Tra venerdì 9 e domenica 11 febbraio scorsi il Teatro Nuovo Giovanni da Udine ha ospitato Billy Elliot – il Musical, un progetto che già nel 2015, con la prima tournée aveva riscosso un successo importante nei teatri di tutto il Paese. Si tratta del riadattamento teatrale della pellicola diretta nel 2000 da Stephen Daldry; la versione britannica è stata in grado di aggiudicarsi, tra il 2005 e il 2008, 4 Lawrence Oliver Awards, 10 Drama Desk Awards e ben 10 Tony Awards.
La versione italiana, a cura di PeepArrow Entertainment, vede la partecipazione di attori del calibro di Giulio Scarpati nei panni di Jackie Elliot (la cui lunga carriera lo ha visto destreggiarsi a meraviglia tra cinema, teatro e tv) e Rossella Brescia nei panni di Mrs Wilkinson (perfetta nell’interpretazione di un personaggio duro, ma dal buon cuore, ricco di contraddizioni e a cui la vita ha strappato la voglia di sognare). La storia, divisa in due atti, parla di Billy (Emiliano Fiasco), un ragazzo cresciuto nell’Inghilterra degli anni Ottanta di Margaret Thatcher, che vive con padre, fratello e  nonna nella periferia della città. La trama si sviluppa a partire da uno sciopero indetto dai minatori per far fronte alle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare. Billy viene convinto dal padre Jackie a tirare di boxe, lo sport ritenuto adatto ad un ragazzo. Un giorno si ritrova coinvolto per caso in una lezione di danza tenuta dalla signora Wilkinson: il giovane scopre una passione travolgente che lo cambierà profondamente. Il ballo prende sempre più piede nella vita del ragazzo, fino a che suo padre non lo scopre. Sarà allora che Billy, aiutato dal suo amico Michael e dalla sua insegnante Mrs Wilkinson, dovrà lottare per raggiungere i propri sogni, contro la mentalità chiusa e arretrata della sua famiglia.
​Il punto forte della rappresentazione è sicuramente la trama: non solo riesce ad essere interessante ed emotivamente intricata nella sua semplicità, ma produce anche personaggi davvero interessanti. L’apporto di attori navigati e carismatici come Scarpati e Brescia si sposa perfettamente con la fresca genuinità dei più giovani Fiasco e Perlamagna (Billy e Michael). I valori che accompagnano l’intera opera, poi, sono universali: il lottare per i propri sogni, la preziosità della diversità e la bellezza dell’amicizia. Li riassume bene una dichiarazione di Massimo Romeo Piparo, il regista: ”Billy Elliot è un capolavoro, una formula perfetta: una storia di coraggio, volontà, leggerezza, esattamente un paradigma di ciò che servirebbe oggi ad ognuno di noi”. Le musiche di Elton John, che accompagnano ogni scena, quelle gioiose, come anche quelle più tristi, trasmettono all’ascoltatore l’esatta emozione per le quali sono pensate e i testi delle canzoni spesso colpiscono nel segno. Particolarmente riuscite le scene di gruppo con i minatori: potenti e altisonanti riescono a ricreare con successo l’atmosfera proletaria britannica. Le coreografie sono uno dei pochi ambiti in cui il musical mostra il fianco. Tralasciando le sezioni di danza classica (Francesco Consiglio nei panni di Billy adulto e Fiasco trovano il modo di far venire a chi li guarda il desiderio di ballare e scatenarsi, anche tramite passi evidentemente più classicheggianti), alcuni balletti lasciano l’impressione che si potesse fare qualcosa in più. In fondo il tema fulcro dell’intero spettacolo è la danza! Il pacing è costante fino a metà del secondo atto, quando inizia a dare l’impressione che, come si suol dire, si sia allungato un po’; il paradosso è che, però, la conclusione viene sintetizzata in appena due scene.
Piccola pecca nel copione, che è tappezzato di scene in cui è presente un uso eccessivo di volgarità un po’ gratuite. Confrontandomi con altri spettatori presenti in sala è emerso che una giustificazione potrebbe essere l’intenzione di creare un ambiente operaio realistico, in cui la parolaccia diventa quasi un intercalare. Il tutto contrasta però con l’idea di uno spettacolo per famiglie e meglio sarebbe cercare di strappare una risata senza ricorrere alle parolacce o alle volgarità. Billy Elliot è un musical che, comunque, riesce ad essere non solo  godibile e apprezzabile, ma anche emozionante e profondo, attuale più che mai, con temi quali la diversità e la tenacia nel seguire i propri sogni.
© Giovanni F. per instArt