È appena finito il concerto di Andrea Braido nell’Auditorium Zanon di Udine, dove entrando in platea si respira ancora aria di tempi passati dove l’ambiente si riempiva di nuove idee musicali e formazioni del contesto cittadino e non solo, che bramavano quel palco dalla posizione bassa fronte pubblico, quasi a replicare quella classica degli anfiteatri greci e poi romani, dove non c’era ancora l’amplificazione se non quella naturale, ma l’acustica risultava comunque perfetta. Questa sera, tra quelle sedie rosse, il trio di Andrea Braido ha avvolto di note importanti il pubblico accorso ad ascoltare uno tra i più grandi chitarristi italiani dei nostri tempi. Un dono naturale quello di Braido, cresciuto da autodidatta tra le bacchette di una batteria per poi cadere nell’oblio delle sei corde di un plettro e tanti dischi come base di studio, che lo portano oggi a suonare qualsiasi genere musicale, affrontando il jazz, il fusion, il rock, il pop dei grandi della storia della musica come ad esempio Coltrane, Benson, Hendrix, Vasco, Pausini con un invidiabile ventaglio di approcci musicali eseguiti da una innaturale naturalezza. Si comprende già dalle prime note dove si può spingere la sua capacità. Non solo cover ma anche brani che lui stesso ha composto suonando tutti gli strumenti, ispirandosi a questi grandi compositori, proposti in trio con i suoi compagni di viaggio Folco Fedele (batteria) e Yazan Greselin (alle tastiere). Brani dal minutaggio elevato ma straordinariamente equilibrati negli interventi dei vari strumenti. Non ci si stanca ad ascoltare il loro collage ritmico e melodico, i soli, i sincronismi che impreziosiscono i brani rendendoli meno monotoni e piacevolmente ascoltabili, sia nelle performance creative firmate Andrea Braido, sia nelle cover. Così per la prima metà del concerto il pubblico ha apprezzato a suon di fragorosi applausi il viaggio proposto da Braido, che aggiunge qualche cameo al microfono di una vita vissuta tra palco e quotidianità. Nella seconda metà, un Alessio Velliscig in forma smagliante canta molto Hendrix, supportato dal trio delle meraviglie. Il suo timbro che spazia da note profonde ad altissime, si fonde alle armonie originali regalate dal trio, creando un tributo di elevata qualità al sommo chitarrista e compositore statunitense del rock psichedelico. Un concerto a due metà fanno così uno intero memorabile per intensità, per talento, per semplicità nella perfezione, per coinvolgimento e condivisione come la musica può offrire nella sua classica manifestazione fisica. Un gran bel concerto che si aggiunge a quelli passati e ai prossimi per una stagione di Note Nuove che lascia un’altra volta il segno di una gestione fatta da chi di musica ne sa e ne vuole parlare anche a quel giovane mondo che naviga a vista e che ha bisogno forse solo di una bussola per trovare una nuova direzione creativa. Grazie a Euritmica, a Note Nuove, a Braido, Folco e Yazan, a Giancarlo e Alessio Velliscig, all’Auditorium Zanon, per averci dato l’opportunità di poter raccontare un altro bellissimo concerto nella nostra amata città di Udine. Siamo pronti per il prossimo appuntamento di Note Nuove con un altro grande della musica italiana…

© Massimo Cum per instArt