Forma Free Music Impulse #9

FORMA Free Music Impulse, festival internazionale di musica e arti elettroniche del Friuli Venezia Giulia, è organizzato dall’associazione culturale Circolo Arci Hybrida
Intenso ultimo fine settimana di FORMA Free Music Impulse che dal 15 settembre ha portato in Friuli Venezia Giulia il meglio dell’elettronica internazionale. L’1, il 2 e il 3 novembre tre serate con il meglio delle arti elettroniche internazionali e chiusura al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Organizzato dal circolo Hybrida, il festival chiuderà con una tre giorni totalmente udinese. Si comincia alle 21 di giovedì 1 novembre al Teatro San Griorgio di Udine, con il chitarrista, environmental sound recordist e sound artist Enrico Coniglio e l’architetto, musicista, sound artist Nicola Di Croce. I due si esibiranno in un lavoro che parte dall’esperienza fatta nel 2017 in occasione del centenario di Porto Marghera. I due sono stati invitati a realizzare l’installazione audio della mostra “Industriae”, avendo così l’occasione di effettuare una serie di registrazioni nelle principali aree industriali tutt’ora in funzione. Il tema del Centenario è stato declinato attraverso un’indagine puntuale del paesaggio sonoro dell’area industriale di Porto Marghera sia degli ambienti esterni che dei luoghi della produzione testimoni dell’attuale vitalità del comparto industriale. Il materiale su cui è composto il lavoro si basa interamente sull’uso di registrazioni realizzate per l’occasione.
Venerdì 2 novembre andrà in scena la performance del ricercatore e compositore udinese Giancarlo Toniutti. Attivo fin dalla fine degli anni ’70, Toniutti si è segnalato come uno dei più rigorosi esponenti del suono industriale e dell’elettroacustica italiana, a partire dalle prime cassette autoprodotte e dagli Lp La Mutazione del 1985, per la britannica Broken Flag, e Epigènesi del 1986, vere e proprie pietre miliari di un genere oltre che classici della sperimentazione sonora. A Forma Free Music Impulse #9 presenterà “D’apkun, n’ungii (otto, il sesto)”, titolo in lingua Negidal, lingua tungusa settentrionale della Siberia orientale, in cui utilizza registrazioni di origine acustica trattate analogicamente e registrazioni sul campo appositamente realizzate. Nella stessa sera si esibirà anche Konrad Sprenger (1977) ovvero Joerg Hiller, compositore, musicista e producer residente a Berlino, con un carriera ricchissima di collaborazioni ed estremamente poliedrica, che si muove tra sound-art, installazioni e composizione. Al San Giorgio ci sarà anche Eartheater, nome d’arte di Alexandra Drewchin. Vocalist, performer e compositrice sperimentale a 360 gradi tra gusto vintage e spinte digitali, Alexandra scrive pezzi già da adolescente, a partire dal folk tradizionale e da Kate Bush, una delle sue muse ispiratrici il cui eco si sente anche nelle sue ultime produzioni. Eartheater vede ufficialmente la luce nel 2013, quando la Drewchin registra finalmente i suoi primi brani.
Grandissimo finale sabato 3 novembre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, serata in cui si esibiranno il milanese Nicola Ratti, l’ebreo di origini irachene nato in Australia Oren Ambarchi e i Demdike Stare, frutto della collaborazione di Sean Canty e Miles Whittaker.
La serata di sabato, che comincerà alle 21, sarà l’unica a pagamento con ingresso a 15€ + diritti di prevendita (20€ in cassa, 15€ in cassa per soci Arci, Cec, abbonati CSS) e gratuito per i minori di 25 anni fino ad esaurimento dei posti a loro riservati e previo invio via email a hybridaspace@gmail.com di documento d’identità.
Milanese classe 1978, Nicola Ratti è uno dei principali esponenti della nuova scena elettronica italiana votata alla ricerca e alla sperimentazione. Musicista poliedrico attivo da anni, il suo approccio attuale è focalizzato sulla sperimentazione analogica, il sound design e le installazioni sonore. Affianca alla carriera solista collaborazioni con Giuseppe Ielasi come Bellows, oltre a sconfinamenti sempre più frequenti nel mondo dell’arte visiva contemporanea. Il suo ultimo disco, The Collection, uscito lo scorso ottobre per la Room40 di Lawrence English, riprende gli elementi caratteristici delle sue produzioni quali effervescenza elettro-acustica, scale di grigi e irregolarità ritmiche.
Attivo ormai da un un trentennio, Oren Ambarchi, è un musicista elettronico e chitarrista dall’approccio minimale, astratto e visionario sia nei confronti del suo strumento, che del suono in generale.
Ambarchi crea canzoni senza parole, che ammaliano per la semplicità con cui comunicano stati d’animo fuori dall’ordinario, dimostrando che con mezzi minimi si possono costruire forme e mondi che hanno il respiro dell’infinito, dove le sue chitarre elettriche, reiterate in un gioco di cerchi concentrici, creano un flusso organico. Disciolte le asperità noise degli inizi, Ambarchi, espande le sue possibilità in musica, investigando in profondità la singolarità del suono e del tono puro. Nel suo ultimo album solista, Hubris, mette in atto la rivisitazione del cosiddetto motorik, ossia dello scheletro ritmico in 4/4, pulsante e ossessivo, che per primo accompagnò le composizioni di alfieri del krautrock quali Can, Neu! e Kraftwerk, riunendo un incredibile cast di musicisti come Crys Cole, Mark Fell, Arto Lindsay, Jim O’Rourke, Keith Fullerton Whitman e Ricardo Villalobos.
Infine, i musicisti Sean Canty e Miles Whittaker hanno dato vita al progettoDemdike Stare, sintesi della consapevolezza dei loro percorsi individuali. Se Canty arriva dagli uffici della Finder’s Keepers, etichetta specializzata in rarità avantgarde di estrazione psych, jazz e funk, Whittaker è reduce da una carriera costellata di innumerevoli moniker techno-oriented. Esordiscono nel 2009 iniziando subito a comporre una personale forma techno densa di contaminazioni dub, dalle tonalità cupe ed esoteriche. Dal 2012 hanno dapprima sperimentato e poi sposato soluzioni elettroniche sempre più variegate che li ha portati a cimentarsi a turni alterni con l’hip hop più obliquo, controllate frenesie jungle e distopici scenari tra ambient e noise. Nel 2016 hanno dato alle stampe Wonderland, accolto dalla stampa specializzata come l’album della loro consacrazione artistica.
In parallelo alla carriera discografica, i Demdike Stare si sono dedicati anche a collaborazioni nell’ambito del cinema, del soundscape teatrale e della videoarte, e hanno evoluto negli anni il loro concetto di dj-set, estendendo la durata delle loro selezioni ad intere nottate. Non è infatti un caso che il loro live sarà accompagnato dai visuals di Michael England, artista noto nell’universo elettronico per le sua collaborazione con la celebre etichetta Warp – in particolare con gli Autechre – ma anche per il suo percorso artistico nell’ambito dell’animazione, del cinema e della fotografia.

Per info:
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comunicato stampa