“Leo Muscato dirige una ottima edizione di “Morte di un commesso viaggiatore” con Michele Placido nel ruolo del protagonista. Alvia Reale interpreta la moglie e attorno a loro un cast puntuale ed emozionante. Il capolavoro di di Arthur Miller è ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la stagione Prosa dal 24 al 27 marzo”.
«In “Morte di un commesso viaggiatore” – scriveva Arthur Miller – non vi sono flashback, ma soltanto una dinamica concorrenza di passato e presente, e questo, ancora, perché nel suo disperato bisogno di giustificare la propria vita, Willy Loman ha distrutto i confini tra passato e presente, come qualcuno che, alzando il ricevitore del telefono, scoprisse che questo gesto perfettamente inoffensivo ha provocato chissà come un’esplosione in cantina. I risultati previsti delle azioni ordinarie e accettate, e i loro improvvisi e imprevisti – ma apparentemente logici – effetti, formano il conflitto fondamentale di questo lavoro, e, a me pare, la sua essenziale ironia».
Il capolavoro dello scrittore statunitense, uno dei testi più importanti e frequentati del Novecento, arriva al Politeama Rossetti nell’edizione firmata da Leo Muscato con protagonista Michele Placido. Reduce da una applaudita tournée nel ruolo di Don Marzione “La bottega del caffé” goldoniana prodotta proprio dallo Stabile regionale – Placido è immediatamente passato al “Commesso” sostituendo Alessandro Haber che ha dovuto sospendere il suo impegno per motivi di salute. La compagnia ha così potuto proseguire il tour e arrivare ora anche a Trieste dove lo spettacolo replica dal 24 al 27 marzo.
Nella puntuale regia di Leo Muscato lo spettacolo rivela tutta la luce del testo, la statura tragica del protagonista, la denuncia dei falsi ideali di una società fondata del consumismo, la forza del suo messaggio e della scrittura che rendono “Morte di un commesso viaggiatore” così universale.
L’idea di Arthur Miller era stata inizialmente quella di descrivere – anche con ironia – il coesistere di nodi del passato e ansie del presente nella vita e nella mente di una persona: ciò presupponeva una scrittura molto particolare.
Se il suo dramma immediatamente precedente – “Erano tutti miei figli” – possedeva una struttura classica e puntuale, con uno sviluppo che seguiva le canoniche unità di luogo, tempo e azione, per “Morte di un commesso viaggiatore” l’autore procede invece in modo innovativo, accostando come in un mosaico tessere appartenenti al passato ed eventi dell’oggi. Perché sugli avvenimenti di oggi, gli errori del passato continuano a rifrangersi.
La mente e la vita in cui Miller invita il pubblico a scrutare, appartengono a Willy Lohman, il “commesso viaggiatore” del titolo: un uomo in cui inizialmente ciascuno potrebbe riconoscersi, un uomo che si è fatto da sé e che ha un sogno da realizzare. Un sogno forse troppo grande e ossessivo.
Accanto a Michele Placido, che offre un’interpretazione toccante, vivida del protagonista, si ammirerà la classe di Alvia Reale, nel ruolo della moglie che si è votata a lui e con dolcezza lo sostiene, e poi un cast molto preciso.
Incarnano il mondo familiare di Lohman, un mondo che lo ama ma di cui lui non riesce a cogliere l’importanza e la generosità, teso com’è a crescere nella scala sociale, a fare soldi, e – una volta compreso dolorosamente il proprio fallimento – a spingere i propri figli verso una vita basata sugli stessi falsi ideali. Il successo, l’esteriorità, l’importanza di essere attraenti, popolari, vincenti: i miti alla base del sogno americano, che presto mostra i propri limiti.
«Willy Loman – commenta il regista Leo Muscato – è uno dei personaggi teatrali più tragici del ventesimo secolo. Nella sua mente c’è qualcosa di fratturato. Ci sono diversi momenti in cui si rende conto che la sua famiglia è più importante del denaro. Ad esempio, quando sua moglie gli dice che hanno quasi pagato la casa, afferma: “Lavori tutta la vita per pagare le rate del mutuo, e quando la casa è finalmente tua, non c’è più nessuno che ci vive.” Willy Loman sogna un futuro che non è in grado di raggiungere; perché vive in un paese che all’apparenza offre illimitate opportunità e lui va alla ricerca disperata del successo. Ma fallisce, e non riesce a perdonarsi. E fallisce per aver creduto eccessivamente nel sogno americano, che non lo ha ripagato, e questo gli ha fatto perdere autostima».
Lohman infatti da commesso viaggiatore di successo, si ritrova stanco, invecchiato, dopo aver percorso l’America in lungo e in largo in macchina, senza aver ottenuto i risultati sperati. I suoi figli, messi sotto pressione nel modo sbagliato, appaiono a priori come dei falliti: Happy, il minore, lo imita ostinatamente anche negli errori, Biff – il prediletto – ha scoperto un brutto segreto del padre, e a quella delusione fa risalire il proprio nichilismo. Willy Lohman, allora, in cerca di riscatto, sale per l’ultima volta sulla sua auto…
Lo spettacolo replica alla Sala Assicurazioni Generali alle ore 20.30 dal 24 al 26 marzo e domenica 27 marzo alle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. L’ingresso in sala sarà consentito solo ai titolari di certificazione “Super Green Pass” e mascherina FFp2. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.
Venerdì 25 marzo alle ore 18 al Café Rossetti si terrà l’incontro di approfondimento del ciclo “Peter Brown presents…” dedicato a “Morte di un commesso viaggiatore” alla presenza degli interpreti. La conversazione è tenuta dal direttore della British School del Friuli Venezia Giulia Peter Brown. L’ingresso è libero con Super Green Pass e mascherina FFp2.
Comunicato Stampa