Lockdown. Un fermo immagine: piazze, strade, cortili deserti. Noi esseri umani chiusi dentro e la Natura finalmente libera fuori, per settimane. Una libertà che ha regalato agli animali, in pochissimo tempo, sicurezza e coraggio di riprendersi gli spazi che per troppo tempo hanno dovuto evitare (gli animali selvatici) o condividere con l’umano padrone.
Girato immediatamente prima dell’arrivo della Pandemia il videoclip denuncia l’egoismo dell’uomo che ha rubato alla natura il suo spazio, soffocandone l’esistenza.
I gatti, animali tra i più simbolicamente legati all’idea di libertà, è confinato nelle case, o nei gattili, perché l’uomo non li vuole vedere in giro. L’uomo sfreccia sull’asfalto perché è la SUA strada, l’uomo non si ferma perché NON ha tempo. E il gatto si ritrova a lottare, resistere, doversi sottomettere, soffrire, morire, per poter avere ciò che resta di un bosco, un albero sotto il quale riposare, aria, terra, acqua, cibo. La lotta più pericolosa non è con il lupo, con il cinghiale o con la iena, ma con l’uomo egoista e ingannatore, che con una mano accarezza e con l’altra soffoca.
Comunicato Stampa