L’indomita Jo, la romantica Meg, la dolce Beth e l’impertinente Amy. Sono le quattro Piccole Donne del capolavoro scritto nel 1868 da Louise May Alcott.
Il primo allestimento italiano del musical che da anni calca le scene di Broadway è andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
Una storia senza tempo, un romanzo di crescita e formazione amato da milioni di ragazzine di oggi come delle generazioni precedenti, portata in scena dalla Compagnia dell’Alba di Ortona in una versione curata da Gianfranco Vergoni, con la regia e le coreografia di Fabrizio Angelini, la scenografia di Gabriele Moreschi, i costumi di Alessia de Guglielmo.
Le quattro ragazze vivono a Concord, cittadina della provincia americana, con la madre. La Guerra di Secessione è solo sullo sfondo e non condiziona lo scorrere tranquillo della vita delle ragazze, se non per la preoccupazione per la sorte del padre, arruolato come cappellano. La loro è una vita serena, nonostante una situazione economica non brillante, tra giochi, fantasie teatrali e corse con i pattini sul lago ghiacciato. Famiglia, crescita, l’affacciarsi al mondo adulto con i suoi drammi, le promesse e le delusioni, questo è Piccole Donne.
Fulcro della famiglia è la vulcanica Jo aspirante scrittrice che nella sua soffitta, indossato il cappello con la piuma, si immerge in un mondo fantasioso fatto di damigelle in pericolo e duelli tra cavalieri che corrono in loro soccorso.
La scenografia, su due livelli, è incentrata proprio sulla soffitta di casa March: mobili accatastati, una scrivania ed un vecchio lume. E’ il luogo del cuore di Jo ed il luogo del suo diventare donna, coraggiosa e caparbia nel voler inseguire il suo sogno di cambiare il mondo con la scrittura. Nelle vicende delle quattro ragazze e del vicino di casa ed amico fraterno Laurie c’è quello che in fondo è nella vita di tutti noi: gioie e giochi, piccole soddisfazioni, piccole invidie, liti e rappacificazioni, la malattia e i grandi drammi.
Edlige Di Stefano nei panni di Jo, Alberta Cipriani in quelli di Meg, Giulia Robino-Beth e Claudia Mancini-Amy portano freschezza e belle voci sulla scena. Se, da un lato, le figure dell’arcigna zia March e del burbero nonno di Laurie Mr Laurence assumono un carattere un poco macchiettistico, le quattro sorelle March, emergono con le rispettive peculiarità e caratteri, così come l’amico Laurie, il suo tutore Brooke e il prof Behar.
Uno spettacolo poetico e travolgente, recita a ragione il programma di sala, che termina con l’intera compagnia nel foyer a salutare il pubblico e a scambiare due parole ed una foto con tutte le Piccole Donne di oggi che, come accaduto a tutte noi, sognano, almeno per una volta, di assomigliare a Jo.
Laura Fedrigo