I Maestri? Sono fatti per essere mangiati, soprattutto se sono i propri. Preferibilmente, in salsa piccante … È dai dialoghi indimenticabili di “Uccellacci e uccellini”, l’iconica pellicola di Pier Paolo Pasolini datata 1966 eppure inossidabile al tempo e alle mode, che ha preso avvio nel centenario esatto della nascita di Pasolini – sabato 5 marzo – la conversazione scenica programmata a Casarsa, nel Teatro che porta il nome del grande poeta, scrittore e regista, per festeggiare un compleanno importante e dimostrare quanto la memoria, l’opera e l’eredità pasoliniana siano ancora vive, vitali e centrali in questo primo scorcio del terzo millennio. Due volti, e due voci a scandire l’evento di Casarsa, promosso dal Centro studi Pier Paolo Pasolini con la Fondazione Pordenonelegge.it: quello, mascherato come sempre, di Davide Toffolo, artista a tutto tondo fra musica e fumetto, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti e autore di appassionanti graphic novel come il “Pasolini” che Rizzoli Lizard ha ripubblicato in occasione del centenario pasoliniano. E accanto a lui Gian Mario Villalta, poeta e scrittore, direttore artistico di pordenonelegge, motore di importanti trame progettuali che rinnovano l’attenzione per la poesia e i suoi autori, offrendo un palcoscenico privilegiato anche alle giovani generazioni. Di fronte a loro il pubblico delle grandi occasioni: centinaia di donne e uomini che hanno voluto celebrare in un rito collettivo l’entusiasmo, l’affetto o semplicemente l’interesse per una figura eccellente di artista, intellettuale e libero pensatore che, da Casarsa, si è accreditata agli estimatori di tutto il mondo.
Pier Paolo Pasolini: un Maestro da fare proprio, da ‘masticare’ e mangiare, appunto, per meglio elaborarlo e metabolizzarlo: il dialogo in scena ha guidato il pubblico attraverso le pagine del “Pasolini” di Davide Toffolo, per ritrovare i contorni della sua genesi e quell’avvincente confronto con il ’signor Pasolini’. E così facendo ritroviamo anche altri maestri che Davide Toffolo ha via via ‘mangiato, da Magnus a Remo Remotti, e in un crescendo incalzante di ricordi, episodi aned- doti, arriva anche il Pasolini che non ti aspetti: l’autore di una canzone, “Il valzer della toppa”, incisa prima da Laura Betti e poi da Gabriella Ferri, facciata B di un 45 giri dedicato a una delle canzoni più note della grande interprete romana, “Sempre”. Un ascolto che schiude prospettive altre sul Pasolini di Roma, talmente a suo agio con il dialetto dell’urbe da firmare alcuni dei più pittoreschi dialoghi dei film di Fellini. Il prologo di un gran finale, per la voce nuda di Davide Toffolo sulle note struggenti di una delle più accorate performance di Gabriella Ferri, “Sinno me moro”.
Ed è questa solo l’ouverture del cartellone “In un futuro aprile. Pasolini da Casarsa al mondo”, un programma pro- mosso dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini con Fondazione Pordenonelegge, in occasione del centenario pasoliniano. In vista nuovi appuntamenti nel corso della primavera: fra i protagonisti la scrittrice Dacia Maraini, autrice del libro “Caro Pier Paolo”, di uscita imminente per Neri Pozza. E lo storico della letteratura e saggista Franco Brevini, che a Pier Paolo Pasolini ha dedicato appassionati studi e monografie.