La città è quella dei Cantieri: multicolore, multietnica, meravigliosa. Monfalcone, oggi (ma in realtà da sempre), è stata capace di fare coesistere più culture: non voglio dire senza i naturali problemi che tutto ciò può comportare, ma credo che l’intelligenza, alla fine, possa risolvere tutto.
Proprio con intelligenza da anni Jazz in Progress, la bella rassegna costruita dall’Associazione Nuovo Corso, si muove nei bei spazi de “Il Carso in Corso”, locale centralissimo oramai un habitué degli amanti della musica afroamericana. Cosa di non poco conto, trattandosi di un esercizio commerciale dove si può degustare ottimo prodotti (e, vi assicuro, bene!), l’ascolto durante i concerti è una delle priorità: quando a dare voce sono gli strumenti, non vola una mosca!
La scorsa sera a conquistarci è stato il trio “Floating Lines”. Nato qualche anno fa, grazie ad un incontro a Roma negli spazi radiofonici dell’amico Pino Saulo e nel 2017 registrato e prodotto dalla sempre attenta label Cam Jazz, nel postcovid la reunion Giovanni Maier, Giorgio Pacorig e Michele Rabbia si è resa possibile proprio a Monfalcone! Che dire? Che i nostri tre artisti siano fra il meglio che la proposta jazz italiano possa offrire è fuori dubbio: non sto neppure a sottolineare la straordinaria carriera di questi viaggiatori musicali, tanto sarebbe lunga la lista delle collaborazioni, dei progetti discografici, delle produzioni vecchie e nuove. C’è da dire che nessuno ha assolutamente perso lo smalto (anzi la voglia di suonare ed esibirsi fa da motore sicuramente), la classe fuor di dubbio non è acqua, il progetto nato pre pandemia va avanti, crea nuove sonorità, continua a richiamare un pubblico numeroso ed attento.
Dei brani presenti nell’immancabile cd in realtà i nostri tre corsari ne hanno proposti fondamentalmente solo due (Disk Dosk e Shifting Grace) lanciandosi poi in lunghe e convincenti improvvisazioni per oltre un’ora di musica straordinaria, emotiva, energica, senza alcun fronzolo inutile, sempre convincente. La straordinaria capacità di condurre gli spettatori in un viaggio caleidoscopico grazie alla intrinseca potenza creativa del trio ha semplicemente conquistato i cuori di tutti: basti pensare per esempio alle sonorità create da Rabbia, non solo con la sua batteria, ma cercando atmosfere pulsanti con i bicchieri, con campanelle od oggetti vari; o l’uso straordinario da parte di Maier di un semplice spartito per frusciare fra cellulosa, dita ed archetto note straordinarie con il proprio contrabbasso; o il percuotere corde e martelletti, aprendo un poetico pianoforte da Pacorig. Magmatici ed originalissimi affreschi musicali! Insomma, l’avete capito: chi ha potuto essere presente si è potuto beare di un’ora abbondante di pura magia!!!
Ricordiamo che il prossimo 11 giugno, sempre al Carso in Corso, ci sarà un altro appuntamento imperdibile, perché a calcare lo spazio ritornerà un altro caposaldo della Musica che risponde al nome di Giancarlo Schiaffini e con lui l’immancabile Sergio Armaroli e gli straordinari amici Giovanni Maier e Urban Kušar. Non so se presenteranno il recentissimo “Monkish (’round about Thelonious)” uscito per Dodicilune, ma come sempre sarà motivo di un nuovo straordinario percorso musicale che non ci perderemo affatto. Inizio, come sempre, ore 21.00.
Luca d’Agostino © instArt