Fire! Orchestra Italian Defeat a Jazz & Wine of Peace 2022

Si chiamavano Pop Group, facevano a fine anni settanta quel “free jazz punk inglese” che non piaceva a Battiato e che ben pochi conoscevano e non conoscono tuttora. Mischiando Albert Ayler e Sex Pistols, dub e rumorismo, avanguardia ed imperizia tecnica, aprivano con sfrontatezza giovanile nuovi scenari nella musica moderna. Stesso impeto e stessa attitudine hanno caratterizzato la multiforme carriera di Mats Gustafsson, il quale però è partito da una solida tecnica al sax e da un background jazz che si è arricchito di istanze rock, metal ed avanguardie varie. Ultimo dei suoi progetti è la Fire! Orchestra Italian Defeat, ensemble nato dai Fire! (Gustafsson al sax con Johan Berthling al basso e chitarra ed Andreas Werliin alla batteria), diventato poi Fire!Orchestra (con aggiunta di altri musicisti), per giungere alla attuale denominazione caratterizzata dalla presenza variabile di musicisti italiani tra i quali Zoe Pia (fiati) e Sara Ardizzoni (chitarra), nata da una collaborazione tra Centro d’Arte dell’Università di Padova, Area Sismica e Circolo Controtempo. La serata di sabato 22 ottobre di Jazz & Wine of Peace, presso il teatro di Gradisca d’Isonzo (una vera premiere), capitava a puntino per testare l’amalgama del gruppo. L’impatto dei nove sul palco è subito intenso: si inizia con cadenze soffici, flauto e clarinetto, mentre il basso, vero cuore pulsante di tutto il set, tiene un ritmo dub-new wave ( Pop Group appunto) martellante ed ossessivo. Il set è la riproposizione in chiave allargata dell’album Defeat dell’anno scorso, e conferma la cifra stilistica del progetto: uno spartito sul quale si innestano di volta in volta i contributi dei singoli musicisti, creando una tavolozza di suoni ora aggressivi, ora soavi e melodici, ora eterei (in particolare quando Gustafsson suona il flauto e duetta con il clarinetto della Pia). L’impressione è di forte coesione ed impatto, il gruppo produce un’onda sonora sinuosa che ingloba jazz, etnica ( le muleddas di Pia), chitarre frippiane ( la Ardizzoni, che lavora su effetti e suoni, non su melodie, creando sfondi quasi industrial), furia punk, fiati che legano il tutto e sono l’unico elemento veramente jazz del concerto. Il leader, come detto, passa dal flauto ai sincopati saliscendi free jazz, assecondato in questo caso dagli altri musicisti, ed è un vero direttore d’orchestra che fa incanalare in qualche modo la tensione dei momenti più pacati per poi farla sfociare in un urlo sonoro quasi liberatorio. Non è facile descrivere tale musica, in quanto è sfuggente nei riferimenti: in certi momenti si sente l’eco della Canterbury dei sessanta/settanta, in altri il free jazz, in altri ancora il rock. È comunque una musica d’insieme, in cui non prevalgono questo o quello strumento musicale, ma il gruppo nel suo complesso, che a Gradisca è apparso coeso e determinato. Questa proposta musicale di Gustafsson e soci ha il “difetto” di non piacere alle orecchie delicate di chi ha una visione ortodossa del jazz, visto che ingloba tanti riferimenti. Sintetizzando vari decenni di musica La Fire! Orchestra ha il dono della contemporaneità e strizza l’occhio al passato senza perdersi in inutili revivalismi o patetiche nostalgie. Per questo ci piacciono. Per questo ci piace il free jazz punk svedese.

Fire! Orchestra Italian Defeat:

Mats Gustafsson: baritone saxophone, flute, electronics; Johan Berthling: electric bass, double bass; Andreas Werliin: drums; Goran Kajfeš: trumpet; Mats Äleklint: trombone; Sebi Tramontana: trombone; Zoe Pia: clarinet, launeddas; Sara Ardizzoni: electric guitar. Special guest: Fabrizio Puglisi on piano, synth.

Daniele Paolitti – instArt 2022 ©