Emozionante! La grande musica leggera italiana si è impadronita dell’Allianz Dome di Trieste davanti ad un pubblico delle grandi occasioni e alla fine incredulo, dopo cinquant’anni di attesa, di fronte ad un grandissimo spettacolo che lo ha fatto viaggiare per 3 ore nella musica senza tempo di un grande artista con una carriera iniziata nel 1964. Claudio Baglioni dopo una laringite che lo ha costretto a rimandare il concerto del 4 aprile e uno sfiorato secondo rinvio per mancanza di personale, si è esibito regalando tutta la sua energia in ogni brano eseguito dall’inizio fino alla fine del concerto. Un palco di 90 metri quadrati circa di forma quadrata, sovrastato dalle americane addobbate di luci, monitor e sub. Un quadrato a volte animato al centro con meccanismi che alzano la pedana dove lui è “Al Centro”. Agli angoli del quadrato è circondato dai musicisti (circa 30). 5 bravissime vocalist, 2 batterie, percussioni, strumenti ad arco, fiati, chitarre a gogo, basso, tastiere, xilofoni, insomma, una vera e propria orchestra. Sul palco intorno a lui una trentina di bravissimi ballerini e funamboli che hanno reso lo spettacolo perfetto, giovani e professionisti. Tanti anche i giovani sugli spalti, che non hanno resistito e hanno cantato una dopo l’altra – insieme ad un pubblico con una età media sulla quale scherza anche lo stesso Baglioni a fine concerto – le canzoni che fanno parte della storia della musica italiana, rapiti dalla grande maestria degli arrangiamenti adattati ai tempi moderni e dai testi, poesie ricche di fotografie d’emozione. Il rimbombo c’è, in effetti è un concerto più da stadio che da palazzetto, ma la tecnica dei fonici ha ridotto al minimo lo scempio. Sono le 21. Inizia lo show con l’intro di Questo Piccolo Grande Amore e non finisce neanche il brano che l’ovazione è già iniziata. Sarà così per tutta la durata della performance. Lui gira sui quattro lati e canta, saluta, suona, balla, mentre i fan urlano il suo nome con quanto fiato hanno in corpo. Porta Portese, Amore bello, Viva l’Inghilterra, Io me ne andrei, E tu, Poster, Sabato Pomeriggio (Passerotto non andare via), Quante volte, Solo, e avanti con, Un po’ di più, E tu come stai, I vecchi, Via, Strada facendo, Avrai, Note di notte, Ragazze dell’est, Mille giorni di te e di me, Io sono qui, E adesso la pubblicità, per citarne alcuni perché è un concerto lungo, lunghissimo, tutto d’un fiato. Forse ci mancano un po’ Signora Lia e Fotografie, ma sarà per la prossima volta. Claudio non fa una piega, se non verso il finire di questa meravigliosa serata di Pasquetta, diversa e intensa come quelle da ricordare per sempre, senza barriere, fatta di ricordi e di emozioni che la sua musica porta insieme a sè. Incredibile quando sprigiona la famosa nota lunga in Mille giorni di te e di me, dopo aver tirato per due ore e passa ad una età dove le note purtroppo iniziano a calare. Il pubblico c’è e basta un suo cenno e si cantata a squarciagola senza ritegno all’Allianz Dome. Alla fine non c’è nessuno che pretende il bis perché è appagato dal tutto, che è più di quello che ci si poteva immaginare. Una vita artistica condensata in tre ore di musica che lui ha donato a noi e, nonostante questo, è lui a ringraziarci per la gentilezza che abbiamo avuto nel donare il nostro tempo a lui in questa particolare serata. Un “Signore”, c’è poco da girarci intorno! Tutta la musica è emozione ma questa è stata proprio un’indimenticabile Notte di Note! Grazie a Claudio Baglioni e Zenith che ci hanno permesso di raccontarvela.
© Massimo Cum per instArt