi, e in particolare del fascismo italiano, di cui è il più autorevole esperto e per avere intrecciato al più alto livello l’indagine scientifica con l’afflato morale. Seguirà una conversazione con Georg Meyr.
Il Festival si avvale di due comitati scientifici, uno per il festival tradizionale, presieduto da Paolo Mieli, l’altro per il cinema, presieduto da Gian Piero Brunetta.
L’immagine che accompagnerà la XVIII edizione di èStoria, è stata realizzata da Joey Guidone artista di fama internazionale: “Ho individuato nel saluto romano il simbolo che ha legato visivamente le grandi dittature del ‘900, realizzando però un’illustrazione metaforica che non fosse direttamente esplicita. Un’adunata di braccia tese piegate dal vento del conformismo si estende a perdita d’occhio. L’unico elemento fuori dal coro è un uomo che procede a fatica controvento. La violenta tempesta della guerra è in arrivo”.
èStoria vanta il consolidato appoggio di importanti realtà pubbliche e private dell’area goriziana e regionale, come la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato al Turismo e Assessorato alla cultura, il Comune di Gorizia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, sponsor privati come Amga Hera, Coop Alleanza 3.0, CiviBank, Cassa Rurale FVG, Fondazione Osiride Brovedani, Ilcam e gli Amici di èStoria.
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Comunicato Stampa