Va bene si, lo ammetto! Quando un concerto ti mette in pace con il mondo della musica qualsiasi sia il suo genere, il resto passa in secondo piano. E questo Sig. Gianni Morandi, classe ’44, eterno giovane, due ore e mezza di performance che ha attraversato tutta la sua storia musicale con le sue indimenticabili canzoni, continua a interpretare nuovi brani, a muoversi sul palco, inginocchiarsi, scherzare con il pubblico e con i suoi musicisti, come non fossero passati 60 anni dai suoi primi vocalizzi in pubblico. Una simpatia che fa parte forse di altri tempi, visto quello che si vede ultimamente sui palchi delle grandi star tra gestualità e turpiloquio. L’eleganza non ha pari. Grande interprete, raffinato come pochi, coinvolge il pubblico presente nella splendida cornice di VIlla Manin di Passariano, con le sue canzoni senza tempo e con i suoi interventi brevi e giocosi. Amministra il suo riverbero naturale con grande maestria, suo talento da sempre. La sua genuinità e voglia di divertisti e di divertire è pura energia per i presenti. Dice quello che pensa con semplicità, senza esagerare. La sua passione nel fare musica come interprete o come autore è inequivocabile. Il suo d’amore d’autore è un viaggio tra le vecchie e nuove contaminazioni con autori come Giuliano dei Negramaro, Fossati, Elisa per citarne solo alcuni, unite equilibratamente ai suoi successi di una vita. Il concerto vola tra canzoni che mettono allegria e altre che commuovono mentre ricorda l’amico Lucio con il grande brano Caruso. In somma nonostante qualche goccia di pioggia che ha suscitato ire tra la platea per gli ombrelli aperti che naturalmente coprivano la visuale (magari un bel poncho se minaccia pioggia, toglie il pensiero), tutto scorre molto leggero come la musica suonata. Quasi non ci si accorge del tempo che vola, molto lungo per uno che ha 73 anni, troppo breve per uno spettacolo quando piace tanto. Se vogliamo parlare di musica, armonie, accordi, assoli, musicisti, luci e tutto il motore di un concerto, il livello qui è indubbiamente alto, ma il suono che arriva a me non è eccezionale, sembra caratterizzato da molti medi con una spruzzata di bassi qua e là e un via vai di volume che non comprendo. Non ne conosco il motivo e quindi mi limito a riportare ciò che sento, sicuro che qualcosa deve aver creato il problema, perché al mixer c’è sicuramente qualcuno che sa il fatto suo in termini di gestione delle frequenze, di solito è così. Cantano tutti, compresi due molto giovani davanti a me che amabilmente si sgolano al medley anni ’60. Al terzo brano il Sig. Morandi non può fare a meno di dire “mandi” cercando di capirne il significato aiutato dal pubblico. Si ricorda che il suo ultimo concerto nella nostra regione era stato trent’anni fa. Me lo ricordo anche io perché c’ero allo Stadio Friuli in veste di ascoltatore. Durante il concerto da spazio, da gran signore, ai tre vocalist che lo accompagnano. I musicisti sono tanti. Alberto Paderni alla batteria, Mattia Bigi al basso, Alessandro Magri alle tastiere, Lele Leonari e Elia Garutti alla chitarra, Simone D’Eusanio al violino, Francesco Montisano al sax, Lisa Manara e Augusta Trebeschi ai cori e lead vocals. I brani? Ve ne cito alcuni alla rinfusa. Occhi di ragazza, Vita, Caruso, Fatti mandare dalla mamma, In ginocchio da te (con “ahia” incluso all’atto della genuflessione), C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, Una vita che ti sogno, La fisarmonica, Non son degno di te, Dobbiamo fare luce, Se perdo anche te, Banane e lampone, Si può dare di più, Un mondo d’amore e tante altre. Nella sua carriera i brani interpretati sono circa 600. Lo dice anche lui che il suo è un “concerto d’amore” come anche lo stesso titolo del tour non lascia alcun dubbio. Infatti ce n’è bisogno, Sig. Morandi, di questo Amore. Amore per la vita. per il prossimo e per la musica di qualsiasi genere, che ci unisce sempre. Grazie al suo concerto d’amore nemmeno il temporale ha avuto ragione dei tanti accorsi ad ascoltarla. Grazie a lei, agli organizzatori, Azalea nel nostro caso, per averci concesso la possibilità di esserci e di poterne riassumere la cronaca.
© Massimo Cum per instArt