Don Chisciotte è uno spettacolo teatrale prodotto da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo con Alessio Boni e Marcello Prayer, che qui firmano anche la regia con Roberto Aldorasi, Serra Yilmaz, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico e Nicolò Diana nel ruolo di Ronzinante, mentre l’adattamento è di Francesco Niccolini.

Lo spettacolo è andato in scena, presso il Teatro Comunale di Monfalcone, il 22 e 23 gennaio 2020. Don Chisciotte è un opera di Miguel De Cervantes pubblicata tra il 1606 e il 1615 che narra le avventure di Alonso Quijano, nobile in decadenza che, avendo divorato i romanzi epico- cavallereschi, parte per le sue avventure con il nome di Don Chisciotte accompagnato dal fido Sancho Panza.

Considerato il più influente romanzo della letteratura spagnola, nonché primo romanzo moderno, Don Chisciotte si pone come parodia di tutta quella letteratura che abitava stantia nei palazzi della nobiltà e quindi di un intero immaginario collettivo facendolo scontrare inevitabilmente con la realtà del proprio tempo.

Cos’è la realtà? Sembra chiedersi Cervantes, ed è questa la prima domanda che bisogna porsi quando ci si approccia a quest’opera, perché è importante non solo per la stessa, ma anche per la sua fortuna nei secoli a venire.

Questa domanda, che nel romanzo è portatrice di follia, è il motore che dà inizio a tutta la vicenda lasciando spazio ad una dialettica dell’ironia e del ridicolo che permea quasi tutto lo spettacolo; non solo ma, essendo letteratura che parla di letteratura, oltre a rientrare in pieno regime di autoreferenzialità e quindi generare una narrazione che si sviluppa su più livelli, dà vita ad un’altra dialettica, quella tra realtà e finzione che garantisce la dimensione di letteratura come gioco; tutto questo lo fa appartenere a pieno titolo al filone del romanzo picaresco.

Un altro aspetto dell’opera da non sottovalutare è senz’altro quello della critica sociale: emblematico, in questo senso, è lo scherzo organizzato dalla tronfia e superficiale nobiltà ai danni di Alonso e Sancho, ma anche l’attenzione all’aspetto venale da parte dello stesso Sancho, in barba a tutti gli alti valori cavallereschi.

Questa commistione di fattori ha fatto si che la sua struttura fosse studiata e presa in prestito dalla cultura novecentesca con alcune tra le teorie più interessanti e le realizzazioni artistiche più complesse spaziando dalla filosofia alla musica, al cinema e addirittura ai fumetti, non solo ma venendo accostato alle grandi utopie per i valori che traspone, Don Chisciotte diventa un simbolo, un archetipo, insomma, un mito; e forse è questo il senso dell’ultima scena, quando Alonso si risveglia in un ospedale moderno: Don Chisciotte, colui che tutti credevano pazzo e che tutti prendevano in giro sopravvive, travalicando tempo e spazio.

instArt 2020 / Nicola Bertone ©

foto di scena: Lucia De Luise – courtesy Teatro Comunale Monfalcone