Carmen Consoli è senza dubbio una delle cantautrici italiane dotate di maggior talento, grazie soprattutto a quel timbro vocale caldo inconfondibile che la contraddistingue. Sono trascorsi tanti anni dai tempi degli esordi e dal grande successo riscosso dall’artista catanese nel 1997 con il brano Confusa e felice. E pensare che la sua partecipazione a Sanremo fu una specie di fiasco: l’ennesima dimostrazione che spesso la qualità artistica e i risultati dei Festival sono elementi che non possono andare d’accordo. Anzi, l’insuccesso di Sanremo (vedi Vasco Rossi e Zucchero, tanto per citare gli esempi più eclatanti) pare quasi indispensabile per assicurarsi una carriera lunga e feconda.
La sua discografia annovera 9 album in studio, 3 live e diverse collaborazioni che l’hanno portata a ricevere diversi riconoscimenti, tra i quali una Targa Tenco per il migliore album. Il concerto di Gradisca d’Isonzo (per Euritmica, nell’ambito di Onde Mediterranee Festival in collaborazione con Azalea) è carico di aspettative, considerata anche la formula scelta: un duo con Marina Rei alla batteria e alla voce. L’arena del castello di Gradisca è una cornice perfetta, di grande bellezza architettonica.
Il concerto inizia con Amore di plastica, un brano che in forma acustica acquista un fascino particolare. Da subito l’artista catanese – giuliana (più volte racconterà le sue origini e accennerà a storie di famiglia) mette in risalto la sua tecnica chitarristica di ottimo livello, raffinata, contraddistinta da accordi dissonanti e soluzioni sonore mai scontate. L’esibizione continua con In bianco e nero, Parole di burro (molto bella), Fiori d’arancio (bellissima questa versione chitarra e voce) e Volevo fare la rock star, quest’ultima annunciata in modo autoironico come l’autobiografia di una “scimunita”.
Marina Rei entra in scena e il concerto assume un tono più elettrico con l’energica Per niente stanca: Ho superato anche l’inverno / Ed ho pregato a lungo / Ho superato anche l’inverno / Ed ho cantato a lungo / E non sono per niente stanca. La seconda voce di Marina Rei, la sua batteria e l’uso degli effetti da parte di Carmen Consoli creano sonorità eclettiche e affascinamenti. Seguono altri brani, tra i quali Besame Giuda, dove la cantantessa si definisce donna con la D maiuscola, mediamente isterica.
Marina Rei su una base di batteria recita Donna che parla in fretta: Sono la donna vendetta / Sono la donna inventiva / Sono la donna invettiva / Io so come urlare, io so come cantare / Sono una donna che parla in fretta, che parla in fretta / Io so come urlare, io so come cantare / Sono una donna che parla in fretta. Il concerto non perde mai ritmo e prosegue tra duetti (parlati e cantati) di Marina e Carmen, un pezzo scritto assieme e canzoni celebri come L’ultimo bacio, Contessa miseria e Confusa e felice. Il bis è affidato a Blunotte e A’Finestra, che porta un po’ di sicilianità nel sound di Carmen Consoli molto più influenzato da generi provenienti dall’Oltremanica.
Possiamo dire che il percorso artistico di Carmen Consoli è senz’altro in crescita. La cantantessa non si limita, come tanti altri colleghi e colleghe a riproporre I successi del passato in chiave nostalgica, ma effettua una rivisitazione conferendo alle canzoni una veste più intima e nello stesso tempo molto energica. Il numeroso pubblico ha dimostrato di apprezzare dalla prima all’ultima nota lo spettacolo: Marina Rei e Carmen Consoli al termine dei bis hanno salutato a lungo I fans accorsi, è stato proprio un bel concerto.
Foto di Luca Valenta per InstArt