STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Dal 27 settembre al 22 dicembre 2024

4° Concerto
Venerdì 18 ottobre 2024 ore 19.30
Direttore ENRICO CALESSO
Violino GIUSEPPE GIBBONI
PROGRAMMA
RICHARD WAGNER
Tristan-Vorspiel und Isoldes Liebestod dall’opera Tristan und Isolde
FERRUCCIO BUSONI
Concerto in re magg. per violino e orchestra op. 35a, KV 243
RICHARD STRAUSS
Don Juan, poema sinfonico op. 20
Tod und Verklärung, poema sinfonico op. 24
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Con il Direttore Musicale Stabile Enrico Calesso sul podio inizia nella stagione sinfonica il percorso che riporterà l’opera di Wagner in una delle sue più importanti e storiche case italiane, il Teatro Verdi di Trieste, a marzo con L’Olandese Volante; a seguire l’omaggio al celebre cittadino triestino Ferruccio Busoni nel centenario della morte con il giovane Premio Paganini Giuseppe Gibboni al violino; infine due poemi sinfonici di Richard Strauss con in finale Tod und Verklärung che chiude il cerchio di Amore e Morte aperto dal Tristano iniziale, per una serata di grande impatto emotivo ed evocativo perfetta per il suono e la vocazione artistica dell’Orchestra del teatro.Trieste è una città che si fa giustamente vanto di non dimenticare la propria storia, le proprie tradizioni ed in sintesi la propria identità unica nel panorama europeo. In questa prospettiva il ritorno di Wagner in teatro è un tassello importante, così come la frequentazione assidua del Novecento mitteleuropeo da cui è impossibile prescindere nelle memorie al futuro di Trieste, città musicalissima.

Di particolare rilievo ed importanza, dunque, in questa prospettiva l’appuntamento del 18 ottobre per il quarto concerto sinfonico, che prelude di lì a poche settimane all’apertura della stagione lirica con Traviata sempre diretta da Enrico Calesso.

Il programma del 18 si apre con il Tristan-Vorspiel und Isoldes Liebestod dall’opera Tristan und Isolde di Wagner, vero cavallo di battaglia del nostro Direttore Musicale, più volte premiato in area di lingua tedesca per le sue interpretazioni wagneriane. Con esso si entra subito in una serata dedicata alle riflessioni in musica e parola sull’eterno tema di Amore e Morte, insanabile conflitto tra impulso vitale e indifferenza della natura, a cui Wagner cercò una soluzione nella Verklärung, trasfigurazione, incarnata per lui proprio dal Liebestod. Quella soluzione viene quindi sviluppata in chiusura della serata per Ringkomposition dalla terza Tondichtung – poema sinfonico – di Richard Strauss, Tod und Verklärung di cui Strauss scriveva: “mi venne in mente l’idea di rappresentare musicalmente in un poema sinfonico i momenti che precedono la morte di un uomo, la cui vita fosse stata un continuo tendere ai supremi ideali: un tale uomo è per eccellenza l’artista». La trasfigurazione di ascendenza wagneriana è qui preceduta dal Don Juan, cronologicamente di un solo anno ad essa precedente ed unanimemente considerata l’opera in cui Strauss si libera completamente dall’influenza antiwagneriana del padre, corno dell’orchestra di Monaco e ostinato conservatore, nonché dei suoi maestri, passando da giovane e talentuoso classicista a maturo innovatore, benché solo ventiquattrenne.

Nel cuore di questo serratissimo e compatto dialogo tra Wagner ed il suo illustre epigono su uno dei temi fondanti l’identità filosofica dell’Occidente, si inserisce l’omaggio ad uno dei più eccellenti cittadini di Trieste nel centenario dalla morte, omaggio dovuto per un teatro che affaccia sulla casa giovanile di Busoni al Tergesteo e per una città che vide il suo debutto di concertista a soli sette anni, prima di divenire un personaggio centrale nella cultura musicale e non solo del Novecento, tanto da essere citato da Elias Canetti nel fortunato romanzo biografico La Lingua Salvata. Il Concerto in re maggiore per Violino e Orchestra ci presenta dunque un Busoni trentenne nel cuore della sua straordinaria carriera pianistica, che dedica quest’opera di coerente nuovo classicismo al virtuoso del violino Petri, a sua volta allievo di Joachim, quindi con chiaro omaggio a Brahms e al suo celebre concerto per violino, che è di certo opera guida di questo concerto busoniano.

Commenta così questo importante impaginato il Direttore Musicale Enrico Calesso: “La composizione del Tristan costituisce una svolta epocale nella storia della musica colta dell’Occidente. Esplorando in modo radicale le possibilità intrinseche del sistema tonale e sviluppando in modo rivoluzionario il rapporto strutturale tra consonanza e dissonanza Wagner pone le basi per quell’emancipazione dalla tonalità che apre le porte della modernità e del Novecento. In questo processo di trasfigurazione egli rivoluziona anche la percezione psicologica del discorso musicale, rendendo ineluttabile il nuovo sentire tipico del post romanticismo. Nei due poemi sinfonici del programma Richard Strauss raccoglie questa eredità e ne amplia ulteriormente la portata, agendo in particolare sulla giustapposizione di tonalità diverse e lontane e modulazioni estreme – iniziando un percorso compositivo che avrà il suo culmine nella sua Elektra. Anche Ferruccio Busoni fa suoi questi principi compositivi, ritenendo non conclusa l’esperienza di indagine di tutte le possibilità espressive del sistema tonale.”

E mentre è confermato che la campagna abbonamenti alla stagione sinfonica ha visto quest’anno un incremento del 10% rispetto al 2023, pensando al futuro il Sovrintendente Giuliano Polo sottolinea che “Anche le richieste per gli abbonamenti alla stagione d’opera stanno aumentando quest’anno e la campagna è ancora aperta per un paio di settimane, quindi mentre noi lavoriamo alacremente per rendere il teatro sempre più accogliente in una direzione veramente europea, invito tutti a considerare la stagione ventura come un appuntamento per la città da non mancare”

comunicato stampa