Follia omicida o freddo calcolo? Sono morti 69 ragazzi ad Utoya, intervenuti ad un seminario politico estivo. Non è stato un terrorista islamico ensì un bianco norvegese con ideologie di estrema destra. Causa un esplosione ad Oslo come diversivo e poi si sposta sull’isola di Utoya a compiere questo gesto efferato.

Gli autori, Edoardo Erba e Luca Mariani, sviluppano la storia su 3 scene che evidenziano le contraddizioni di una società “perfetta”. La polizia è un esempio di organizzazione, una macchina perfetta che in questo caso dimostra i suoi limiti, la famiglia è un luogo di crescita e protezione per i figli che in questo caso si dimostra impreparata a comprendere le reali esigenze di una figlia adolescente ed infine la cultura del rispetto e della discrezione impedisce di vedere cosa sta succedendo a pochi metri da casa nostra.

Ad un certo punto arriva la frase: era meglio che fosse islamico. Poche parole che ci portano a riflettere sulla semplificazione dell’opinione pubblica,  come sia molto più difficile ammettere che i cattivi stanno anche tra noi piuttosto che condannare il gesto stesso. Lo spettacolo si sviluppa su 3 quadri: la famiglia che è in ansia per la figlia presente al seminario politico, la centrale di polizia che non sa come muoversi e 2 fratelli adulti vicini di casa dell’assassino. Il racconto emerge per emozioni e sensazioni, la documentazione è nascosta tra i dialoghi in cui ognuno potrebbe immedesimarsi.

La rappresentazione diventa struggente anche grazie alla forza dell’interpretazione dei due attori, Arianna Scommegna e Mattia Fabris; magistrali nel cambiare personaggio e scena portando velocemente il pubblico a capire e seguire lo sviluppo della storia. Un susseguirsi di dialoghi che rendono inquieto l’ascoltatore per l’incalzare degli avvenimenti. Non è facile parlare di un argomento come questo in teatro ma autori, attori, regista e light designer sono stati capaci di far vivere quelle strazianti emozioni al numeroso pubblico del Teatro Luigi Bon. Ognuno dei presenti ha portato con sé un nuovo stimolo alla riflessione che è il valore aggiunto del teatro contemporaneo. Alla fine dello spettacolo, gli attori e Luca Mariani, autore del libro “il silenzio sugli innocenti” hanno incontrato il pubblico e sviluppato un breve dibattito.

Glauco Comoretto © instArt

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