AD ATTIMIS
SI INAUGURANO DUE MOSTRE SULLA ZONA LIBERA DEL FRIULI ORIENTALE
Il vernissage si svolgerà venerdì 18 ottobre, nel castello di Partistagno. Le due esposizioni potranno essere visitate fino al 10 novembre. L’iniziativa rientra nel programma per l’ottantesimo anniversario.
Due mostre racconteranno l’epopea e i protagonisti della Zona Libera del Friuli Orientale, in occasione del suo ottantesimo anniversario. Ad Attimis, venerdì 18 ottobre, nella suggestiva cornice del castello di Partistagno, saranno inaugurate le esposizioni storico-documentarie “Estate 1944 – La Zona Libera Partigiana del Friuli Orientale”, a cura di Alberto Buvoli, Flavio Fabbroni e Monica Emmanuelli, e “Gino Lizzero un testimone del suo tempo”, realizzata dalla Società Operaia di Cividale di concerto con la locale sezione ANPI Anselmo Calderini “Ivan”. Il vernissage si svolgerà alle 18.30 con una relazione introduttiva dello storico Andrea Zannini, docente dell’università di Udine e vicepresidente dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione.
Le mostre resteranno allestite fino al 10 novembre e saranno visitabili nelle giornate di sabato e domenica, dalle 10.30 alle 18.00, con ingresso libero. L’iniziativa è realizzata dal Comune – che ne ha anche concesso il patrocinio – in collaborazione con il Comitato provinciale di Udine dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI), con l’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione e con l’Associazione partigiani Osoppo (APO), e con il sostegno e il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia.
LE ESPOSIZIONI
La mostra “Estate 1944 – La Zona Libera Partigiana del Friuli Orientale” presenta una delle pagine più importanti della storia friulana, ricostruita attraverso fonti fotografiche d’archivio e documentarie. Conosciuta anche come Zona Libera di Nimis, Attimis e Faedis, l’area fu sottratta al controllo degli occupanti nazifascisti grazie alla collaborazione tra formazioni partigiane osovane e garibaldine e all’unità della Resistenza. Fu un’esperienza di autogoverno democratico che venne presto affossata dalla repressione nazifascista. L’esposizione permetterà ai visitatori di comprendere le vicende storiche del nostro territorio, nel contesto della più grande tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di promuovere i valori della pace e lo sviluppo di una coscienza civile.
Un ritratto approfondito di uno dei protagonisti della Resistenza friulana è quanto si potrà scoprire visitando il percorso espositivo “Gino Lizzero un testimone del suo tempo”. La mostra si avvale della documentazione ricavata dagli archivi famigliari di suo nipote, Aldo Marangoni, e anche da quelli del SOMSI e dell’ANPI di Cividale, cui si aggiungono reperti provenienti dagli archivi fotografici dell’ANPI provinciale di Udine e del Centro isontino di ricerca e documentazione storica e sociale “Leopoldo Gasparini”. Come fonti sono stati utilizzati anche gli scritti di Giovanni Padoan “Vanni” e dello storico Luciano Patat.
Classe 1917, Gino Lizzero fu richiamato nel 1941 come ufficiale di complemento nell’Esercito italiano, allora impegnato nell’invasione della Jugoslavia, ma evitò di partecipare a rappresaglie contro i civili, vittime innocenti dell’occupazione fascista. Decorato con la Medaglia d’argento per un’azione di guerra in territorio occupato, in seguito all’8 settembre 1943 rientrò a Cividale e si aggregò ai garibaldini del battaglione “Manara”, di cui presto divenne comandante. Partecipò alle battaglie per la liberazione di Nimis, per l’eliminazione dei presidi di Vedronza e Ciseriis e per la creazione della Zona libera del Friuli Orientale. Dopo il trasferimento della Divisione Garibaldi “Natisone” in Slovenia, ne fu nominato Capo di Stato Maggiore. Al fianco delle formazioni partigiane dell’esercito jugoslavo, la Divisione partecipò alla liberazione di Lubiana e rientrò in Italia il 20 maggio 1945. Quattro anni più tardi, Lizzero ricevette la sua seconda Medaglia d’argento al valor militare per la sua partecipazione alla Resistenza. Nel dopoguerra fu instancabile nell’impegno politico e sociale per Cividale, la sua città. Fu, inoltre, tra i fondatori dell’ANPI friulana, e sempre attivo come dirigente nella sezione dell’ANPI di Cividale.
comunicato stampa