Castello di Udine, sono le 21 e una Baraldi in acustico graffia l’aria con la sua voce bellissima e particolarissima supportata da un set che piace tanto ultimamente alle “nuove frontiere del live” che calcano i palchi nazionali. Personalmente non amo particolarmente questo tipo di proposta quando i brani non sono per niente assorbiti dai presenti. Non è sempre vero che chitarra e voce sia l’emblema della bellezza di un brano, se questo brano non ha niente da dire. Alle volte un po’ di sano arrangiamento musicale con qualche strumento in più potrebbe migliorarne l’aspetto… Sottolineando il fatto che la musica cantautorale di spessore regge anche solo con una chitarra e una voce perché ha una solida base armonica e una melodia memorizzabile. Non mi sento di dire che la Sig.ra Baraldi mi abbia colpito particolarmente se non per la sua splendida voce, nella suo secondo tour con De Gregori. Piccolo preambolo critico, ma sinceramente questa moda di convertire tutto in parole cantate su background a 6 core o solo pianoforte, lasciano il tempo che trovano se messe a confronto con brani come La Donna Cannone, che vorresti ascoltare e ascoltare e ascoltare ancora, subito dopo averla ascoltata per la prima volta con il solo accompagnamento base. Questa breve apparizione dell’apripista comunque fa il suo dovere e intrattiene per l’arrivo dell’ospite d’onore Francesco De Gregori. Apertura totally folk per lui e la sua band, con “Sento il fischio del vapore”, un brano dal sapore antico per un canto popolare classico che parla di guerra e pena, argomento caro all’artista. In questo tour #FrancescoDeGregori non canta e basta, ma racconta brano per brano il suo significato. Spiega che la maldicenza in passato ha sottolineato il fatto che raccontare i suoi brani poteva aiutare a comprenderne il significato e che giunto ora ad una età adulta, si trova d’accordo con l’appunto e quindi crea un incipit per ogni canzone. Si manifesta così un De Gregori inedito, ironico e mentore, ed il connubio prosa e musica non è niente male. Le sue parole sono incastonate come pietre preziose nelle canzoni con giri armonici apparentemente classici ma ben lavorati e suonati dai suoi compagni di palco, che spaziano nel repertorio degregoriano con assoluta maestria e feeling totale, nonostante qualche piccolo contrattempo con una chitarra biricchina che non vuole suonare. La cornice del castello di Udine completa lo spettacolo. Il viaggio magico nei racconti musicati di De Gregori dura un paio di ore e c’è tutto il meglio della sua composizione. Il vestito del violinista, Caterina, Bufalo Bill, Due zingari, A Pa’, La valigia dell’attore, Un guanto, Come il giorno, Gambadilegno a Parigi, La leva calcistica della classe ’68, e via via altri brani che raccontano a modo suo la vita degli uomini, quella passata e quella presente. Naturalmente Buonanotte fiorellino, Generale e La Donna Cannone non mancano all’appello. Pubblico delle grandi occasioni che alla fine del concerto nei bis si riversa sotto il palco per cantare con l’artista e scattare più foto possibili con il proprio telefonino. Un altro memorabile concerto in Castello per questa estate che offre un gran numero di grandi eventi che ogni giorno riempiono le serate friulane. Arrivederci a Francesco De Gregori e alle sue poesie in musica nella speranza che la notte porti consiglio e che ritorni la bellezza in questo tempo lacerato dal freddo dei byte “intelligenti”.

© Massimo Cum per instArt