ELIO – CI VUOLE ORECCHIO SABATO 26 FEBBRAIO 2022 TEATRO NUOVO G. DA UDINE

Ci vuole orecchio ma anche una buona dose di coraggio, ironia e talento.

A sessant’anni suonati Elio (all’anagrafe Stefano Belisari), canta e recita Enzo Jannacci realizzando uno spettacolo (una cooproduzione AGIDI – International Music and Arts) capace di ricostruire, con rispetto e naturalezza, quel mondo comico e struggente appartenuto a l’indimenticato cantastorie fantasista milanese.

In cento minuti, una quindicina di canzoni e una manciata di brevi monologhi, con “Ci vuole orecchio” (cartellone Tempi Unici Stagione 2021/2022), Elio ha conquistato la platea del Teatro Nuovo che lo ha lungamente, calorosamente e meritatamente applaudito.

La scelta di misurarsi con “il poetastro”, come lo stesso Jannacci amava definirsi, è frutto di una passione antica nata tra le mura domestiche. Il padre di Stefano-Elio infatti era stato compagno del dottor Enzo al Liceo classico Berchet di Milano e così i suoi dischi in casa Belisari non mancavano mai. L’ammirazione è poi cresciuta nel tempo al punto da scatenare sempre più la voglia di realizzare uno spettacolo.

Va detto che, stoppato (almeno per ora) il viaggio con Le Storie Tese, Elio ha trovato nel regista e drammaturgo Giorgio Gallione un perfetto complice per affrontare un percorso artistico assai diverso dal precedente: prima da protagonista nel ruolo di Gomez della versione italiana della commedia musicale “La Famiglia Addams”, poi con il monologo di Gaber – Luporini “Il Grigio” autentica prova del fuoco brillantemente superata.

Senza sentirsi un erede ma con tutto il mondo di Jannacci nel cuore, Elio ha realizzato uno spettacolo brioso, dinamico, solare.

Canzoni e pensieri sempre in bilico tra dramma e comicità, proprio come i tanti personaggi che abitano quel mondo buffo e doloroso che Jannacci sapeva raccontare con tanto sentimento, che riusciva a suscitare allo stesso tempo il riso e la commozione.

Per raccontare Jannacci, il suo genio, la sua lucida follia, i suoi personaggi senza tempo Elio e Gallione hanno evitato di scegliere pezzi scontati e conosciutissimi come “Vincenzina e la fabbrica” o “Vengo anch’io” volgendo lo sguardo invece a canzoni note e meno note con l’intento di ricostruire tutte le tappe di un lungo viaggio musicale. Elio è bravissimo a interpretare sia pezzi surreali degli anni Sessanta come “Sopra i vetri” e “Aveva un taxi nero” (testi di Dario Fo e musiche di Fiorenzo Carpi), che i successi degli Ottanta come “Ci vuole orecchio” e “Silvano”. Cero non rinuncia a canzoni storiche come “L’Armando”, a un estratto da “El purtava i scarp del tennis”, a un’esilarante versione di “Faceva il palo” e “La luna è una lampadina” per finire con la struggente e poetica “Quando il sipario calerà”.

Per tenere insieme la musica e le canzoni, Elio recita con divertita ironia alcuni testi di compagni di strada, reali o ideali, da Michele Serra a Umberto Eco, da Dario Fo a Marco Presta, a Francesco Piccolo “per ribadire che Jannacci era un po’ come Milano, lontano da qualsiasi stereotipo”.

In scena con Elio cinque musicisti saltimbanchi, entusiasti, tosti e completamente coinvolti: al piano Alberto Tafuri (vanta una miriade di collaborazioni con artisti italiani e stranieri in qualità di tastierista, arrangiatore e produttore), alla batteria Martino Malacrida, al basso e contrabbasso Pietro Martinelli, al trombone Giulio Tullio e Sophia Tomellieri al sax (suo nonno è Paolo Tomelleri il celebre e storico sassofonista di Enzo Jannacci). Arrangiamenti sfavillanti di Paolo Silvestri.

Ad amplificare le emozioni una scena minimale e multicolore firmata da Lorenza Gioberti e dal light designer Aldo Mantovani nonchè i briosi costumi di scena di Elisabetta Menziani. Ineccepibile la drammaturgia e la regia a cura di Giorgio Gallione.

Quando, dopo l’inevitabile bis (doveroso e graditissimo), il sipario si è chiuso, uscendo dalla sala grata a Elio per avere voluto regalarsi e regalarci ancora una volta il genio di Jannacci, riflettevo sull’indiscutibile attualità di un artista straordinariamente curioso, sensibile, geniale, avanti nel tempo, popolare e anticonformista. Cantautore, cabarettista pianista compositore ma anche attore sceneggiatore e medico. Semplicemente unico.

Sono certa che questo lavoro di Elio gli sarebbe piaciuto molto…

@ Rita Bragagnolo per instArt