Notte di San Lorenzo indagando l’abisso e alzando gli occhi al cielo, per avvicinarsi a due forme di dolore e di amore, metamorfosi del corpo e dell’anima.
Nel cortile di Villacaccia di Lestizza, sabato 10 agosto alle ore 21.00, la rassegna Avostanis, progetto dell’Associazione Culturale Colonos, ospita un evento inedito: “De profundis. Pre Toni Beline e Oscar Wilde”, live-book di e con Martina Delpiccolo e Fabiano Fantini.
Vent’anni fa, nel 2004, usciva dalle stampe friulane “De profundis” di pre Antonio Bellina, pubblicato, inaugurando la nuova collana “Risultivis”, a cura dell’Associazione Culturale Glesie Furlane, che quest’anno compie 50 anni di vita.
Nel 1905, quasi un secolo prima della pubblicazione di pre Bellina, usciva dalle stampe londinesi “De profundis” di Oscar Wilde, dopo 5 anni dalla morte dello scrittore.
Intrigante, spiazzante, illuminante dal punto di vista letterario e umano il collegamento tra le due opere, solo suggerito da pre Toni Bellina nelle prime pagine del suo testo. Un collegamento da lui stesso definito “istintîf”, “ocasionâl”, che arriva oggi a noi con una forza nuova e attuale, facendo intravedere un’inedita chiave di lettura.
“De profundis” di pre Bellina è un libro autobiografico, un racconto introspettivo, schietto e profondo della sofferenza provocata dalla dialisi, che diventa una riflessione su temi universali ed eterni: il male, fisico e morale, il dolore, la paura, la speranza.
“De profundis” di Oscar Wilde è una lunga lettera scritta da Wilde nel 1897 dal carcere in cui si trovava da quasi due anni per il reato di sodomia. La lettera, indirizzata al suo giovane amato, ci svela il vero mondo dell’autore, l’uomo e lo scrittore non mistificato.
Martina Delpiccolo e Fabiano Fantini, in un inedito e ardito accostamento dei due testi che si fa profondo grazie alle distanze e alle vicinanze, portano insieme i due “de profundis” in un live-book, il nuovo format teatrale, da loro ideato, in cui le opere si fanno “vive”: un reading a più livelli, che intreccia in modo accattivante e coinvolgente, in un unico filo narrativo, letture sceniche, recitazione, commenti e chiavi interpretative sulle tracce del testo.
In caso di maltempo l’evento è rimandato a domenica 11 agosto.
Rimane aperta, durante gli eventi di Avostanis, la mostra inaugurata martedì: “Con gli occhi chiusi” di Roberto Kusterle, a cura di Angelo Bertani, con interventi dell’autore e del curatore.
Guardarsi oltre lo specchio, con gli occhi chiusi, e vedersi mutar in legno, in sasso, in terra. Un ritorno alle origini (liberatorio e a un tempo ansioso) per metamorfosi endogena. La mostra fotografica di Roberto Kusterle (Gorizia, 1948), artista di fama internazionale che ha reso manifesta la sua poetica anche con la pittura, le installazioni, la sceneggiatura e la regia, ci restituisce con i suoi scatti una mutazione di segni, forme, apparenze ed apparizioni, attraverso forme e corpi di ambigua ed enigmatica continuità tra mondo umano, animale e vegetale, trasmutando esseri ed essenze per mezzo della fissità di un’immagine colta nel cambiamento.
La metamorfosi in chiave friulana, è il tema di Avostanis, nell’Nno kafkiano. Il titolo della trentatreesima edizione della rassegna estiva, Il volt di sede, rimanda a “Il giro di seta”, al momento straordinario in cui «i bachi da seta diventano trasparenti e passano al bosco», come si legge nel dizionario friulano di Giorgio Faggin.
Avostanis 2024, a cura della direzione artistica di Federico Rossi e della direzione organizzativa di Alessio Screm, è un progetto Colonos finanziato da ARLeF e Regione Friuli-Venezia Giulia con il contributo di Fondazione Friuli, il sostegno di Distillerie Nonino e Civibank, in collaborazione con Comune di Lestizza, Comune di Aquileia, Fondazione Pistoletto – Cittadellarte, Associazione Glesie furlane APS, Clape di culture La Patrie dal Friûl APS, Galleria regionale di arte contemporanea L. Spazzapan, Cantina Bulfon di Valeriano.
L’ingresso è libero per tutti gli appuntamenti.
Info sul programma completo e aggiornamenti su: www.colonos.it <www.colonos.it/> e sui social: Facebook (Associazion Culturâl Colonos) e Instagram (associazionculturalcolonos).
Comunicato stampa