Nessun intento filologico. Lo specifica chiaramente il regista Arturo Cirillo nel presentare il lavoro in scena in questi giorni al Teatro Giovanni da Udine Orgoglio e Pregiudizio, tratto dal capolavoro senza tempo di Jane Austen. I moltissimi estimatori della Austen e delle atmosfere eleganti ed ironiche che la grande autrice inglese ha infuso nei suoi scritti attendevano la riduzione teatrale del suo titolo più noto, realizzata per l’occasione da Antonio Piccolo e dallo stesso Cirillo.
Quello andato in scena è uno spettacolo che si rifà al testo originale, adattandolo per il palcoscenico. ‘Se volete le atmosfere dell’Inghilterra georgiana non c’è nulla di meglio che leggere il libro, tutt’al più guardare una delle versioni cinematografiche o televisive’, osserva il regista. In teatro è un’altra cosa. Se, infatti, non mancano le tormentate storie d’amore tra Elizabeth Bennet e Mr Darcy e tra Jane Bennet e Mr Bingley, scompaiono tre delle cinque sorelle Bennet. Con loro scompaiono molti dei protagonisti le cui storie nel testo della Austen portano lentamente a trasformare il difficile rapporto tra i due protagonisti verso il lieto fine. Una scelta legata all’impossibilità di rendere nei tempi e negli spazi teatrali una vicenda che nel testo originale si svolge in luoghi e momenti diversi. I personaggi rimanenti da Mrs Bennet che, nel tentativo di fare maritare le due figlie, pare uscita dai vicoli napoletani all’ampolloso sig. Collins sono per lo più caricature, macchiette volutamente sopra le righe. Fino ad arrivare a Lady Catherine de Bourgh, la terribile zia di Mr Darcy, che dall’alto del suo rango cerca di mettere i bastoni tra le ruote ad Elizabeth e che, interpretata dallo stesso Cirillo, sembra per tono della voce, costume e movenze un odioso corvaccio.
Se i personaggi sono, come detto, sopra le righe, più riconoscibili i due protagonisti principali, Lizzie e Mr Darcy inizialmente arroccati sui loro piedistalli e resi miopi dalle loro convinzioni che pian piano crollano.
Ne risulta uno spettacolo dal ritmo sostenuto, che strappa qualche risata al pubblico, puntando più alla farsa che a tentare di riproporre le atmosfere della campagna inglese di inizi Ottocento, ma che non nasconde alcuni dei temi del romanzo. Primo tra tutti la critica nei confronti di una società nella quale per una ragazza un buon matrimonio è pressoché l’unica possibilità di assicurarsi un futuro dignitoso. Sulla scena quattro ‘specchi magici’ sui quali i protagonisti guardano se stessi e osservano gli altri personaggi e lo svolgersi delle loro storie e che, a seconda della illuminazione, lasciano intravedere la scena retrostante. Sugli stessi specchi riflettono diversi tappeti che di volta in volta trasformano la scena in un elegante salotto o in un boschetto, con un effetto nuovo ed interessante.
In scena, tra gli altri, Valentina Picello nei panni di Elizabeh Bennet; Francesco Petruzzelli è MrDarcy. La produzione è di Marche Teatro e Teatro di Napoli –Teatro Nazionale.
© Laura Fedrigo per instArt