Il 7 maggio è stato pubblicato in formato CD e sulle principali piattaforme digitali il nuovo album di Pier Luca Montessoro, dal titolo “Luce” che segue il precedente “Fragili Nuvole Inquiete”. Di origini torinesi, il cantautore – professore (è insegnante all’Università degli Studi di Udine) ha iniziato a scrivere canzoni fin dal 1996.
I suoi brani si ispirano principalmente alla canzone d’autore dei cantautori italiani, lasciando però spazio a contaminazioni da altri generi musicali, primo fra tutti il rock melodico. Partecipa a diversi progetti musicali, tra cui il duo acustico “Doppia Identità”, “Vox Cordis – la voce del cuore”, il gruppo di musica irlandese “Irish Dream”, e il “Progetto corde”.
Il nuovo album, composto da dieci tracce arrangiate da Arno Barzan, si apre con il brano omonimo, “Luce”. La canzone – racconta Pier Luca Montessoro – narra di un anziano fuorilegge e dipinge un frammento di umanità con le sue contraddizioni e i suoi errori. È stato girato un video alle malghe di Porzùs, teatro dell’eccidio del 1945, e nei prati di Bocchetta Sant’Antonio, nel comune di Faedis. Il video è disponibile sul canale YouTube dell’autore al link https://www.montessoro.it/luce.html). Hanno partecipato all’opera Alfonso “Ponci” Zanier (che ha curato anche la registrazione e il missaggio presso il Ponci Recording Studio), Serena De Monte (voce in “Dialogo con l’antica signora” e in “Credici ancora”) e Francesca Smiraglia (voce in “something to tell you”). “Signori della guerra” è un tributo a Bob Dylan.
Pier Luca Montessoro ha recentemente conseguito a Roma il premio alla Rassegna “Donne d’amore 2023” con il brano “Ritratto”, contenuto nel suo primo album “Fragili Nuvole Inquiete”. In particolare, il cantautore è risultato il quarto classificato nella sezione “Canto brani originali” e ha ricevuto il diploma d’onore nella sezione “Testo di canzone”. Lo abbiamo incontrato ed è nata questa breve intervista.
Pier Luca, innanzitutto complimenti per i premi ricevuti alla Rassegna “Donne d’amore”. Un riconoscimento che ti avrà sicuramente fatto piacere. Raccontaci come è andata.
Grazie. Non sono una persona competitiva e non amo i concorsi, soprattutto in campo artistico perché trovo innaturale voler misurare e dare voti alle emozioni. Però oggi rappresentano un valido canale per far conoscere le proprie opere, quindi occasionalmente mi candido per qualche evento. Così ho avuto la piacevole sorpresa di essere invitato a Roma per veder premiata la mia canzone “Ritratto” in entrambe le categorie per cui l’avevo inviata: testo di canzone e musica. È stato piuttosto emozionante essere al fianco di artisti professionisti anche di altissimo livello: oltre ai premi mi sono portato a casa una foto con il maestro Vince Tempera!
Come vivi la tua passione per la musica? Quali sono i tuoi riferimenti principali?
Credo che i miei riferimenti principali siano accomunati dalla parola “classico”. La classica canzone d’autore italiana, il rock/pop classico, la musica classica. Probabilmente vado controcorrente, ma ritengo che ci sia ancora molto spazio per esprimersi con testi ricercati, melodie gradevoli e sonorità raffinate. Incontro tante persone di tutte le età che apprezzano e si emozionano con le mie canzoni proprio perché, come disse una mia fan, “in qualche modo misterioso le tue melodie e parole hanno trovato una strada che va dritta al cuore.”
Gli arrangiamenti dell’album “Luce” sono stati curati da Arno Barzan, quali sono state le tue sensazioni nel corso della registrazione dell’opera?
Arno è un artista innovativo e geniale. Per me è un onore lavorare con un professionista di così alto livello e sono orgoglioso del fatto che si appassioni alle mie canzoni e riesca ad arricchirle così meravigliosamente. Tra di noi la sintonia è totale: io esprimo a parole l’atmosfera che immagino e lui la trasforma in musica. Inoltre, le sue soluzioni non sono mai banali e si fondono con la melodia e con le parole in modi a volte sorprendenti.
Come nasce l’idea di “Luce”?
È un brano rimasto nel cassetto parecchi anni perché il testo non mi convinceva. Volevo parlare di come certi ambienti possono rovinare il futuro dei giovani senza lasciare scelta. Un giorno ho immaginato quel ragazzo, che doveva essere il protagonista della canzone, da vecchio, e tutti i nodi del testo si sono sciolti. Nella canzone non ci sono né buonismo né giudizi, soltanto l’immagine di un frammento di umanità con le sue contraddizioni e i suoi errori.
Riferendoti al brano “Compleanno” scrivi: se si vive con lo spirito giusto, il conto degli anni non conta.
È un invito rivolto a tutti, anche a me stesso. Diventa sempre più facile e comodo vivere in modo passivo e virtuale, adagiandoci in quello che ci viene offerto e adeguandoci al pensiero e agli esempi di altri. Invece è importante vivere attivamente (nella mente come nel corpo), provare, esplorare, imparare, rischiare. Anche andare controcorrente, se e quando è necessario.
Master of war (Signore della guerra) resta un testo molto attuale, purtroppo.
Bob Dylan ha scritto il testo di questa canzone circa sessant’anni fa. In alcuni momenti ci è sembrato che le cose stessero finalmente migliorando (per esempio con la caduta del muro di Berlino), ma i fatti hanno poi dimostrato quanto la pace e le democrazie siano fragili e debbano essere continuamente difese, prima di tutto con il pensiero e con la cultura del rispetto e della collaborazione. Questo omaggio a Bob Dylan vuole essere un mio piccolo contributo in questa direzione.
Ogni cantautore di solito svela qualcosa di sé stesso nei suoi testi. Quanto c’è di autobiografico nelle tue canzoni?
Tanto. Talvolta solo come ispirazione, idea iniziale, altre volte con veri e propri episodi di vita. Partire dalle proprie esperienze non è sempre facile perché sembra di esporsi, di mettersi a nudo, ma permette di trasmettere emozioni sincere, non costruite a tavolino. Per esempio, in “Mete” si trovano le sensazioni che ho vissuto quando praticavo vela (facevo regate sui 470, dove con vento forte sembra di essere a bordo di un guscio di noce) e che provo tuttora durante le escursioni scialpinistiche e di trekking in montagna. Ed è anche un omaggio a questa splendida regione, il Friuli Venezia Giulia, dove ho scelto di vivere e che mi ha accolto dopo trent’anni vissuti a Torino.
Quale è, se esiste, il tuo brano preferito dell’album?
Sarebbe molto più facile rispondere alla domanda qual è il tuo figlio preferito (avendo io un’unica figlia è *estremamente* più facile!). Diciamo che ho particolarmente a cuore tre canzoni, per ragioni diverse. “Luce”, per la delicatezza e l’intensità. “Dialogo con l’antica signora”, per l’importanza dei temi trattati, quali il fanatismo religioso e l’accanimento terapeutico. “Silenzio tra noi”, che non solo è una trappola mentale in forma di canzone, ma è anche un modo per far riflettere su quanto facilmente cadiamo vittime dei pregiudizi, costruendoci un nostro modello errato della realtà basandoci su troppo poche informazioni concrete e su troppe idee precostituite.
Quali sono stati i più significativi feedback che hai ricevuto da chi ha ascoltato il CD?
Diversi complimenti e apprezzamenti anche da parte di esperti e professionisti del mondo della musica. A proposto della canzone “Luce” e del relativo video, su Facebook mi sono beccato persino un “È ora di cambiare lavoro. Bellissimo video. Bravo e basta!!!!!”. Ma soprattutto, ed è la cosa per me più importante, apprezzamenti per le canzoni come racconti, messaggi o riflessioni, e questo vuol dire che c’è ancora chi riesce a farsi coinvolgere dalla musica e a emozionarsi. Mi è capitato più volte suonando “Diventerai grande” (dall’album “Fragili Nuvole Inquiete”) di vedere tra il pubblico chi si commuoveva fino alle lacrime. Come dicevo prima, la musica ha trovato la strada per andare dritto al cuore.
Non è facile trovare spazi adeguati per proporre la propria musica dal vivo …
Verissimo, purtroppo. Probabilmente perché gran parte del pubblico è ormai poco abituato ad ascoltare la musica (non semplicemente “sentirla” come sottofondo) e preferisce adagiarsi nel conosciuto che richiede poca attenzione e da cui è facile farsi coinvolgere. Si pensi al successo delle tribute band. Però per fortuna esistono e resistono ancora nicchie in cui poter proporre musica originale.
Come giudichi la scena musicale italiana d’oggi? C’è qualche artista che ti piace e che secondo te può ripercorrere le strade dei grandi cantautori del passato?
Se per scena intendiamo quello che “va forte” nei media, trovo che la situazione sia un po’ squallida perché quasi monopolizzata da pochissimi stili e generi (peraltro abbastanza simili fra loro) e sempre di più concentrata su pochi brani e su pochi artisti. La produzione invece è molto vivace e soprattutto nelle playlist internazionali si trovano molti brani estremamente accattivanti e interessanti. Anche in ambito italiano c’è una interessante vivacità che, per fortuna, non “ripercorre” le strade dei grandi cantautori del passato, ma vi affonda le radici e va avanti, con nuove idee per i testi, nuove sonorità e nuove melodie, senza però snaturarne lo stile e spesso conservando anche l’attenzione per il ruolo che la musica ha per far riflettere sulla società e sull’umanità. Tra i tanti, anche se non giovanissimi, citerei Daniele Silvestri e Max Pezzali che hanno scritto molte splendide canzoni con testi talvolta geniali.
E l’attuale scena musicale friulana come la vedi?
Vivace. È bello che nonostante le difficoltà esistano locali dove suonare dal vivo e musicisti molto bravi che scrivono, suonano e cantano. Però le occasioni sono poche in relazione al numero di artisti. Servirebbe più impegno a molti livelli per creare regole, iniziative e spazi dove la musica sia vista come cultura da promuovere e non come oggetto di business.
Chi è interessato al tuo CD come può acquistarlo?
Innanzitutto, l’album “Luce”, come “Fragili Nuvole Inquiete”, è presente su tutte le principali piattaforme digitali. Aggiungo che fa un certo effetto sapere che dicendo, per esempio, “OK Google, fammi ascoltare qualcosa di Pier Luca Montessoro” partono le mie canzoni. Ma il CD fisico ha ancora un suo fascino (oltre alla qualità dell’audio). I CD possono essere acquistati scrivendomi direttamente (pierluca.montessoro@gmail.com) oppure recandosi alla Legatoria Moderna di Udine, che ha anche realizzato un’edizione speciale con una raffinata copertina artigianale artistica in pelle.
Sito web: https://www.montessoro.it/
Link per ascoltare “Fragili Nuvole Inquiete” e “Luce” https://www.montessoro.it/music.html.