DIPLOMAZIA – TEMPI UNICI STAGIONE 2022/2023 TEATRO NUOVO UDINE- recensione

Spingere lo spettatore a riflettere sui grandi temi della nostra società è la più autentica e inattaccabile funzione del teatro. Uno spettacolo come “Diplomazia”, andato in scena al teatro Giovanni da Udine a chiusura del cartellone Tempi Unici della Stagione di Prosa 2022/2023, ne rappresenta uno straordinario esempio. Il testo di Cyril Gely, nell’allestimento del Teatro dell’Elfo che lo ha prodotto con il Teatro Stabile di Catania e in collaborazione con LAC Lugano Arte e Cultura, racconta una pagina di storia offrendo spunti di meditazione su quelli che sono temi sempre attuali che vanno dalle responsabilità individuali alla libertà di ogni essere umano.
Nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1944, il destino di Parigi pare segnato poiché il generale tedesco Dietrich Von Choltitz, ricevuto da Hitler l’ordine perentorio di radere al suolo la città, si sta preparando a dare l’ordine di far saltare le numerose cariche di dinamite piazzate sotto ognuno dei quarantacinque ponti della capitale francese con la conseguente alluvione della Senna che avrebbe provocato la morte di migliaia di cittadini. Pronto dunque a distruggere anche la centrale elettrica e l’acquedotto de la Ville Lumière e tutti i suoi monumenti più famosi, dalla Tour Eiffel all’Hôtel des Invalides, dall’Eliseo, al Louvre e l’Opéra.

E’ angosciato ma determinato Von Choltitz “vittima” del tremendo ricatto della Sippenhaft, una legge emanata dal Führer per garantirsi la cieca obbedienza dei suoi sottoposti che prevedeva l’immediata condanna a morte dei familiari di un comandante nel caso disobbedisse a un ordine del governo. Solo, tormentato dall’opprimente calura estiva e dagli attacchi d’asma, Dietrich non trova pace nell’austera suite dell’Hôtel Meurice trasformata in studio personale nel quale a dominare la scena è una massiccia e austera scrivania ma non mancano tanti simboli nazisti mentre dalle enormi finestre filtrano suoni e rumori minacciosi.
Un destino ineluttabile per la capitale francese se non fosse che, nel cuore della notte, compare nella stanza un inatteso e imperturbabile ospite. Si scoprirà presto trattarsi di Raoul Nordling, console svedese a Parigi proprio in quel preciso momento storico.
Superata la sorpresa e compresa l’identità dell’intruso, Von Choltitz inizia un incalzante duello verbale dai toni duri e pragmatici con Nordling che ribatte colpo su colpo ricorrendo all’ironia e a una visione del mondo fatta di bellezza e ideali. L’arte della diplomazia esercitata da Nordling riuscirà ad abbattere le certezze e le convinzioni di Von Choltitz mettendo a nudo le sue contraddizioni, anche facendo leva sui legami d’affetto familiari cui il generale tedesco ammette di non avere rinunciato. E Parigi sarà salva.
Una messa in scena perfetta, potente e godibile, dal forte impatto emotivo e dal ritmo incalzante. Ciò grazie a un testo ricco, i cui rimandi all’attualità sono palesi, e alla straordinaria interpretazione di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni nei rispettivi ruoli del generale tedesco Dietrich Von Choltitz e del console svedese Raoul Nordling che hanno saputo rendere alla perfezione le opposte personalità dei duellanti e infondere un gran ritmo ai dialoghi. Due autentici giganti della scena teatrale italiana che insieme al resto del cast composto da Michele Radice, Alessandro Savarese e Simon Waldvogel hanno portato sul palco del Nuovo un lavoro dalla grande tensione emotiva e di notevole coinvolgimento. Efficace la regia curata dallo stesso De Capitani e da Francesco Frongia e l’attenta traduzione di Monica Capuani, le luci essenziali di Michele Ceglia e il suono angosciante creato da Luca De Marinis.
Liberatorio e calorosissimo l’applauso con cui il pubblico ha congedato i protagonisti del più bello spettacolo della Stagione di Prosa del teatro udinese.

Rita Bragagnolo / instArt 2023 ©