La 7a edizione del progetto Mind the Gap (Spazio35 e Visionario di Udine dal 28 ottobre al 26 novembre) intitolata “Intorno al gesto”
ARTISTI DA TUTTO IL MONDO PER RIPENSARE PRECONCETTI E SFATARE PREGIUDIZI
Il progetto avviato da Altreforme nel segno di Franco Basaglia espone i lavori
di cinque artisti internazionali le cui opere sono state ospitate nelle principali istituzioni d’arte contemporanea mondiale. Ricco anche il programma di attività collaterali all’esposizione
Arte e cultura possono diventare un dispositivo per coinvolgere, assieme ai luoghi, il sistema di relazioni che questi stessi luoghi ospitano. Così pensava Franco Basaglia nel dare il via alla sua rivoluzione terapeutica, e sociale, per la dismissione dei manicomi diventata poi legge nel lontano 1978.
E sarà ancora una volta il binomio arte e cultura al centro della settima edizione di Mind the Gap, progetto dedicato alle arti visive, avviato da Altreforme nel 2017 e promosso in collaborazione con diverse realtà culturali e istituzionali della regione. I termini “mind” (mente) e “gap” (divario, differenza), puntano l’attenzione sulla diversità come valore culturale e impiega l’arte contemporanea per ripensare preconcetti e sfatare pregiudizi.
«Il progetto Mind the gap, dedicato a Basaglia – spiega la presidente di Altreforme, Augusta Eniti, , durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi, 18 ottobre, al Visionario di Udine e alla quale ha portato i saluti dell’amministrazione comunale di Udine l’assessora alle Politiche Giovanili e Pari Opportunità, Arianna Facchini –, nasce con due obiettivi principali: da un lato fare ricerca sulle pratiche artistiche contemporanee e dall’altro rendere porosi gli steccati tra discipline, aprendo spazi di riflessione comuni sulle questioni che sono appannaggio di tutti. Oggi abbiamo specializzazioni culturali alte, che nessuno di noi può frequentare tranquillamente, ma ciò che si è perduto è il senso unitario della cultura. In questo senso l’arte è un dispositivo straordinario, è parte attiva di un’impresa comune, poiché ha un carattere eminentemente formativo».
Intorno al gesto
Curato da Giada Centazzo, Lorenzo Lazzari, “Mind the Gap”, vedrà la partecipazione di cinque artisti internazionali, provenienti da ogni parte del mondo e selezionati per il loro modo di ibridare i generi artistici e per l’elaborazione culturale intorno alle questioni che attraversano il nostro tempo. Protagonisti della mostra visitabile dal 28 ottobre al 26 novembre allo Spazio35 (via Caterina, 6) e al Visionario (via Asquini, 33), saranno il franco-statunitense Éric Baudelaire, l’italiano Francesco Bertocco, la svizzera Anouk Chambaz, l’albanese ma residente negli Usa Silvi Naçi e, infine, la belga Eva Giolo.
L’edizione 2021 di Mind the Gap s’intitola “Intorno al gesto” e focalizza la sua attenzione sull’esplorazione video e film della gestualità.
«Come sappiamo – chiariscono i curatori –, il nostro corpo non è materia inscalfibile, viene indelebilmente segnato non solo dal trascorrere del tempo, bensì anche dai modelli culturali, sociali ed economici nei quali è immerso. Ciò implica che il corpo è un attore nel senso dell’etimo, cioè prende parte attiva e diretta a ciò che accade, è il mezzo attraverso il quale il soggetto si situa nel mondo. Il corpo è il margine o bordo dell’essere in comune, profondamente relazionale in una costante dinamica tra io e noi e in questo senso anche profondamente politico».
Le opere in mostra
Ed è proprio in questa commistione di significati portati dal gesto che si muovono le opere presentate in questo progetto espositivo di Éric Baudelaire, Francesco Bertocco, Anouk Chambaz, Eva Giolo e Silvi Naçi, tutti artisti i cui lavori sono stati ospitati dalle principali istituzioni d’arte contemporanea mondiale, dal Centre Pompidou di Parigi al Museo del Novecento di Milano, dal Contemporary Jewish Museum di San Francisco (Usa) alla Biennale di Venezia, solo per citarne alcuni.
Il video di Baudelaire, intitolato [Sic.] evidenzia la violenza e l’arbitrarietà che possono scaturire da un gesto di censura – in questo caso di sottrazione figurativa – interrogandosi non tanto sulla natura di ciò che è rimosso, quanto sulla “risignificazione” che un’immagine danneggiata porta con sé.
Con diverse sfumature, le opere di Chambaz (La mia risata è una cascata)e Naçi (Actions That Make My Hands Hurt, opera presentata per la prima volta in Italia) prendono invece una posizione femminista nella quale i gesti rappresentati invitano a riflettere sull’arcaica violenza subita dalle donne, ma anche sull’esistenza di una loro continua resistenza collettiva.
L’opera di Bertocco (Figura, uno studio su La Classe Morta di Tadeusz Kantor) si incentra sulla gestualità peculiare e connotata di attori in un contesto performativo. Si tratta di pose, movenze, segni che rispondono a un codice, quello teatrale, ma messi in scacco dall’osservazione documentaristica cui l’artista li sottopone, nella particolare liminalità tra realtà e inscenamento che il video mette in quadro.
L’assoluta ordinarietà e pregnanza dei gesti quotidiani sono, infine, protagonisti del lavoro di Giolo intitolato The Demands of Ordinary Devotion. Azioni consuete, a volte rituali, forse automatizzate, vocaboli di un lessico che racchiude la vita di ogni giorno, inquadrati dalla macchina da presa – sorta di lente d’ingrandimento – fino a raggiungere una statura quasi eroica.
Attività collaterali
Diverse le attività collaterali alla mostra. Oltre ai cinque artisti presenti, infatti verrà realizzato un laboratorio artistico partecipativo curato da Rachele D’Osualdo per l’Associazione Etrarte e condotto dall’artista sloveno residente a Londra Enej Gala con gli studenti dell’ENFAP di Gorizia. Ma non solo, perché anche per questa edizione in collaborazione con i partner, oltre alle visite guidate, sono previsti incontri pubblici, laboratori video e percorsi formativi che coinvolgeranno gli studenti della scuola secondaria di I grado E. Bellavitis (laboratorio tenuto da Cristian Natoli) e del Liceo Caterina Percoto a Udine (laboratorio tenuto da Andrea Trincardi e Augusta Eniti di Altreforme).
Si comincia già il 19 ottobre alle 18 alla Mediateca di Cinemazero di Pordenone (palazzo Badini viale Mazzini, 2) con la presentazione pubblica del progetto in terra pordenonese (il 10 novembre anche all’Università Iuav di Venezia).
Il 3 novembre alle 18, poi, a Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine sarà organizzato un incontro pubblico con la presenza dell’artista Anouk Chambaz che presenterà il suo ultimo progetto artistico “La mia risata è una cascata”.
Date, orari e partner
Come detto, la mostra sarà inaugurata il 28 ottobre alle 18.30 e rimarrà aperta fino al 26 novembre, da martedì a venerdì dalle 15 alle 19 e sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 presso lo Spazio 35 e al Visionario dalle 16 alle ore 21, tutti i giorni. L’iniziativa è co-organizzata con il Centro per le Arti Visive e Centro Espressioni Cinematografiche di Udine.
Mind the Gap è un progetto realizzato con il sostegno e il patrocinio della Regione, Io sono Friuli Venezia Giulia, Comune di Udine, Fondazione Friuli, Fondazione Pietro Pittini, Lega delle Cooperative del Friuli Venezia Giulia, AssiFriuli Group, Ater Azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Udine, Boato International, Spa di Monfalcone, Università Iuav di Venezia e Movies – Moving Images Art, Università degli Studi di Udine. Vede inoltre come partner Adriatico Book Club, Aracon, Cooperativa Sociale, Associazione Etrarte, Agorè, Associazione di Promozione Sociale, Centro Espressioni Cinematografiche C.E.C, Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Liceo “Caterina Percoto, Young for fun.
comunicato stampa