“Per celebrare il centenario de “La coscienza di Zeno” – e nell’ambito del protocollo siglato dallo Stabile con Comune di Trieste e LETS Letteratura Trieste, l’Università degli Studi e la Fondazione lirica Teatro Verdi – viene riproposta dal 23 al 25 marzo la produzione “Svevo” di e con Mauro Covacich”.

Inserito fra le manifestazioni legate alla celebrazione del centenario dalla prima edizione de “La coscienza di Zeno”, viene programmato dal 23 al 25 marzo (con alcune repliche anticipate per le scuole già dal 21 marzo) lo “Svevo” di e con Mauro Covacich, a cura di Franco Però.
Lo spettacolo – produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – ritorna in scena a Trieste nell’ambito del protocollo siglato proprio per quest’anniversario dallo Stabile regionale con il Comune di Trieste e LETS Letteratura Trieste, l’Università degli Studi e la Fondazione lirica Teatro Verdi Trieste.
“Svevo” è una produzione molto applaudita, ha aperto la trilogia che Covacich dedica ai grandi monumenti della scrittura del Novecento a Trieste – Svevo, Joyce, Saba – e dal debutto del 2021 è stata invitata in contesti di notevole prestigio, come il Salone Internazionale del Libro di Torino, La Milanesiana ed a Parigi, ospite dell’Istituto Italiano di Cultura.
Mauro Covacich tiene una lezione raffinata ed appassionante in cui gli spettatori – grazie allo straordinario docente, alla sua cultura – intraprendono un itinerario affascinante, talvolta impegnativo, sempre profondamente induttivo, attorno alla scrittura e alla personalità di Italo Svevo.
Personaggio monumentale e sfaccettato, tardivamente riconosciuto e clamorosamente antesignano, Svevo richiede al lettore una particolare attenzione e sensibilità per essere pienamente compreso e colto nella sua meravigliosa complessità. Non è sufficiente concentrarsi sulle pagine del suo libro, sul fluire delle parole, sui cardini stilistici che smantella e reinventa.
È necessario invece partire più da lontano e conoscere la città dalle molte anime e culture in cui Svevo è radicato. È necessario cogliere i concetti e gli interrogativi racchiusi – come in un caleidoscopio – nel suo capolavoro “La Coscienza di Zeno”, superarne le letture di cliché, osservarlo nel sistema in profonda evoluzione della coeva narrativa europea. Si deve inoltre saper riflettere sul paradosso della lingua in cui è scritto il romanzo, l’italiano, che per l’autore – uno dei massimi esponenti del Novecento letterario italiano – non era la lingua madre, ma quella appresa sui libri di scuola.
Triestino di nascita, Mauro Covacich pur seguendo la propria luminosa carriera nazionale e internazionale conosce bene l’identità, la meravigliosa ricchezza, la fertile complessità che Aaron Hector Schmitz ha incastonato, come in un rebus, nel suo nom de plume: Italo Svevo.
«Passava a prenderci col suo autobus. Il 29, o la 29, come si dice a Trieste» scrive Mauro Covacich pensando a questo suo atto unico. «Era riuscito a farsi dare il turno del mattino, per motivi di salute. Io e mia sorella salivamo insieme a qualche compagno di classe e lui era lì, bello nella sua divisa, che guidava. Penso all’invidia dei nostri amici. “Non parlare al conducente”… Noi gli parlavamo eccome. E lui ci rispondeva. Mia sorella alle elementari, io alle medie. Scuola Italo Svevo. In via Italo Svevo.
Cosa sapeva mio padre di Italo Svevo? Poco, credo. Non ho fatto in tempo a chiederglielo, se n’è andato troppo presto. Ma anche di me non sa niente. Non sa cosa sono diventato. E neanch’io so cos’è diventato lui. Eppure ci facciamo compagnia. Mi capita spesso di vederlo, che mi controlla con quel suo sguardo beffardo, se le sparo troppo grosse, se sono troppo complicato. Ci parliamo, anche. Ora ad esempio potrebbe dire una frase tipo: Vara che no xe una seduta spiritica, xe una lezion. Okay, papà».
Lo spettacolo è in scena alla Sala Bartoli dal 21 marzo solo per le scuole, mentre per tutti gli interessati il 23, 24 marzo alle 19.30 e il 25 alle ore 21. I pochi biglietti ancora a disposizione si acquistano alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.
Mauro Covacich (Trieste, nel 1965) è autore della raccolta di racconti “La sposa” (2014, finalista premio Strega) e di numerosi romanzi. Presso La nave di Teseo ha pubblicato in una nuova edizione il “ciclo delle stelle”, “A perdifiato” (2003), “Fiona” (2005), “Prima di sparire” (2008) e “A nome tuo” (2011), oltre a “La città interiore” (2017, finalista premio Campiello) e “Di chi è questo cuore” (2019), “Colpo di lama” (nuova edizione 2020) e per lo stesso editore, nel 2021 il saggio narrativo “Sulla corsa”, dedicato alla sua consuetudine con la maratona. Recentissima l’uscita del romanzo “L’avventura terrestre”. Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito Il Woursell Award.

“SVEVO”
di e con Mauro Covacich
a cura di Franco Però
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

comunicato stampa