Anticipato dall’uscita dei singoli “Hijab” (feat. Pietra Montecorvino), “Le canzoni divertenti” (feat. Andrea Tartaglia) e “Lambroolyn”, esce il prossimo 15 aprile “Irriverentə”, il nuovo, eclettico, album di Mico Argirò. Irriverente già dal titolo.

«La schwa nel titolo è provocatoria e rompiscatole. In realtà ero indeciso se chiamare il disco “Irriverente” riferito a me o “Irriverenti” riferito alle canzoni: la ə è intervenuta a salvarmi e mantenere l’ambivalenza. È poi un simbolo che mi piace perché fa incazzare tutti, che siano gli invasati del linguaggio inclusivo o i rigidi tradizionalisti. Credo abbia molto in comune con queste canzoni».

“Irriverentə” è un insieme di 8 storie irriverenti dagli anni che stiamo vivendo. Nei brani, seppur con grande energia, si racconta il disagio di vivere nel secondo ventennio di questo secolo, tra social, critica all’arte e lockdown.

«“Irriverentə” è un album che racchiude tanto della mia visione del mondo in questi anni assurdi. Ho osservato e meditato, esprimendo i racconti delle singole canzoni in maniera molto personale e fuori da ogni schema. Facendo quello che mi pare, insomma. I temi delle canzoni sono molto vari, come sfaccettati sono questi anni venti… ci sono i social e c’è la solitudine nella cameretta, c’è il lockdown (e le fughe ripetute) e la mia visione dell’arte contemporanea, amori, letture, viaggi. In questo album c’è un pezzo della mia vita; le pause tra una canzone e l’altra sono i miei istanti di questi due/tre anni; per me non è solo musica: è una parte di me. “Che schifo gli anni 20” è una sorta di manifesto di questi anni, tra pandemia e guerre (e non è che prima si stesse d’incanto…); “Home” si è scritta da sola, scorrendo un social e, alla stessa maniera, “È morto De Gregori” c’entra con gli elogi post mortem su Facebook e Instagram (e c’è una critica al mondo radical-chic che, purtroppo, spesso frequento); “Lucia” è nata dalla lettura di alcune fantastiche poesie di una ragazza oggi scomparsa; “Di nascosto” (che è una canzone d’amore) e “Lambrooklyn” parlano di come ho vissuto il primo e il secondo lockdown, mentre “Hijab” è una canzone di sesso e amore universale. Credo che questi brani cristallizzino un mio momento: sarà interessante riascoltarli fra 30 anni, se non io qualcun altro».

L’album miscela l’elettronica ai suoni acustici della musica d’autore, sperimenta nella forma-canzone, pur restando fedele a quella che è la verve compositiva dell’autore. È un album insieme molto pop, fuori dagli schemi e ancora tanto cantautorale.

«Musicalmente ho seguito il flusso iniziato con “Hijab” e l’ho sviluppato: un mix di acustico ed elettronico, di cantautorato e sperimentazioni. Un genere libero e che non credo possa rientrare in nessuna schematizzazione. Mi sono divertito a mischiare elementi molto distanti, a suonare quasi tutti gli strumenti dell’album, a mettermi in discussione e a mettere in discussione la forma-canzone. Negli arrangiamenti suonano insieme chitarre acustiche con sintetizzatori, arpeggiatori e loop, chitarre elettriche distorte e beat; tutto questo cerca sempre di avere un senso molto stretto con il tema della canzone, ed è per me un modo nuovo e divertente di fare musica».

L’album vede la collaborazione di artisti provenienti da mondi musicali lontani fra loro, dalla musica popolare al rap, dall’indie al cantautorato, ma che trovano, in “Irriverentə”, terreno fertile per dar vita a un melting pot di generi.

«È stato molto stimolante collaborare con così tanti artisti diversi, ognuno notevole in quello che fa. C’è la musica napoletana con Pietra Montecorvino e Tartaglia Aneuro, c’è il rap con il collettivo Cilento Doppia H, c’è la musica d’autore personale di Luciano Tarullo e di Antunzmask, c’è l’indie di Frank Bonavena e Gabriele Slep. Dietro le quinte si muovono anche comecarbone, Eugenio Bennato, una myss che devo tenere anonima, Ivan Malzone e tantissimi altri. Ho deciso di assorbire quanto più possibile da loro, come una spugna, e rielaborare il tutto alla mia maniera. Sono onorato di queste collaborazioni e credo che i risultati siano belli e unici».

Altra peculiarità dell’album, insieme all’ecletticità della proposta musicale, è la scelta di stamparlo non su CD, non su vinile, ma su preservativi.

«Il fatto che “Irriverentə” sia stampato su preservativi e non su CD mi diverte, soprattutto abbinato alla copertina di Bio Dpi. Cercavo un modo di metterla in culo al mondo e l’ho trovato così. Ho poi scoperto che è il primo album del genere in Italia, ancora più sfiziosa come cosa, soprattutto perché così la mia musica ha anche una funzione pratica e piacevole».

TRACKLIST
1 Che schifo gli anni 20
2 Home ft. Luciano Tarullo, Antunzmask, Cilento Doppia H
3 Lucia
4 È morto De Gregori ft. Frank Bonavena, Gabriele Slep
5 Le canzoni divertenti ft. Andrea Tartaglia (Tartaglia Aneuro)
6 Di nascosto
7 Lambrooklyn
8 Hijab ft. Pietra Montecorvino (Registrata da Eugenio Bennato)*

*Il videoclip di “Hijab” vede la partecipazione straordinaria di Alvaro Vitali

“Irriverentə” raccontato da Mico Argirò

“Che schifo gli anni 20”
La canzone che apre il disco racconta in modo energico tutta la difficoltà di vivere negli anni venti di questo secolo. C’è Netflix, ci sono i social, la pigrizia nella cameretta, la musica usa e getta, il sesso occasionale, i trent’anni.
Il pezzo gira su un beat elettronico con la chitarra acustica e i sintetizzatori. Molto energico.
“Ho paura di non essere capito
Indico luna guardi il dito
Sei contenta lecco il clito
Ma cosa rimane?”

“Home” ft. Luciano Tarullo, Antunzmask, Cilento Doppia H
Brano dalla struttura molto particolare, su un beat quasi rap-drill la canzone racconta la home di un social, con tutte le sue contraddizioni e storture, le immagini, le persone, i ricordi.
La canzone è plurale e vari artisti interpretano diverse sfaccettature della home, tra il rap, la canzone d’autore e l’indie.
“Sai, che ogni ricordo che mi appare muoio un po’
Sai, che rivederti nella festa della Home
un po’ mi spiazza e ci scrivo una canzone,
E questa è l’occasione.”

“Lucia”
Canzone molto intima che racconta un periodo della vita della poetessa Lucia Panascì, di Capaccio (SA), conosciuta postuma soltanto attraverso le sue poesie.
Ci sono le speranze, la malattia, le notti insonni, tutto il linguaggio dell’ospedale e la sua prorompente forza vitale in questo pezzo cantautorale/acustico che si poggia su una batteria elettronica e sintetizzatori.
“Scrivere che la vita merita coraggio
Scrivere che sto cercando di salvarla
E cosa importa?
Non ci si ferma soffrendo e neanche morendo
Siamo già nell’eternità.”

“È morto De Gregori” ft. Frank Bonavena, Gabriele Slep
Canzone di ironia amara e cinica che tratteggia e prende in giro tutto un mondo culturale radical-chic che trova, poi, la sua massima espressione negli elogi funebri sui social.

“È il mito dell’arte che ci ha trombato
Un ex amico che mi dice “sei un eroe se sei drogato”
Dai canta “Generale”, Bidet! Cantami De Andrè…”

“Le canzoni divertenti” ft. Andrea Tartaglia (Tartaglia Aneuro)
Il brano è un flusso di coscienza che cambia più volte di metronomo e di arrangiamento perché segue l’andamento del pensiero: una profonda riflessione sulla funzione dell’arte e della musica, in questo momento storico.
Andrea Tartaglia interpreta una voce interiore che dice che il nemico di me stesso sono io.
“Ma al padre separato che abita in cortile
come posso cantare una canzone divertente?
Come posso cantare una canzone intelligente o un pezzo elettropop?”

“Di nascosto”
Prima delle due canzoni che raccontano il periodo della pandemia, Di nascosto è una canzone d’amore che racconta delle fughe durante il primo lockdown per andare a trovare una ragazza.
L’idea è quella di una canzone classica napoletana, ma con un ritornello elettronico; nel brano si mischiano mandolino, piano e violino a sintetizzatori e arpeggiatori.
“La salita tua di casa quand’esco di soppiatto
di nascosto agli sguardi, raso il muro quatto quatto,
oltre il mura la finestra, sei Giulietta al primo piano
Amore che non perde tempo, amore che prende la mano.”

“Lambrooklyn”
Racconta il periodo delle zone rosse e delle fughe oltre il coprifuoco in una Milano lunare, in una vita asettica e fuori da ogni logica.
Ci sono tutte le sensazioni del periodo e un grande desiderio di una svolta, che sia David Bowie nella stanza o un’esplosione rosa.
La canzone mischia la chitarra acustica a un beat elettronico e arpeggiatori, molto energici il giro di basso e la chitarra elettrica finale.
“Cammino e resto solo
Come se fosse normale
Non averti qui al mio fianco
Per bruciare insieme a te”

“Hijab” ft. Pietra Montecorvino
Una storia di sesso occasionale con una ragazza araba, con l’hijab, il velo islamico. È una canzone d’amore universale che rompe ogni regola e ogni barriera, che sia culturale o nazionale.
Il pezzo ha il ft. di Pietra Montecorvino, voce unica del panorama musicale napoletano, qui prodotta da Eugenio Bennato.
“L’ammore vero non tene nazione,
non tene regione, è dialetto, è canzone
So’ dint o liett e’suspir
So pelle janc e pelle nir”

Credits
Testə e musicə Mico Argirò
Registratə, mixatə e masterizzatə da Ivan Malzone

Mico Argirò: Vocə, Chitarrə, Sintetizzatorə e Beat
Letizia Bavoso: Flautə Traversə in Hijab
comecarbone: Corə in Lambrooklyn
Ivan Malzone: Pianə e Violinə in Di nascosto

Lə copertinə è un’operə di Bio Dpi rielaboratə da Giovanni Carbone
Artist First, 2022

Biografia Mico Argirò
Mico Argirò è un essere umano, cantautore e compositore di musiche per il teatro.
Dal 2009 al 2013 pubblica le prime raccolte e singoli (Tra le Rose e il Cielo, Canzoni, Felicita. Una canzone crepuscolare e Risveglio) iniziando un’intensa attività live.
Nel 2016 il singolo Il Polacco (120mila views in anteprima su FanPage) anticipa l’album Vorrei che morissi d’arte, seguiti da due anni di tour.
Nel 2018 esce il singolo Un altro Giugno73, con tour nazionale tra houseconcert e club.
Nel 2020 esce con Artist First Hijab ft. Pietra Montecorvino, registrata da Eugenio Bennato, seguita dal videoclip su VEVO con la partecipazione di Alvaro Vitali.
È uno degli artisti italiani partecipanti a “MIT – Music Industry Talks”, progetto di incontri e condivisione tra musicisti italiani e senegalesi a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Dakar, 0371 Music e Associazione Bayaal (in compagnia di Avitabile, Bennato, Colella e tanti altri).
A gennaio 2021 esce Le canzoni divertenti ft. Andrea Tartaglia (Tartaglia Aneuro) con Artist First, seguito da un lyric video sulla tematica ambientale.
A settembre 2021 esce con Artist First Lambrooklyn, un’energica canzone d’amore e di assenza, seguita da un videoclip con la regia di Daniele Russo.
Il 15 aprile 2022 esce l’album “Irriverentə – Canzoni dagli anni 20”, primo album in Italia stampato su preservativi, racconto di questi assurdi anni attraverso 8 canzoni tra il cantautorato e l’elettronica.
Vanta anche la composizione musicale delle opere teatrali Domenico Modugno – L’avventura, Colpevoli Liberi Umani, Tutte li femmene de Pulecenella e dello spettacolo su Peppino Impastato Io non mi rassegno – Una storia d’amore.

LINK UTILI
Spotify: https://open.spotify.com/artist/2UTCRdEFO6cvYWSocI8aIy
Instagram: https://www.instagram.com/micoargiro/
Youtube: https://www.youtube.com/user/MicoArgiro
Facebook: https://www.facebook.com/mico.argiro.page/

VIDEO
“Hijab” su VEVO: https://youtu.be/CODuvIqPtM4
“Lambrooklyn” su VEVO: https://youtu.be/nZvWtplYAoI
“Il Polacco” su Fanpage: https://youmedia.fanpage.it/video/af/V-O-KuSwTFRBZ6Tj

Comunicato Stampa