Ci sono situazioni in cui, anche dopo tanti  anni di critica musicale e migliaia di recensioni, il povero critico di provincia riesce ancora a stupirsi e ad emozionarsi di fronte all’ennesima esecuzione di brani stra-ascoltati da parte dell’ennesimo giovane pianista.

È proprio questo che mi è successo ieri al consueto, e affollato, appuntamento con l’Accademia di studi pianistici ”A. Ricci” nell’Aula Magna di Palazzo Antonini: ho ascoltato un giovane pianista che alcune volte era seduto al mio fianco ad ascoltare altri pianisti. Non mi ero accorto di essere seduto vicino ad un autentico virtuoso, astro nascente del pianismo friulano: Matteo Bevilacqua.

Udinese, ventiduenne, zazzera ribelle, grinta, tecnica e musicalità da vendere. Questo, in sintesi, potrebbe essere il suo identikit. È sorprendente, infatti, il suo modo di affrontare l’esigente pubblico della Ricci, senza timori reverenziali anche nella conferenza introduttiva che è condotta con assoluta assenza di timidezza ma con grande autorevolezza, e chiarezza, illustra i preludi, come forma, analizzandone poi anche l’evoluzione storica. Poi entra nel vivo dei Préludes  (prémier livre) di Claude Debussy, analizzandone le caratteristiche formali in rapporto con la titolazione di ognuno (i preludi sono dodici), illustrando ognuno con opportuni esempi musicali. Sorprende (piacevolmente) scoprire in un giovane dall’aria quasi timida, una simile  chiarezza e autorevolezza di fronte ad uditorio di persone musicalmente colte e attempate (io, con i miei sessantatrè anni rientro nelle fascia dei meno anziani, ma in effetti c’erano anche molti  giovani) che letteralmente pendono dalle sue labbra.

Poi, dopo mezz’ora di conferenza, la musica di Debussy, con le sue delicate trame, promana dal Fazioli messo a disposizione di Bevilacqua. E qui possiamo ammirare un giovane virtuoso che ci regala un Debussy cangiante, dai riflessi madreperlacei, irruento, ironico, delicato, pensoso, diverso da preludio a preludio. Insomma un’esecuzione emozionante che rende onore alla tradizione esecutiva dell’Accademia Ricci, e che viene salutata alla fine da entusiastici applausi del pubblico che “obbligano” il giovane udinese a concedere ben due bis con Ligeti e Satie.

© Sergio Zolli per instArt