Sì, ad un certo punto si mette a piovere. Beh.. chissene (gergo giovanile). È un bel concerto! C’è una grande artista italiana sul palco circondata da altrettanto bravi artisti. Ci sono luci sfavillanti e un mega display in background che manda textures meravigliose e immagini con colori vivissimi. E la sua voce, diciamolo pure, unica, tutta italiana con sfumature black. Giorgia inizia il suo spettacolo alle 21.30 precise. Le tasche piene di sassi (Jovanotti cover) invade l’abbraccio delle esedre della Villa friulana più famosa e riceve l’ovazione del numeroso pubblico presente. Il pop italiano, quello che ha fatto la storia degli anni ’80/’90 e che continua ancora a creare musica, irrompe in un viaggio senza tempo tra canzoni note e quelle che cercano uno spiraglio in questo nuovo pop-style loopizzato che si sta diffondendo e radicando sempre più nelle nuove generazioni. Naturalmente, per soggettivo attaccamento generazionale e per ciò che vedo dalla risposta del pubblico, la vecchia corrente compositiva attecchisce molto più di quella nuova. Quel bisogno di cantare insieme una melodia riconoscibile rispetto ad una mitraglia di frasi filosofiche che si disperdono velocemente (spesso condite da “colorite metafore” come dice Spock nel film di Star Trek Rotta verso la terra), c’è ancora. E allora cantando i suoi successi mixati a qualche cover riarrangiata di autori importanti come Pino Daniele, Eurythmics, Jovanotti, Whitney Houston – che poi elenco in fondo a questa recensione per i più affezionati alla scaletta – si comprende la capacità di alcune canzoni, che hanno fatto la storia della carriera di Giorgia e della musica italiana, di farsi cantare. Tutti, me compreso, le intoniamo insieme a Lei che estende la sua voce fino a note dove solo lei, Celine Dion, Mariah Carey e la compianta Whitney Houston – alla quale dedicherà un coro a cappella e la canzone di chiusura “I will always love you” – possono arrivare, ma senza sfrontatezza, senza tirarsela in poche parole, solo ed esclusivamente per dote naturale. Quella voce che le ha fatto vincere San Remo nel 1995, che l’ha portata a collaborare con i più grandi artisti italiani e stranieri con 20 album pubblicati e una carriera costellata di successi, si libra nell’aria con una miriade di giochi, tra dolcezza e aggressività, tra falsetti e soli, note brevi e note lunghissime ed intonate dall’inizio alla fine che ad “ho una certa età”, dice lei, non è poco. Scale melodiche veloci e lente dove si trova a suo agio contrariamente a quelle per scendere dal palco di cui ha il terrore. Scherza con la pioggia che poco dopo metà concerto fa il suo ingresso trionfale, ma non smette di inCantare. In tutto questo, il calore di Villa Manin cancella le gocce che ormai fanno parte dello spettacolo. A metà concerto, per un po’ di fitness popolare, il batterista DJ spara alcune chicche del funky anni ’80 più bello e non c’è anima che non si muova. Durante il concerto Lei ringrazia più volte tutti i presenti per essere rimasti lì ad ascoltarla fino alla fine, e lo fa più volte, ma sinceramente non credo passi neanche per l’anticamera del cervello di nessuno la possibilità di perdere una sola nota del suo concerto per qualche goccia. Brava Giorgia, brava a ricordarci che la musica va al di là di tutto e ci aiuta a condividere le esperienze di vita nel bene e nel male, attraverso i versi di una canzone da cantare insieme, perché no, anche sotto la pioggia.
Questo è il Pop Heart Tour 2019 di Giorgia a Villa Manin di Passariano grazie ad Azalea che ci ha portato qui, come sempre fa da anni, il meglio della musica mondiale e nazionale. I bravissimi musicisti sul palco con Giorgia erano Sonny Thompson al basso, Mylious Johnson alla batteria e dj set, Jacopo Carlini al pianoforte, Fabio Visocchi alle tastiere e la marchigiana Anna Greta Giannotti alla chitarra (un assolo di chitarra con effetto tornado sulla lunga chioma) per concludere con i coristi Diana Winter e Andrea Faustini. E questo l’elenco delle canzoni che ha fatto per 2 ore di concerto. Le tasche piene di sassi (Jovanotti), Io fra tanti, Scelgo ancora te, Sweet Dreams (Eurythmics), Quando una stella muore, È l’amore che conta, Come neve, Dune mosse (Zucchero), I feel love (Donna Summer cover), Il mio giorno migliore, La mia stanza, Ain’t nobody (a cappella), E poi, Come saprei, Strano il mio destino, Un amore da favola, Girasole/Tra dire e fare, Di sole e d’azzurro, Non mi ami, Vivi davvero, Stay (Rihanna), Credo, L’essenziale (Marco Mengoni cover), Oronero, Anima (Pino Daniele cover), Tu mi porti su, I will always love you (Dolly Parton cover)
© Massimo Cum per instArt