Ottima scelta quella di concludere la domenica pomeriggio a teatro assistendo a uno spettacolo che è riuscito a divertire ed emozionare un pubblico di tutte le età.
Applausi prolungati, calorosi e commossi hanno decretato il successo di “A spasso con Daisy”, opera di Alfred Uhry vincitore, nel 1988, del Premio Pulitzer per la drammaturgia la cui versione cinematografica di Bruce Beresford, con protagonisti Morgan Freeman e Jessica Tandy, si è aggiudicata ben quattro Oscar.
Commedia intrisa d’ironia e tenerezza, leggera nella forma ma provocante nelle tematiche, ricca di sentimento e umanità, è andata in scena per un’unica replica (Tempi Unici Stagione di Prosa 2022/2023) al Giovanni da Udine domenica 13 novembre.
Ambientata in un arco di tempo compreso tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Settanta, calata nella realtà dell’America del dopoguerra, la pièce ha per protagonista Daisy (Milena Vukotic), ricca signora ebrea, maestra in pensione che non vuole arrendersi al passare del tempo, vitale e testarda, ironica e puntigliosa, un po’ avara e a volte capricciosa, metodica e gelosa della sua privacy, un po’ avara e vagamente intollerante nei confronti delle persone di colore.
Difficile quindi per suo figlio Boolie (Maximilian Nisi) riuscire a imporle la presenza di un autista come Hoke (Salvatore Marino) seppure dotato di ottime referenze e di un’inattaccabile pazienza ma pur sempre analfabeta e di colore.
In un’alternanza di battibecchi e provocazioni, guizzi di allegria e occasioni di affetto, la forzata convivenza finirà però per trasformarsi in un rapporto di amicizia sincera, capace di superare qualsiasi barriera rappresentata da etnia, cultura, ceto sociale e religione.
Una bella lezione di umanità di un testo che rivela la sua grandezza proprio nell’attualità delle tematiche proposte: l’importanza delle relazioni tra persone, i sentimenti e i pregiudizi, la fragilità e le difficoltà del vivere.
Ineccepibile il ritmo dell’adattamento firmato da Mario Scaletta (le scene sono opera di Fabiana Di Marco, i costumi di Graziella Pera, le musiche di Massimiliano Pace) scandita da un avvicendarsi di quadri che, con semplici ma geniali adattamenti della scena (il sofà del salotto che si trasforma in automobile, la grande finestra che svela il giardino della casa e che diventa il finestrino dell’auto che rimanda immagini delle strade di New York), segue i protagonisti nel mutare degli anni e dei sentimenti.
Resta da sottolineare la straordinaria interpretazione dei protagonisti diretti con abilità da Guglielmo Ferro che ha firmato la regia.
Sorprendente tanto la carica di tenerezza e credibilità di Salvatore Marino che l’eclettica personalità di Maximilian Nisi, in cui molti figli si sono ritrovati.
Regina incontrastata della scena è sicuramente Milena Vukotic: classe, energia, eleganza, ironia, una Daisy semplicemente perfetta. Prova strepitosa la sua che, anche se di una signora non si dovrebbe mai svelare l’età, a 87 anni non rinuncia ancora a misurarsi con un teatro che sa ancora emozionare e commuovere.
Il pubblico del teatro Nuovo di Udine evidentemente ha molto apprezzato tutta la compagnia ma è proprio a lei che ha manifestato una smisurata ammirazione con un applauso che non pareva finire mai.

Rita Bragagnolo © instArt