Al Giovanni da Udine dopo un tempo interminabile di attesa (anni) ritornano gli Elio e le Storie Tese Band, sulle scene a partire dagli anni ‘80 nella nuova veste senza Rocco Tanica che dal 2016 ha abbandonato il gruppo. Sul palco tutta l’energia, il groove e l’empatia di una band che, pur proponendo pezzi tra l’ironico, il satirico e il sarcastico. si avvale di musicisti di altissimo livello che fanno letteralmente saltare sulle poltroncine del teatro anche il pubblico più abbottonato. L’outfit è total white con Elio in giacca e bermuda con tanto di reggi calze vintage. Spettacolo totalmente irreale, psichedelico, amarcord, moderno e affascinante nelle sue mille sfumature tra il sacro e il profano. Concerto da godersi fino all’ultima frequenza. Vere perle musicali di fattura sublime ed emozionante, dalla loro leggendaria hit il vitello dai piedi di balsa per proseguire con servi della gleba, super giovane, Pork & Cindy, Urna, introdotte dalla storica “La terra dei cachi”. Il meglio del meglio di Elio e le Storie tese una dopo l’altra come le ciliegie che non si vorrebbe finissero mai. Immancabili intermezzi dello storico Luca Mangoni che scende in pista con i suoi costumi e la sua verve incandescente fino a strappare la standing ovation.
Negli anni 80 i loro testi e le loro canzoni rappresentavano una “bomba “ sociale. Una vera e propria innovazione e, passatemi il temine, rivoluzione musicale. Testi ricchi di linguaggi colorati, di righi strampalati, di personaggi inventati e stravaganti il tutto con un contorno di sonorità e liriche da leccarsi i piedi di balsa.
“Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo” è un viaggio nel repertorio storico della band, un escursus musical artistico che lega idealmente due periodi storici: il primo (anni ‘80) in un paese (l’Italia) forse più disincantato e leggero, il secondo quello attuale, più difficile, complicato, soffocato e stereotipato… molto stereotipato. Un susseguirsi di prose e citazioni recitate da ciascun componente della band che con spericolata ironia legano ogni brano a quell’indimenticabile energia comica di sempre, che ben si mescola ad arrangiamenti e virtuosismi strumentali (tutti sublimi). Elio e le Storie Tese ci trasportano, ci avvolgono, ci travolgono con la loro inconfondibile simpatia unita ad una irrefrenabile e positiva follia e il frontman calca il palco con ineguagliabile mestiere e atteggiamento tra l’ironico, l’iconico, il disincantato e il dissacrante, forse un po’ contenuto rispetto agli albori ma pur sempre Elio.
Indubbiamente possiamo affermare che la band rappresenta uno spaccato innovativo e rivoluzionario della musica italiana dei tempi moderni.
Usciamo dal Giovanni da Udine felici di aver ritrovato e riascoltato una delle Band storiche del panorama italiano che conta… e canta e suona da gran signora!
© Maurizio Cum per instArt