FOTO DI GIANNI FIORITO

Nel suggestivo scenario del Teatro Benois di Codroipo, nel contesto del circuito ERT FVG, Remo Girone si è distinto portando in scena con maestria la travagliata vicenda di Simon Wiesenthal. L’ebreo austriaco di origini polacche, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, ha dedicato il resto della sua vita alla caccia dei responsabili dell’olocausto, individuandone ben 1.100, tra cui il sinistro Adolf Eichmann, artefice dell’organizzazione dello sterminio ebraico.

Girone, con la sua interpretazione, si è immedesimato nel ruolo di Wiesenthal, facendo propria la sofferenza, la fatica e il peso del portare avanti una missione così gravosa. Ha trasfuso sul palco la rabbia e il rancore verso i nazisti, evidenziando il distacco e la superficialità dimostrati nei confronti delle atrocità commesse, come emerso da testimonianze e scritti recuperati, inclusi commoventi messaggi alle famiglie delle vittime.

Il racconto ripercorre una serie di situazioni e episodi indicibili, narrando le sevizie e le torture inflitte al popolo ebraico, senza tralasciare gli orrori degli esperimenti condotti dal famigerato Dr. Mengele. Un elenco di atrocità che gelano il sangue. Girone, con abilità, trasmette al pubblico l’enormità di questa ricerca, sottolineando frequentemente il limitato successo nel rintracciare i colpevoli rispetto alla vasta documentazione a disposizione.

La scenografia, fedele al contesto storico, ricrea il centro ebraico di documentazione fondato da Wiesenthal a Linz nel 1947. L’artista non solo narra la sua straordinaria storia, ma anche la necessità di attribuire un significato alla propria esistenza, di spiegare e giustificare l’inaspettato sorgere di tanto odio e violenza. Un’imperativa testimonianza rivolta alle generazioni future, affinché il ricordo di tali atrocità non cada nell’oblio.

© Maurizio Cum per instArt