Flavio Massarutto – Foto Luca A. d’Agostino © Phocus Agency

Ce lo racconta lo stesso Flavio Massarutto nei suoi precedenti saggi (l’ultimo dei quali, “Il Jazz dentro”, uscito per i tipi di Stampa Alternativa lo scorso anno, ha ottenuto questa estate la Menzione Speciale Premio Franco Fossati al festival Cartoon Club di Rimini): non è la prima volta che una graphic novel viene dedicata alla biografia di importanti musicisti jazz della scena mondiale. Ci vengono in mente per esempio “Fats Waller” di Igort & Sampayo (Oblomov Edizioni) o gli straordinari “Blues for Lady Day” e “Coltrane”, entrambi di Paolo Parisi ed editi proprio dalla Coconino Press/ Fandango.

La prima volta però che proprio questa importante casa editrice per il fumetto mondiale pubblica un lavoro del nostro Flavio Massarutto, con i disegni dell’inimitabile Squaz (al secolo il tarantino Pasquale Todisco).

Squaz

Verrà presentato il 18 settembre (ore 18.30 al Paff di Pordenone accompagnato dalla esposizione delle tavole originali), ma è in uscita proprio in questi giorni (ufficialmente il 26 agosto) “Mingus”, lo splendido omaggio dei nostri al più che noto e geniale contrabbassista americano del quale proprio il prossimo nel 2022 cadrà il centenario della nascita.
Una serie di concerti, tra l’altro seguiranno la presentazione pordenonese: il progetto editoriale nasce infatti da una bella collaborazione fra il museo del fumetto ed il Circolo Controtempo. Già nella stessa serata del 18 settembre avremo la possibilità di ascoltare, dopo la presentazione del libro, alla esibizione del duo composto da Daniele D’Agaro e Giorgio Pacorig, che, in anteprima assoluta, presenteranno il loro nuovo lavoro “Omaggio a C. Mingus”.

Perché Charles Mingus, per la ricorrenza in arrivo o proprio per la sua rilevanza artistica ed umana? Ho con Mingus un lungo  e profondo rapporto. La sua musica è per me l’essenza stessa del jazz. I suoi dischi sono stati tra i miei primi ascolti e ancora oggi li risento con continuità. Per la mia generazione poi è impossibile scindere la dimensione artistica e quella politica perciò Mingus è una fonte continua di riflessione e stimolo anche oggi; pensa alla questione del razzismo, così drammaticamente attuale in Europa e in Italia con una ondata preoccupante e funerea di odio e intolleranza. Senza parlare del movimento Back Lives Matter negli Stati Uniti che è stato decisivo per sconfiggere Donald Trump, un Presidente imbarazzante ed eversivo. E poi, come spero che si capisca dal libro Mingus ha una visione veramente ampia, un vero umanista.

La biografia è nata già pensando ad una graphic novel? Hai subito pensato a Squaz?
Ho già scritto anni fa una piccola storia su Mingus, contenuta nel mio libro ASSOLI DI CHINA con i disegni di Davide Toffolo. Questa perciò è la continuazione di quell’idea e di quel desiderio. Squaz mi piace da morire, ho proposto lui per illustrare i due racconti di Vitaliano Trevisan editi dal Circolo Culturale Controtempo qualche anno fa. Perciò quando ho avuto la possibilità di avere lui come disegnatore per Mingus ci ho provato. Gli ho inviato la sceneggiatura e lui ha accettato subito. Squaz è perfetto per raccontare Mingus perché è potente senza essere retorico. Sono felicissimo dei suoi disegni; non avrei potuto sperare nulla di più adatto.

Cosa ci riservi ancora per il futuro?
Per ora voglio portare in giro il più possibile questo lavoro anche perché ci sarà una grande mostra al PAFF! che è una ulteriore evoluzione del progetto. I prossimi mesi li dedicherò a questo. Poi si vedrà. Mi conosci non riesco a stare fermo per molto tempo …

Postafazione
Scrivere una biografia a fumetti di Charles Mingus pone da subito un problema: come trattare una vita così intensa e ricca di fatti di un musicista che ha composto ed eseguito in trent’anni una mole talmente enorme di musica?
Penso che, dopo Duke Ellington, Mingus sia il più grande compositore di Jazz. Ha vissuto anni cruciali attraversando gli ultimi fuochi dello Swing, vissuto nel pieno del suo esplodere la rivoluzione Bop, praticato Third Stream e Jazz Poetry, e poi il Free. Mingus ha lasciato una immagine di sè talmente piena di aneddoti da rischiare di schiacciarlo sotto il peso della sua stessa auto-mitologia.
Un fumetto non è un saggio. Un fumetto è un’opera narrativa. Questo libro perciò non è il racconto illustrato della vita di Mingus. Qui ci sono frammenti di una esistenza raccontati pescando da sue interviste e scritti, da testimonianze, da fatti storici. E rielaborati in forma visionaria. Come le copertine di alcuni dei suoi dischi, che qui sono reinterpretate come fossero degli standard Jazz. Il lettore di fumetti sa che il piacere più grande sta proprio nell’attivare la propria fantasia, nel costruire collegamenti. È lui il performer; colui che crea suoni dove la pagina è muta e fa muovere personaggi laddove sono immobili sulla carta; che trasforma lo spazio in tempo dopo che il disegnatore ha fatto il contrario. Questo è il miracolo del fumetto. Gli episodi del volume sono impaginati come una successione di brani che vanno a formare una suite. Episodi perciò autonomi ma collegati fra di loro.
Questa è la storia di un intellettuale autodidatta in lotta perenne con una società che lo vorrebbe marginale e subalterno. La storia di un Martin Eden meticcio. La si potrebbe definire anche una biografia apocrifa. Come ebbe a scrivere Ingeborg Bachmann: “Lo scrittore apocrifo non gioca con la storia, non divaga con i destini, non costruisce biografie: prende una vita umana, consegnata all’erbario delle storie dell’arte, della poesia e della filosofia, e la provoca, la smaschera, la interroga: le fa rivelare sorprendenti segreti, fantasie più vere della realtà, che fanno esplodere tutte le storie e tutti i cimiteri, riconsegnando alla vita quanto di una vita è stato immaginato vivente.” Flavio Massarutto

Luca d’Agostino © instArt