Ultimo appuntamento per Musica Cortese, il Festival internazionale di musica antica nei centri storici del Friuli Venezia Giulia. Giovedì 29 settembre, alle 21 nel Duomo di Latisana, la 19esima edizione della rassegna promossa da Dramsam – Centro Giuliano di Musica antica si concluderà con Una festa ebraica. Dopo la prolusione “Il mito del Medioevo: di alcune vere leggende”, a cura di Riccardo Drusi, professore dell’Università Ca’Foscari di Venezia, si esibirà Lucidarium Ensemble, con Carla Nahadi Babelegoto, Enrico Fink e Giulia Valentini (voce), Avery Gosfield (flauto e tamburo), Fabio Accurso (liuto), Élodie Poirier (nyckelarpa) e Massimiliano Dragoni (dulcimelo, percussioni). Prima del concerto, alle 20, sarà possible partecipare a una visita Guidata a cura degli “apprendisti ciceroni” dell’ISIS Mattei di Latisana. Anche questo appuntamento, come tutti gli altri di Musica Cortese, sarà a ingresso gratuito, con prenotazione consigliata scrivendo a dramsamcgma@gmail.com.

Durante il Rinascimento l’Italia nordorientale ospitava un gran numero di comunità ebraiche sparse sia nelle grandi città che in quelle più piccole, compresa Latisana. La maggior parte della popolazione ebraica nordorientale era di origine tedesca e costituiva una sottominoranza culturale di lingua yiddish. Le frequenti espulsioni, l’insicurezza economica, i viaggi per il commercio resero questa popolazione molto mobile. Non sorprende quindi che anche alcune famiglie di Spilimbergo si siano avventurate per fondare una comunità ebraica a Latisana. Durante molti dei circa 150 anni della loro presenza registrata, gli ebrei residenti a Latisana godettero di privilegi solitamente non concessi altrove, fra cui il diritto di possedere e affittare proprietà o di esercitare professioni diverse da quelle solitamente permesse, come usura o vendita di stracci, medicina o musica. Eccezionalmente, molti erano coinvolti nell’agricoltura, quindi nella coltivazione di grano, allevamento di bestiame e viticoltura, tanto che nel 1660 Latisana era persino sede di una cooperativa agricola cristiano-ebraica. In virtù della posizione geografica strategica e del ruolo di fornitore di carne e vini kosher per la maggior parte della regione, gli ebrei di Latisana sono stati al corrente delle tendenze culturali delle città più grandi. Perciò quando era il momento di festeggiare, suonavano, ballavano e cantavano in modi che avrebbero avuto molto in comune con i loro correligionari delle grandi città così come con i loro vicini Gentili.

Musica Cortese nella sua edizione 2022 ha rinnovato l’indissolubile connubio tra storia, musica, arte e turismo. Il Dramsam – Centro Giuliano di Musica antica, che, dal 1988 ha abituato il suo pubblico all’incontro tra il fascino di note d’altri tempi e la suggestione trasmessa da luoghi insoliti, spesso ancora poco conosciuti, ha allestito un viaggio iniziato lo scorso 9 luglio volto a conoscere la nostra Regione con angolature diverse e affascinanti, con la direzione artistica di Fabio Accurso. Il filo rosso che ha unito concerti ed eventi collaterali è “La Porta del Sogno”, ovvero “Immaginazione nel Medioevo e immaginazione sul Medioevo”.

Giunto alla 19esima edizione, il Festival Musica Cortese è l’unico in Italia a focalizzarsi sulla musica medievale, tanto da essere un punto di riferimento per gli artisti e gli ensemble di musica antica in Italia e in Europa. Da sempre la rassegna abbina musica storica e siti pertinenti ai repertori proposti, secondo una strategia di reciproca valorizzazione, poiché la musica antica ha bisogno vitale di un’acustica appropriata, quella che appunto solo i siti storici sono in grado di offrire. L’edizione 2022 ha affrontato il ruolo dell’immaginazione reperibile nei repertori medievali (sogno, utopia, millenarismo, invenzione del romanzo epico come proiezione immaginifica di eventi reali, ecc.) e la perdurante potenza immaginifica nella cultura odierna di un concetto di Medioevo slegato dalla storia e legato piuttosto alla contemporaneità. Questo il senso delle prolusioni ai concerti, a cura del professor Riccardo Drusi, docente di Letteratura italiana all’Università Cà Foscari di Venezia.

Comunicato Stampa