Dopo le problematiche legate alla pandemia di Covid-19, torna a Trieste I MILLE OCCHI, dal 22 al 26 marzo 2022. Un’edizione, questa XX, primaverile e straordinaria, troppo presto troppo tardi per citare un film di Straub-Huillet, che recupera il vuoto dell’anno passato e anticipa un ritorno alla normalità, quello della XXI edizione, che si terrà a settembre di quest’anno. Due le sedi dell’evento: il 22 e il 23 marzo il Cinema Ariston, il 24, 25 e 26 il Teatro Miela.
L’extra-ordinarietà di quest’edizione primaverile è confermata anche dall’attribuzione di un premio Anno Uno speciale a Elisabetta Sgarbi, per l’infaticabile lavoro culturale nell’ambito dell’editoria, anche cinematografica. Elisabetta Sgarbi ritirerà il Premio il 26 marzo al Teatro Miela (ore 21.00). Della sua La nave di Teseo verranno presentati tre volumi: L’acquario di quello che manca di Enrico Ghezzi, alla presenza di Aura Ghezzi in dialogo con Alberto Pezzotta, e accompagnato da materiali d’archivio, Walt Disney – Prima stella a sinistra di Mariuccia Ciotta, alla presenza dell’autrice e con un programma disneyano a sorpresa, e L’Italia di Dante – Viaggio nel Paese della «Commedia», alla presenza del professor Giulio Ferroni, in apertura della proiezione di Totò all’inferno.
«Diverse sono le ragioni che mi rendono felice e onorata del premio Anno Uno speciale – dichiara Elisabetta Sgarbi – Anzitutto essere premiata a Trieste, città che amo e a cui ho dedicato molte mie attenzioni cinematografiche e editoriali, sempre cercando di tracciarne la complessità di mondo di confine, costantemente aperto all’altro da sè. Da “Il viaggio della Signorina Vila” a “I nomi del Signor Sulcic” ho tentato di cogliere “la bellezza che fiorisce nel dolore”, come canta Srecko Kosovel. Poi perché questo è un riconoscimento che inaugura una nuova stagione per un festival storico, di cui conosco da spettatrice la tradizione e l’importanza. E infine perché questo riconoscimento si accompagna alla presenza di tre autori della Nave di Teseo cui sono particolarmente legata, Mariuccia Ciotta, Giulio Ferroni, Enrico Ghezzi. E cito in particolare Enrico Ghezzi perché ho sempre più la sensazione che molto di tutto quello che viviamo in questo come in altri festival lo dobbiamo a lui, a quello che ha fatto e continua a fare per il cinema. “L’acquario di quello che manca”, il suo libro più recente, è uno sguardo su questo lavoro, e quindi anche su di noi. Grazie di questo Premio, buona vita al Festival, buona visione».
Comunicato Stampa