Finisce una delle più belle pagine della musica italiana in questo tour di addio alle scene per Umberto Tozzi. Lignano lo accoglie all’Alpe Arena dove sono in tanti a voler trascorrere le sue canzoni insieme a lui. E allora via alla carrellata infinita di successi famosi non solo in Italia, cantati con quella voce che a volte non ce la fa più ma alla quale tutto si perdona. Un artista che si presenta vestito di bianco dalla testa ai piedi, con gli immancabili occhiali da sole e quel suo grazieeee a fine canzone che fa parte della sua storia come i ritornelli delle sue canzoni. Il palco e totalmente riempito di strumenti e musicisti. Una vera e propria super band con due chitarre, batteria, tastiere e una ensemble di archi e fiati pronti a dare tutto quanto per mescolarsi allo stile pop rock che padroneggia in ogni brano. Viaggia veloce tra i suoi successi come Gloria, Ti amo, Notte rosa, Si può dare di più, Gli altri siamo noi, Qualcosa qualcuno, Stella stai e tante tante altre. C’è spazio anche per due brani dell’album che uscirà, di cui uno dedicato ad una bambina, “che adesso è in paradiso” (cit. Umberto Tozzi), che lo ha sensibilizzato alla donazione del midollo osseo, dal titolo Vento d’Aprile. Il dialogo non è proprio il suo forte, ma le canzoni si… sono fatte proprio di quella leggerezza descritta dal duo Colapesce e Dimartino nel loro tormentone pop. Cantano e cantiamo perchè in fondo è quello che vogliamo fare ascoltando veloci e lenti come quando ci scatenavano o ci facevamo cullare in coppia, durante i festini di tanti anni fa. Già, gli anni passano in men che non si dica e se mi fermo a contarli poi mi passa la voglia di cantare, ma anche qui l’antidoto alla malinconia Tozzi fa effetto subito. Il pubblico seduto partecipa per tre quarti di concerto in modo composto ma verso la fine del concerto si scatena in posizione eretta sotto il palco, per condividere con gli artisti gli ultimi giri di giostra. Umberto Tozzi ogni tanto lancia plettri al pubblico come gadget per ricordare l’evento, ma il suo regalo più grande sono e restano le sue canzoni senza tempo. Non usa aforismi inutili, non fa retorica pubblica, non usa metafore ostinate, parla semplicemente di amore nel bene e nel male, di vita quotidiana, con parole che chiunque può ripetere senza impazzire per capirne il significato, quello che poi è o dovrebbe essere la musica leggera, semplicemente semplice. Scorrono così due ore di spettacolo dal ritmo travolgente, retti in modo superlativo da uno che ne conta settantadue di anni, compiuti da poco. Un bel viaggio, suonato e cantato egregiamente, un malinconico ciao e grazieee finale in una storia musicale italiana che ci ha dato tanto e che adesso lascia spazio alle nuove generazioni che probabilmente faranno un interpolazione o un sampling per rilanciare le hit tra qualche decennio… o anche meno. Grazie a Umberto Tozzi per aver speso la sua vita artistica a farci cantare e ballare, grazie ad Azalea che mantiene sempre un profilo alto nelle sue proposte e che ci fa entrare ai concerti per raccontarveli, e visto che sembra sia l’ultimo tour di Tozzi, se vi capita andate a passare due ore di sana spensieratezza cantando le sue canzoni, altrimenti poi le riascolterete nella versione con le parolacce che vanno tanto di moda!
© Massimo Cum per instArt