L’intento della serata era chiaro fin dal titolo “Arturo racconta Brachetti”. Non uno spettacolo di trasformismo e magia “one man show” ma semplicemente un talk in cui l’artista piemontese decide di raccontarsi al pubblico in maniera diretta e sincera provando così a soddisfare le infinite curiosità dei suoi tantissimi fans. Un appuntamento della rassegna “Udine Vola 2020″, organizzata da Zenit Srl in collaborazione con il Comune di Udine, la Regione Friuli Venezia Giulia e Promoturismo Fvg, inclusa nel calendario eventi di Udine Estate e Udine Sotto le Stelle.
Comprensibile comunque la delusione che avrà provato chi si aspettava qualcosa di diverso avendo in passato avuto almeno un’occasione di assistere a uno show live dello straordinario artista dal ciuffo magico, capace di fare sognare e divertire platee di ogni età. Di tutto lo straordinario repertorio di Brachetti nel talk, condotto in forma d’intervista, è rimasta solo qualche pillola: il delizioso numero del cappello, le incredibili ombre cinesi e la meravigliosa arte di disegnare con la sabbia (i segni dello Zodiaco). Nelle pieghe del racconto una spazio speciale è stato dedicato a Paolo Poli, del quale, senza ricorrere all’arte del trasformismo, Arturo ha proposto una perfetta e assai godibile imitazione.
Tra storie personali e qualche aneddoto, foto di famiglia e brevi filmati, Brachetti si è raccontato al pubblico ripercorrendo quel lungo viaggio artistico che lo ha reso un autentico maestro di trasformismo (il più veloce al mondo pare!). La forma confidenziale e garbata della narrazione ha reso la serata assai godibile soprattutto per chi ha potuto così soddisfare molte curiosità. Un Arturo senza maschera, senza trucchi e costumi, che ci ha invitato a usare di più la fantasia perché “è la realtà immaginata che ci rende più felici”.
A 63 anni Brachetti ha ancora voglia di stupire come conferma l’anteprima del nuovo progetto nato al tempo del look down coronavirus: un omaggio a Fabrizio De Andrè attraverso una libera interpretazione de “La guerra di Piero”, uno dei pezzi più amati del cantautore genovese.
Il finale con una cascata di papaveri rossi, una piccola magia che ravviva la notte udinese lasciando spazio al caloroso applauso tributato dal pubblico (almeno da quello che comunque ha apprezzato) per una performance dal gusto televisivo e decisamente minimalista.
Arturo Brachetti però è molto, molto di più. Per ritrovarlo in quella che è la sua cifra stilistica più amata, basterà attendere il ritorno in città con lo show “Solo” che, dopo la sospensione del tour nella scorsa stagione teatrale per i noti motivi sanitari, approderà al teatro Nuovo di Udine nei prossimi mesi.
Rita Bragagnolo © instArt