Bugge Wesseltoft – Henrik Schwarz, Pasquale Mirra – Hamid Drake a Jazz & Wine of Peace 2022: Terapia di coppia
Va rimarcato il coraggio del Circolo Controtempo di proporre per le edizioni di Jazz and Wine of Peace artisti che esulano in parte dal jazz, o lo ripropongono in declinazioni non ortodosse. Nell’edizione 2022 è toccato a Bugge Wesseltoft, pianista norvegese di origine classica ed al tedesco Henrik Schwarz, DJ e produttore dalle tante e multiformi collaborazioni, rappresentare la scommessa più ardita del festival. La coppia ha calcato il palco del Teatro Comunale di Cormons per presentare il loro secondo lavoro insieme (Duo II), che cerca di unire due mondi apparentemente incompatibili come la musica classica e l’elettronica. Questo matriomonio non è certo inedito. Nel 1972 Klaus Schulze solcava lo spazio profondo con una “sinfonia quadrifonica per orchestra e macchine elettroniche” che si chiamava Irrlicht, ponendo le basi per certa musica cosmica. Molti anni dopo, nel 2008, il DJ techno Carl Craig licenziava ReComposed su etichetta Deutsche Grammophon, mentre Promises nel 2020 a firma Floating Points con London Symphony Orchestra e Pharoah Sanders, univa mirabilmente musica elettronica, classica e jazz. Certo, per fare un buon matrimonio musicale bisogna che il progetto abbia un senso e faccia combaciare in maniera creativa le diverse istanze, se questo non accade forse è il caso che la coppia si dedichi ad altri incontri e progetti: quello che nel linguaggio comune delle coppie affettive è il classico “restiamo amici”. E nulla più. Il set presentato nella sera di sabato 22 ottobre a Cormons ha suffragato quest’ultima ipotesi. Wesseltoft ha un tocco classico e produce un pianismo melodico e delicato, che non sembra adattarsi alle soluzioni proposte dal collega Schwarz, che fuori dal dancefloor sembra quasi spaesato. Quest’ultimo infatti ha prodotto pattern ritmici che non sempre accompagnavano a dovere i virtuosismi del norvegese. Tra l’altro il DJ tedesco non ha dato prova di fantasia nel proporre le sue basi elettroniche, limitandosi a tracciare linee ritmiche non particolarmente accattivanti e non aggiungendo con il suo PC suoni e campionamenti. Solo quando i ritmi sono diventati incalzanti, la cassa dritta della techno ha portato vitalità alla performance mentre in quei momenti Wesseltoft limitava la gamma dei suoni prodotti dal piano e dalle tastiere. Ci saremmo francamente aspettati di più, ma credo che comunque gli organizzatori debbano provare a portare commistioni “altre” nella rassegna.
Continuando a parlare di coppie, uno degli eventi più attesi erano Binker e Moses, degni alfieri del Nu Jazz britannico, ma problemi logistici li hanno tenuti lontani da Cormons. Al loro posto gli organizzatori hanno organizzato in tempo record per la serata di venerdì 21 ottobre il concerto di Pasquale Mirra ed Hamid Drake, apprezzati e prolifici artisti jazz, autori dli svariati progetti e collaborazioni. Sul palco del teatro di Cormons la coppia ha dato prova di capacità strumentali elevate e tra loro diverse allo stesso tempo. Mirra infatti è un vibrafonista che crea mondi sonori affascinanti con il suo strumento, ma anche con percussioni varie, dalle quali estrae suoni singolari e creativi. Drake è invece un batterista che produce poliritmi e variazioni che mandano in delirio il pubblico, ma che, secondo me, non sempre hanno il necessario tasso di fantasia per interagire con Mirra. I due si intendono bene quando i brani si fanno strutturati su una melodia creata dall’italiano, ma quando si passa all’improvvisazione sembra che uno tolga spazio all’altro. Si avverte nella coppia ogni tanto una sorta di incomunicabilità. Non so quale possa essere la soluzione a questo problema, ma forse è stato lo stesso Drake a fornirla, quando ad un certo punto si è messo a decantare l’amicizia che lo lega a Mirra. Come si diceva prima, proprio l’amicizia …..
Daniele Paolitti – instArt 2022 ©