Brooklyn anni ‘40. Salotto di una casa, due arzille vecchiette offrono il the con i biscotti al pastore della parrocchia, si informano sulla salute dei parrocchiani, preparano il brodo caldo per la vicina ammalata, offrono giocattoli vecchi per i bimbi bisognosi. Un quadretto idilliaco se non fosse per un dettaglio. La cassapanca sotto la finestra accoglie un cadavere. E’ quello di uno dei pensionanti cui le due sorelle affittano le camere. E’ il loro piccolo segreto, custodito, come altri 11, nella cantina della bella casa. Aiutano, per così dire, anziani pensionanti senza famiglia a passare a miglior vita offrendo loro un bicchierino di rosolio. Fatto in casa, certo, ma ‘aggiustato’ con il veleno. Due ziette di tre nipoti: il primo è rimasto bambino, crede di essere il Generale Lee alle prese con la Guerra di Secessione, lancia la carica per salire al piano superiore e costruisce nella cantina le trincee per i caduti in guerra, che altri non sono se non i malcapitati ospiti della casa. Il secondo nipote, avanzo di galera, si presenta con un suo cadavere e con un chirurgo che deve cambiargli i connotati. Il terzo nipote, Mortimer, quello più ‘normale’ è un critico teatrale che odia il teatro. Sono gli ingredienti di ‘Arsenico e vecchi merletti’ lavoro teatrale di Joseph Kesserling scritto nel 1939, andato in scena a New York per tre anni di seguito dal 1941 al 44 con 1444 repliche, portato al cinema da Frank Capra in un fortunato film con Cary Grant e sbarcato al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per la 25esima stagione di prosa. Uno spettacolo in bilico tra lo humor, il noir ed il grottesco firmato dal regista Geppy Gleijeses, che afferma di avere preso spunto dalla regia che nel 1992 fece Mario Monicelli; con Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati nei panni delle terribili ziette. Una carambola di eventi riempie le due ore di spettacolo con un ritmo funambolico, strappando non poche risate ad un pubblico che ha riempito quasi del tutto il teatro. Se da un lato i protagonisti maschili sono delle macchiette (il nipote malvivente è una parodia di Frankenstein), volutamente esagerati nei toni e nei gesti, le due sorelle paiono talmente composte, educate, logiche nei loro folli ragionamenti, che quasi quasi viene da dare loro ragione. Fanno tenerezza queste due diaboliche vecchine, tentennanti nel fare le scale, tenere con i nipoti, attente alla comunità. Uccidono sì, ma a fin di bene. Merito senza dubbio di un testo che delinea felicemente i due personaggi ma anche di due grandi interpreti, che spiccano su tutti. Le scene sono di Franco Velchi, i costumi di Franca Donato, le musiche di Matteo d’Amico e le luci di Luigi Ascione. Quello andato in scena al teatro udinese è uno spettacolo capace di offrire al pubblico una serata con il sorriso sulle labbra.

© Laura Fedrigo per instArt