Palco, strumenti, luci, pubblico numeroso pronto, e dopo che gli strumentisti si sono accomodati entra lui… passo deciso a raggiungere il microfono al centro del palco mentre parte la prima canzone italiana… già… canzone italiana, dallo stile indiscutibilmente italiano, nessuna scimmiottatura, e con lei tanti giochi di parole apparentemente sconnesse tra loro, ma sapientemente e volutamente concertate dall’artista dall’indiscusso accento emiliano. Samuele Bersani è sul Palco del Teatro Verdi di Pordenone (forse dopo una trentina circa d’anni) per riassaporare e farci riassaporare le delizie del concerto live all’italiana.

Armonie di parole e musica lo hanno contraddistinto in carriera, densa di successi importanti ma anche di momenti di apatia creativa superata, a dir suo, attraverso il racconto di quelle piccole cose che succedono ogni giorno tra amore e vita quotidiana. Il concerto è naturalmente orientato alle nuove canzoni restate indoor per la pandemia ma che ritornano a vedere la luce ora che sembriamo aver accettato la presenza di un compagno indesiderato di viaggio che speriamo ci abbandoni al più presto per lasciarci liberi di godere ogni espressione artistica in pubblico. Bersani ha tanta voglia di presentarci le sue nuove creature musicali questa sera. Canzoni espresse in modo colto (si coglie il suo giocare con le parole e armonie con criterio) e raccontate in modo simpatico durante le sue presentazioni dalle sfumature comiche. Non manca quel sapore di cordialità, di educazione nel porsi al pubblico in modo semplice e garbato, cosa che si sta perdendo, a suo dire ma anche a mio, nelle nuove generazioni di artisti di generi inficiati da chi la cultura la subisce e non la crea. Scherza su Vasco Rossi, obietta il tRap e la sua mercificazione della donna, del ferro e del torpiloquio, pur amando tutta la musica. Figlio di un maestro flautista e lui stesso studioso di musica classica. Ogni volta che la sua musica si diffonde, in trance da tre brani circa alternati al monologo di presentazione dei successivi, si assapora la magia del suo stile cantautorale, immerso in armonie ricche di passaggi tonali, a volte azzardati, che creano immagini del suo modo di vedere il mondo. Ascoltandolo una miriade di pensieri e immagini si susseguono sospinti dalle sue continue e repentine figure retoriche, dal suo scrivere e fare musica a modo suo. Questo è ciò che l’arte deve fare. Portarci con se in luoghi dove non esistono differenze, dove non ci sono confini, dove possiamo stare insieme agli artisti che condividono con noi questa unica, complicata e splendida vita, spettatori di come ce la raccontano. Bersani rimane estasiato dal calore che il pubblico del Teatro Verdi di Pordenone gli offre ad ogni applauso, tanto da affermare compiaciuto che Pordenone diventerà una tappa fissa dei suoi prossimi tour. E non ha torto. Il pubblico del teatro di Pordenone lo osanna ad ogni fine brano quasi fosse un salvatore… e in fondo un po’ lo è perché la musica quando fa coppia fissa con il talento, non lascia scampo al sentimento di condivisione e gratitudine per le emozioni che regala. C’e spazio per il suo ricordo del grande Lucio Dalla. Lo racconta come persona estremamente semplice e profonda, uno che non se la tirava per niente… anzi! Uno stile che ha lasciato il segno su Bersani. La maggior parte dei grandi personaggi che cambiano e hanno cambiato il mondo artistico a modo loro, lo hanno fatto rimanendo persone semplici anche se intorno tutto parlava di loro in modo empatico, termine un po’ inflazionato ultimamente, secondo lui. Samuele Bersani è un cantautore che ama spaziare in nuovi arrangiamenti sintetici, colorare di tinte elettroniche forti le ritmiche unendole a quelle percussive classiche, usare tappeti sonori avvolgenti e strumenti a corda che giocano tra loro in modo garbato, capaci di sottolineare sempre al momento giusto rif, strofa ritornello e special. Tutto questo lo si può fare solo se con l’artista c’è una band di maestri che accettano il compromesso di seguire il creativo principale adattando la propria creatività strumentale al suo gusto. Il concerto di Samuele Bersani è da vedere se avete occasione! Per gli appassionati della scaletta, ecco i brani che Samuele Bersani nel suo “CInema Samuele” tour ci ha presentato. Pixel, Il tiranno, Mezza bugia, Il tuo ricordo, Harakiri, Psyco, Replay, Lo scrutatore non votante, L’intervista, Spaccacuore, En e Xanax, Ferragosto, Cattiva, Il mostro, Le Abbagnale, Distopici, Le mie parole, Coccodrilli, Chicco e Spillo, Freak, Pescatori di asterischi, Giudizi universali. Grazie ad Euritmica e al Teatro Verdi per averci dato l’opportunità di seguire questo splendido concerto, e per tutto quello in arrivo in questa estate che sta per scoppiare, artisticamente parlando!

© Massimo Cum per instArt