Fa molto caldo ad Osage County, Oklahoma, Midwest americano. È un agosto torrido e la calura rende ancora più soffocante il panorama vuoto e piatto delle grandi pianure.

In una casa in mezzo al nulla vive la famiglia Weston: Beverly il padre poeta alcolizzato e la matriarca Violet malata e dipendente dai farmaci. Tre figlie, una sola delle quali vive ancora nella contea per aiutare i genitori. La sparizione e il suicidio del padre costringono la famiglia a riunirsi per il funerale e scatenano una girandola di recriminazioni e litigi a scuotere le fragili dinamiche del gruppo.

È ‘Agosto ad Osage County’ la cui prima versione italiana è approdata al Teatro Giovanni da Udine in una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale per la regia di Filippo Dini.

Tratto da una pièce teatrale di Tracy Letts dal titolo ‘August-Osage County’ andata in scena per la prima volta nel 2007, è divenuto un film di grande successo nel 2013 interpretato tra gli altri da Meryl Streep nei panni di Violet e Julia Roberts in quelli della figlia Barbara. Nella prima versione italiana, oltre a Filippo Dini, nei panni della perfida Violet c’è un’ottima Anna Bonaiuto e in quelli che furono di Julia Roberts un altrettanto brava Manuela Mandracchia.

Bugie, segreti, recriminazioni, accuse reciproche: quella che all’apparenza è una tradizionale e borghese famiglia americana si rivela un covo di rancore e frustrazione. Violet la madre malata e tossicodipendente scarica tutta la sua perfidia e le sue sconfitte addosso alle tre figlie, in particolare a Barbara brutale lei stessa nel modo in cui si relaziona con il marito Bill dal quale si sta sparando, con la figlia adolescente e con le sorelle. Violet è gretta, meschina e attaccata al denaro, Barbara è forte nel cercare di prendere in mano le redini della sconclusionata famiglia ma si scontra con una realtà troppo cruda anche per lei. Ivy la sorella rimasta ad aiutare i genitori si innamora del cugino Charles, preso di mira per la sua goffaggine, che si scopre essere suo fratello di sangue. Karen la terza sorella frivola ed egocentrica si presenta con il fidanzato che viene scoperto a molestare la giovane figlia di Barbara. Donne apparentemente forti ma segnate dalla durezza della vita in una famiglia disfunzionale. Sorelle che quasi non si conoscono. Gli uomini di casa sembrano più passivi nella girandola di cattiverie che si riversano addosso madre e figlie e sorella e sorella.

Nel giorno del funerale, attorno alla tavola si ritroveranno tutti assieme tra accuse reciproche e ciniche battute, ma sarà per l’ultima volta. Uno per uno se ne andranno disgustati. Bill se ne va per primo con la figlia di Barbara. Karen parte con il fidanzato molestatore che decide di accettare per evitare di restare sola; Ivy scioccata dalla scoperta che il fidanzato è in realtà suo fratello decide di partire ugualmente con lui. Anche Barbara se ne andrà, dopo essersi resa conto che la madre sarebbe stata in grado di salvare il padre dal suicidio se lo avesse voluto e se fosse stata sobria. Violet rimarrà sola e probabilmente i componenti della famiglia non si troveranno più.

Belle le scenografie, una stanza grigia si trasforma attraverso una serie di quinte mobili nei vari ambienti della grande casa dell’Oklahoma.

‘Agosto ad Osage County’ è una commedia cinica con al centro il dramma di rapporti familiari in cui il non detto diventa impossibile da gestire, in cui crudezza e tensione la fanno da padrone ma in cui non mancano anche sprazzi ironici in grado di strappare una risata, anche se amara, al pubblico in sala.

Laura Fedrigo