Tutto inizia in un bar di Liverpool: lui si chiama Craig Whittle, serve i clienti per sbarcare il lunario, ma suona la chitarra e vuole formare un gruppo del quale ha solo il nome: KING HANNAH. Lei lavora nello stesso bar, ama la stessa musica di lui e si chiama .. Hannah Merrick. Due nerd dall’aspetto ordinario che amano Kurt Vile, Portishead e certa psichedelia moderna non potevano a quel punto che dare vita al progetto di Whittle. “ Amo il modo di scrivere e di cantare di Hannah, per me è la migliore” dice lui. “Graig scrive le melodie più belle, è perfetto” dice lei. Il primo risultato di questa simbiosi è il il singolo “Crème Brûlée”del 2019. Sorprendente gioiello psichedelico, debitore di certo Paisley Underground ( Opal e Rain Parade in primis), che si snoda in un chitarrismo epico anni 90, che convince la City Slang che li accoglie tra i propri artisti. Con il successivo ep “Tell Me Your Mind And I’ll Tell You Mine” (2020), impongono il loro stile di ballate caratterizzate dagli arzigogoli acidi di Whittle, sui quali la voce della Merrick, novella Kendra Smith, si staglia narcolettica ed apparentemente svogliata, ma profonda e suggestiva. La prova sulla lunga distanza dell’ LP “I’m not sorry, it was just me” (2022) li consacra definitivamente presso critica e (attento) pubblico e li “costringe” ad una maggior attività live: “Portiamo l’album in tour ed é la prima volta che facciamo veri e propri concerti, prima avevamo fatto circa una decina di serate. Non avevamo nessun metro di paragone, siamo saliti semplicemente sul palco ed abbiamo dato quello che avevamo da offrire”. Che è tanto: atmosfere desertiche, suoni ora cupi, ora densi di echi chitarristici. Una volta si diceva “il rock del vero sentire”. Heart and soul, one will burn ( sapete chi l’ha detto vero?). Un concerto insomma da vedere assolutamente nella serata di venerdì 7 luglio a Sexto ‘Nplugged, aperto dai SUNMEI, neonata band pordenonese che ha come riferimenti l’indie-folk del midwest americano, le fiammate dello shoegaze e le suggestioni dell’ambient. Vedremo se tali accostamenti sono un’ossimoro o se producono frutti sonori succosi. Noi propendiamo ovviamente per la seconda ipotesi.

Sono italiani, hanno una bassista, sono stati prodotti da Manuel Agnelli, hanno un sound basato sulle chitarre. No, non solo LORO, sono un vero gruppo rock, in scena da quasi 30 anni e sono bravi: stiamo parlando dei VERDENA, l’ipotesi più credibile di gruppo chitarristico oggi in Italia. Il recente “Volevo Magia” (2022) riporta il gruppo lombardo ai furori chitarristici degli esordi, quando i fratelli Ferrari assieme a Roberta Sammarelli, folgorati sulla strada di Damasco da Kurt Cobain formarono il gruppo. Suoni asciutti, forte impatto sonoro, melodie che catturano e rimangono impresse caratterizzano sia l’ultimo lavoro che tutta l’opera della band di Albino (BG). Il primo singolo Valvonauta (1999) in odore di “teen spirit”, denso degli umori scuri del grunge, li propose come una delle migliori realtà musicali italiane, mentre nello stesso anno l’omonimo esordio prodotto da Giorgio Canali ( CSI, PGR, ROSSOFUOCO e molto altro) evidenziò gli spigoli aguzzi ed un’attitudine senza compromessi, che forse li portò lontano dalle grandi platee, ma vicini ad un pubblico attento ed in cerca di vibrazioni sincere. La chitarra affilata di Alberto, il drumming potente e preciso del fratello Luca, coadiuvati dall’equilibrio del basso di Roberta sono la cifra stilistica di un gruppo che forse avrebbe meritato di più al botteghino. La produzione del successivo “ Solo Un Grande Sasso” 2001 affidata a Manuel Agnelli, li ha portati ad un maggior consenso di pubblico, anche se non tale da farli uscire da uno status di culto del quale godono tuttora. “Agnelli è molto legato ad una struttura pop delle canzoni” disse in un’intervista Luca Ferrari. Forse non erano tempi maturi per una svolta di tale tipo, visto che nel tempo i suoni si sono lievemente ammorbiditi, in particolare nei due volumi di Enkadenz (2015, sesto e settimo album), nei quali la melodia si insinuava maggiormente nelle loro trame elettriche. È dal vivo però che il gruppo dà il meglio, costruendo un muro sonoro che ha pochi eguali tra le band nostrane. In fondo it’s only rock and roll, but i like it, e se la cosa vi aggrada, sapete che sabato 8 luglio sul palco si SEXTO ‘NPLUGGED ne avrete in abbondanza.

Non ci poteva essere più degna conclusione del lauto banchetto sonoro di Sexto’Nplugged dei Dry Cleaning, martedì 11 luglio: Cosa c’è di più punk della copertina del loro ultimo disco, Stumpwork (2022), con dei peli umani a formare il titolo su una saponetta ? “ Ritrae una cosa normalissima, cambiamo la pelle di continuo, perdiamo i denti. È la vita” diranno in un’intervista. Anche qui c’è una vocalist femminile, Florence Shaw, che più che cantare declama testi su basi musicali tese e cupe. Thomas Paul Dowse (guitar), Nicholas Hugh Andrew Buxton (drums), Lewis Maynard (bass) intessono trame che hanno come numi tutelari tra gli altri PIL, Pop Group, Fall e Sleaford Mods. La band di South London riferimento principalmente a quegli artisti che si volevano emancipare dalla furia punk ricercando nuove sonorità ed in questo contesto la Shaw rappresenta una nuova iconica Siouxsie (dei Banshees), senza mascara ed orpelli, ma di pari carisma.

Dry Cleaning, photographed in Max Miechowski’s studio in Tottenham, London, on 09/27/2022.

Il fatto di pubblicare i loro due dischi New long leg” (posizionatosi al numero 4 nelle classifiche di vendita UK) nel 2021 e il già citato “Stumpwork” nel 2022 sulla storica 4AD ne certifica il ruolo nell’ambito del recupero di certi suoni degli anni ’80. A marzo 2023 è uscito il loro nuovo EP, “Swampy” con 5 tracce, i recenti singoli “Swampy” e “Sombre Two”, una demo della canzone “Peanuts” ed i remix di Charlotte Adigéry & Bolis Pupul e Nourished By Time. Inutile dire che l’occasione di vederli dal vivo è irrinunciabile, anche in considerazione delle difficoltà a suonare in Italia finora :” Ci proponevano metà del nostro cachet, così è impossibile per noi”. Che SEXTO ‘NPLUGGED ce li proponga nella serata di martedì 11 luglio è una riprova del loro impegno. Possiamo mancare ?

Chi meglio degli sloveni BALANS poteva aprire per la band inglese ? Il gruppo che frequenta territori post-punk, è una delle realtà più importanti dell’underground sloveno, e mescola alla perfezione semplicità sonore con una fortissima componente visiva, con testi profondi e personali.

(le citazioni sono tratte da interviste pubblicate sulla rivista “Rumore”)

Daniele Paolitti – instArt 2023 ©

 

PROGRAMMA SEXTO ‘NPLUGGED 2023

KING HANNAH (opening act SUNMEI )– 7 luglio 2023 ore 21:00

VERDENA – 8 luglio 2023 ore 21:00

BEN HOWARD (opening act MABE FRATTI) – 9 luglio 2023 ore 21:00

DRY CLEANING (
opening act BALANS) – 11 luglio 2023 ore 21:00


INFO TICKETS
ABBONAMENTO 5 serate:
Early bird 90,00 Euro + dpp
Regolare 105 Euro + ddp
EARLY BIRDS disponibili dal 22 marzo ore 10:00 al 26 marzo ore 24:00
Per info e biglietti:
www.sextonplugged.it

Ufficio Stampa Sexto ‘Nplugged | Astarte : camilla@astarteagency.it

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