Sarà a disposizione del pubblico domani, sabato 16 luglio, nell’ambito di una Colazione con l’Artista, in programma a Gradisca d’Isonzo (ore 10,a Pasticceria Rossana) l’artista sloveno Boris Beja, noto per la cifra espressiva multidisciplinare che riunisce scultura, disegno, collage e fotografia, e per l’impegno creativo sul fronte sociale. Le sue opere, esposte in molte personali e collettive in tutta Europa, sono anche parte della famosa collezione artistica di Luciano Benetton, Imago Mundi. Boris Beja è stato protagonista questi giorni di una nuova residenza d’autore programmata in sinergia con il progetto AMI dal Festival di Arte contemporanea B#Side the River Festival, promosso da IoDeposito per la direzione artistica di Chiara Isadora Artico. Aspetto peculiare della ricerca di Beja è stato l’incontro con i lavoratori dei cantieri navali Alto Adriatico di Monfalcone e Friulinossidabile di Talmassons: insieme a loro ha preso vita l’opera “Sailing this way”, ispirata alle suggestioni della navigazione e alle imbarcazioni che solcano le acque del Mare Adriatico. Uno storytelling di questa esperienza sarà proposto nella Colazione con l’Artista programmata domattina, alle quale potrà liberamente partecipare il pubblico, i posti possono essere riservati scrivendo a prenotazioni@iodeposito.org
B#Side the River Festival attraverso le residenze degli artisti attiva forme di creazione collettiva, seguendo un processo partecipativo e inclusivo. È quanto ha fatto in questa settimana Boris Beja, lavorando in sinergia con il Maritime Technology Cluster FVG, attraverso workshop e sessioni collettive dedicate alle tecniche di decorazione delle ceramiche con una forma che richiama quella delle barche: le ceramiche sono state frantumate per poi essere ricostruite in modo “artistico”, e dipinte utilizzando anche del sale. Il tema è infatti quello della distruzione e ricostruzione continua, attraverso un lavoro di restauro/ricostruzione tipico del settore navale. La ceramica, inoltre, imprime all’opera materica una caratteristica inconfondibile emblema della capacità umana, ovvero la capacità di plasmare il materiale. In questo caso l’atto collettivo e condiviso è stato anche evocativo della storia del territorio, nei secoli caratterizzata da distruzioni e ricostruzioni, da una rinascita sulle rovine delle guerre e da nuove ripartenze dopo il disinvestimento industriale post-bellico e le catastrofi naturali. Boris Beja fonde così l’arte della ceramica, alla laboriosità e operosità delle genti del territorio.
Info https://www.bsidewar.org/it/home-it/
Comunicato stampa