La mostra multimediale “Frammenti di memorie. Cividale del Friuli e la Società Operaia durante la Prima Guerra Mondiale”, su ideazione, progetto e realizzazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Cividale del Friuli, nell’ambito del progetto “I luoghi della Guerra visti con gli occhi della Pace”, che, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura, ha visto capofila il Comune di Cividale del Friuli e partner la stessa SOMSI, dopo quasi quattro anni di apertura, chiuderà domenica 4 novembre.
La mostra, dapprima allestita presso la chiesa di Santa Maria dei Battuti a Cividale del Friuli, ed attualmente ubicata nei locali, gentilmente concessi dalla Banca di Cividale del Friuli, in via Carlo Alberto 18, ha visto la presenza di ben 20.500 visitatori e domenica 4 novembre alle ore 16.30, sarà possibile visitarla con l’aiuto di una visita guidata e concluderà il suo percorso di memoria con una cerimonia simbolica di chiusura alle 17.30.
Un percorso espositivo che è stato un grande racconto fatto per immagini, molte delle quali inedite così come i parecchi documenti esposti, rintracciati grazie a un certosino lavoro d’archivio. Uno sguardo retrospettivo sulla città e i luoghi legati al primo conflitto mondiale sul confine di nord-est, ma anche alla società duramente provata dagli eventi, alle innovazioni tecnologiche che irrompevano con clamore negli scenari bellici, agli assetti istituzionali precari.
La Grande Guerra in Friuli, dunque, e il tragico asse Cividale – Caporetto che ha visto la cittadina si trasformarsi in presidio di guarnigione e comando del fronte bellico sull’alta valle dell’Isonzo, dapprima e dopo la rotta a essere per un anno luogo di occupazione mentre parte della cittadinanza, come di tanti altri friulani, andava profuga in Italia.
La SOMSI ha voluto accendere un focus speciale sulla comunità cividalese per ritrovare i luoghi della quotidianità negli anni del conflitto, e della profuganza, raccontati con documentazione d’archivio, diaristica e apparati iconografici e documentali inediti.
Si apre ora un’altra pagina per questa esposizione che attende di trovare dei locali che la accolgano per poter essere ancora ammirata e visitata.
Comunicato Stampa