Una splendida occasione offertaci dalla rassegna “Music in Village – Estensioni: percorso sonoro sulle tracce della Serenissima”, organizzata da Complotto Adriatico e dalla Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan, per l’evento di chiusura della mostra “DKV_Tre storie di frontiera” a Gradisca d’Isonzo.
“Music in Village – Estensioni” è una rassegna che si sviluppa su due elementi: le tracce storiche di Venezia presenti nella regione e la musica di qualità senza confine espressivo, proposta in luoghi di particolare interesse culturale e ambientale in momenti anche non propriamente canonici per lo spettacolo quali proprio il tramonto e l’alba.
Nella splendida cornice della corte interna del municipio cittadino abbiamo potuto assaporare con le luci del tramonto, lo splendido progetto “Open Cage” della pianista friulana Agnese Toniutti.
Da sempre attiva nel repertorio contemporaneo (si è diplomata con il massimo dei voti con una tesi incentrata sull’opera di Giacinto Scelsi), artista colta e sensibile, a Gradisca d’Isonzo è riuscita a stregare il pubblico con diversi brani tratti dall’opera avanguardistica del più che noto compositore statunitense, oltre che con la sapiente delicatezza del tocco, anche con arguta ironia (si è servita di una bella registrazione della voce dello stesso Cage e di una ricetta per la preparazione di funghi per poter disallestire il piano preparato in precedenza per l’esecuzione di una parte delle Sonatas ed Interludes). Un’ora e mezza abbondante di uno splendido concerto, semplicemente magico, cominciato accompagnando le ultime luci del giorno con la famosa Suite for Toy Piano e conclusosi alle prime luci della sera con Dream, richiestissimo bis finale. La conferma di un’attenzione e passione verso il Suono uniche!
Proprio con Agnese abbiamo voluto scambiare due parole per poter conoscere meglio lei, la sua poetica, le attività che la circondano.
Da sempre interessata alla musica contemporanea, diplomata con una tesi su Giacinto Scelsi, a Gradisca d’Isonzo ci hai stregato con John Cage: ci vuoi parlare di questo progetto?
John Cage è, assieme a Scelsi, un compositore-pensatore che mi ha sempre affascinato, e non manca di darmi ispirazione ogni volta che rileggo le sue opere. Riesce a mettere in pratica, anzi in musica, l’idea che un certo tipo di ascolto può aprire la porta a nuovi spazi di pensiero, nuovi modi di vedere la vita. E il tutto con il sorriso, con una leggerezza accogliente e profonda allo stesso tempo. Il programma di “Open Cage” che ho suonato a Gradisca d’Isonzo è una panoramica sui vari modi di far ri-suonare il pianoforte utilizzati da Cage: dal pianoforte giocattolo, che Cage ha portato per la prima volta in un programma da concerto, al pianoforte preparato, altra invenzione di Cage che inserisce viti, bulloni e altri materiali tra le corde, ad un pianoforte più tradizionale ma con una scelta di dinamiche, timbri e altezze volutamente circoscritta. Ho inserito in programma anche un brano di Tan Dun, dedicato a Cage e costruito quasi interamente su suoni prodotti all’interno della cordiera: l’effetto è un paesaggio sonoro inaspettato e straniante, in cui mi ritrovo a suonare io stessa con la curiosità e la meraviglia di chi visita un mondo sorprendente.
Pianista fuori dalle righe, non hai mai disdegnato confrontarti anche con altre discipline artistiche, arti visive in primis …
Sì, è vero che come musicista ho avuto la possibilità di collaborare con diversi artisti visivi, tra cui i fotografi Alberto Moretti e Giulia Iacolutti, e gli artisti Federico Rizzi, Silvia Tullio Altan e Irene Dominguez, ma anche di entrare in contatto con opere “storiche” come di recente quelle della collezione Marzona all’Art Park di Verzegnis. Ho l’impressione che tra le varie forme d’arte ci sia un filo comune, al di là della diversità dei mezzi espressivi. Che lo si voglia chiamare gesto, vibrazione, intenzione, visione, è una specie di linguaggio-matrice che consente dialoghi a volte molto stretti. Allora capita che un quadro, una fotografia, un’installazione, una frase, ma spesso anche un luogo, uno spazio aperto o architettonico, “chiamino” una certa suggestione sonora, e viceversa. E’ un gioco delicato di ascolto e rimando, che quando funziona – è sempre un rischio! – amplifica la potenza espressiva di tutte le arti coinvolte, e regala a chi partecipa momenti magici. Essere parte di queste sintonie, trovare corrispondenza e ispirazione nella sensibilità di altri uomini e donne, con il loro percorso artistico e umano, è una grande opportunità di nutrimento e un piacere allo stesso tempo.
Una bella iniziativa, della quale sei motore insieme ad altri amici, è il Salotto Musicale del FVG, magico momento di condivisione fra artista, musica e socialità …
Il Salotto Musicale del FVG è al suo quarto anno di vita, e fino ad ora ci ha dato belle soddisfazioni. E’ una situazione di ascolto privilegiato, a cominciare dall’acustica – un concerto in un salotto, appunto, dove si colgono tutte le risonanze naturali dello strumento – per continuare con il repertorio, per lo più contemporaneo o del Novecento, accuratamente selezionato e di raro ascolto nelle nostre zone (e non solo). Tra musicisti e pubblico si stabilisce con naturalezza un dialogo che dalla musica passa alle parole, accompagnate dopo il concerto da tisana e dolcetti. Ad ogni serata è presente un’opera d’arte scelta in sintonia con il programma musicale. Per noi che organizziamo è un’esperienza ricca di soddisfazioni, prima di tutto dal punto di vista umano, ma anche per i riscontri avuti in questi anni, con concerti di musicisti di livello internazionale, appassionati e appassionanti, ospiti del calibro di Giancarlo Schiaffini e Giancarlo Cardini, e collaborazioni con alcune delle realtà culturali più vivaci del territorio. Niente male per un’iniziativa culturale sviluppata in totale sostenibilità economica, grazie al sostegno di tutte – ma proprio tutte – le persone coinvolte!
Per il futuro hai già in mente nuovi progetti?
Sì, per esempio a fine estate sarò a Bari ospite della prima edizione di Bari Piano Festival, con in programma composizioni di Giancarlo Cardini, autore che suonerò anche a Firenze a fine anno. L’8 gennaio, per il “compleanno” di Giacinto Scelsi, suonerò alla Fondazione Scelsi di Roma, e in febbraio porterò un programma dedicato sempre a Scelsi in tournèe negli Stati Uniti. Ma per l’immediato futuro la programmazione più importante è… qualche giorno di vacanza!
Luca A. d’Agostino © instArt