Il 4 luglio, a Festintenda (apertura cancelli alle 19.00, concerto alle 22.00) è la serata della star mondiale del reggae.
Dopo il suo concerto all’ultimo Rototom Sunsplash di Osoppo del 2009 ritorna in regione il grande Alborosie. Tra l’altro, proprio a Chiasiellis (Mortegliano) il più che noto cantante siciliano di origine (Alberto D’Ascola all’anagrafe), ma oramai da più di vent’anni giamaicano a tutti gli effetti, festeggerà sia il suo compleanno, che la prima data ufficiale di un lunghissimo Legendary Tour che lo vedrà protagonista sui palchi dei principali festival di ben dodici paesi europei (ed il 19 agosto sarà a Benicassim al Rototom in Spagna con un progetto originalissimo) per tre mesi con la sua storica band The Schengen Clan.
Tra l’altro è sicuramente l’anno dei festeggiamenti, perché anche Festintenda è giunta alla sua quarantesima edizione e prima e dopo il concerto di Alborosie a far danzare il pubblico di appassionati ci saranno i friulani Northern Lights Sound System che a loro volta festeggeranno i 25 anni di carriera e la capacità di far ballare in tutto il mondo con serate e clash al fulmicotone.
Ad Alborosie abbiamo posto alcune domande.
La tua ultima presenza in provincia di Udine, al Rototom Sunsplash, è del 2009: ma ricordo uno straordinario concerto del luglio 1999 con i Reggae National Tickets al Camping Girasole … qual è insomma per te, siciliano di origine ma oramai giamaicano di adozione il rapporto con il Friuli-Venezia Giulia?
Il Friuli Venezia Giulia ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. Ricordo con affetto il concerto del 1999 con i Reggae National Tickets al Camping Grasole. Era un periodo magico, pieno di energia e connessioni autentiche con il pubblico. Nonostante la mia trasformazione e adozione della cultura giamaicana, il mio legame con l’Italia, e in particolare con regioni come il Friuli, rimane forte. Ogni volta che torno lì, sento l’accoglienza calorosa e l’amore del pubblico, che mi fanno sentire come a casa.
Il 4 luglio a Festintenda di Mortegliano, tra l’altro, festeggerai il compleanno nella prima data di un lungo e meraviglioso tour internazionale…
Sì, il 4 luglio sarà una data speciale per me, non solo perché festeggerò il mio compleanno, ma anche perché darà inizio a un tour internazionale che toccherà molti paesi. Questo tour rappresenta un viaggio musicale che ripercorre tutta la mia carriera, dai miei inizi fino ad oggi. Sarà un’opportunità per condividere con i fan le mie nuove canzoni e per rivisitare i grandi successi che hanno segnato il mio percorso artistico. Non vedo l’ora di esibirmi di nuovo in Italia e di sentire l’energia del pubblico friulano.
Una carriera incredibile che in poco più di venti anni fa ti ha portato al successo mondiale, frutto sicuramente di coraggio e voglia di mettersi in gioco…
Ci sono stati diversi momenti cruciali nella mia carriera. Uno dei più significativi è stato sicuramente il mio trasferimento in Giamaica. Questo passo ha segnato una svolta non solo musicale, ma anche personale. L’incontro e la collaborazione con artisti giamaicani mi hanno permesso di crescere e di trovare il mio vero suono. Un altro momento importante è stato il rilascio di album come “Escape from Babylon” e “Soul Pirate”, che hanno consolidato la mia presenza sulla scena internazionale. Ogni concerto, ogni collaborazione, ogni viaggio ha contribuito a formare l’artista che sono oggi.
Nonostante aver adottato la lingua inglese nella tua produzione, ogni tanto torni alla tua lingua madre e non disdegni da tempo la collaborazione con artisti italiani, ultima in ordine cronologico quella con Piero Pelù…
È vero, nonostante la mia produzione sia principalmente in inglese, amo tornare alle mie radici italiane. La collaborazione con Piero Pelù è stata fantastica, un incontro di energie e stili diversi che ha prodotto qualcosa di unico. Collaborare con artisti italiani mi permette di esplorare nuove sonorità e di mantenere viva la connessione con la mia terra d’origine. Ricordo con piacere anche le collaborazioni con Jovanotti, Elisa, Neffa, Caparezza, Après La Classe e altri artisti italiani che hanno arricchito il mio percorso musicale.
Tu sei anche uno straordinario produttore; come vedi oggi le nuove generazioni del reggae? Ce la possono fare con il dilagare di tanti generi musicali più “facili”? C’è ancora spazio per la protesta?
Le nuove generazioni del reggae hanno un potenziale incredibile. Anche se il panorama musicale è molto competitivo e dominato da generi più commerciali, credo fermamente che il reggae abbia ancora molto da dire. La musica reggae ha sempre avuto un forte legame con la protesta e la lotta per i diritti, e questo spirito è ancora vivo. Vedo giovani artisti che portano avanti questo messaggio con passione e autenticità. La chiave è rimanere fedeli alle proprie radici e continuare a innovare, senza perdere di vista il cuore del reggae: l’amore, la pace e la giustizia sociale.