Dal 30 luglio saranno attive permanentemente le “Stanze parlanti” dei Musei coinvolti nella seconda edizione di “Alle radici del quotidiano”, progetto che nel 2020 ha inaugurato la sezione Etnografica del Festival Maravee.
Un viaggio tra ricerca storica, arte e tecnologia per stimolare la conoscenza partecipata ed emozionale del patrimonio etnografico FVG facendo rivivere le stanze abitative ricostruite nei musei.
Dopo il successo della prima edizione – dedicata alla Cucina nella sua valenza di focolare domestico – prosegue l’intento di offrire suggestivi storytelling e stimoli esperienziali, quest’anno rivolti alla Camera nuziale, la più intima e privata della casa. Per raggiungere un nuovo pubblico attraverso i linguaggi della contemporaneità, che nello spirito di Maravee tracciano il passo dell’innovazione nel solco della continuità.
Dal 30 luglio le “Stanze parlanti” saranno attive a Tolmezzo, Forni Avoltri, Fagagna, Fontanabona di Pagnacco e San Vito al Tagliamento.
Con approccio autoriale alla lettura del territorio, a partire dagli studi e dalle ricerche riguardanti i modus vivendi legati alla camera da letto friulana e alla specificità dei mobili e degli oggetti conservati in ogni museo, è stata ideata una sceneggiatura che incarna azioni e pensieri del passato in un flashback della vita contemporanea. Con l’interpretazione degli attori Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino, Serena Di Blasioe nell’ottica di un’opera partecipata, che ha visto il coinvolgimento attoriale del territorio, con la partecipazione di Carmen Romanin, fondatrice della Collezione di Forni Avoltri, e di otto bambini dai tre mesi agli undici anni d’età, quest’anno l’intero format narrante si avvale di una vitalità che trasforma il passato in presenza condivisibile. Suddivisa in sei frammenti, costruiti sull’identità degli arredi e degli oggetti che connotano ogni museo analizzato, la narrazione è confluita nella produzione delle STANZE PARLANTI che dal 30 luglio daranno voce attoriale permanente alle camere nuziali del Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari “M. Gortani” di Tolmezzo, della Collezione “Cemuot chi erin” di Forni Avoltri, del Museo della Vita Contadina “Cjase Cocèl” di Fagagna, del Museo di Storia Contadina di Fontanabona di Pagnacco e del Museo della Vita Contadina “Diogene Penzi” di San Vito al Tagliamento.
Si tratta di brevi radio sceneggiati proposti come installazioni permanenti ed immersive per dare linfa vitale alle attività di questi luoghi della memoria e della cultura nel corso dell’anno. Tratti dalle riprese girate nei Musei, sfoceranno in sei VIDEO realizzati da SG Video produzioni con il montaggio di Cabiria Lizzi – visibili DA 15 AGOSTO sul canale YouTube dell’Associazione culturale Maravee e in seguito nei siti dei Musei – in cui la narrazione attoriale si arricchisce con l’aspetto visivo degli arredi e degli oggetti. Video che a fine settembre sfoceranno in un CORTOMETRAGGIO che restituirà il sapore narrativo di un progetto teso a tessere la trama narrativo-esperienziale della rete museale etnografica FVG. L’intero progetto – che con video e cortometraggio coinvolge anche il Museo Etnografico di Malborghetto – è ideato e diretto da Sabrina Zannier, prodotto dall’Associazione culturale Maravee con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione, il Partenariato e la collaborazione della Fondazione Museo Tolmezzo, dei Comuni di Fagagna, Forni Avoltri e Pagnacco, della Comunità di Montagna Canal del Ferro Val Canale, Comunità di Montagna della Carnia ed Ente Friuli nel Mondo.
Dalle Stanze parlanti ai Video al Cortometraggio, le azioni e i pensieri del passato scaturiscono da un flashback della vita contemporanea, da una di quelle circostanze in cui comprendiamo l’importanza del ricordo assaporando il gusto delle nostre radici familiari. La narrazione inizia dal ricevimento a seguito del funerale della vecchia zia Caterina nella cucina della nipote Sofia, la sola che ha ascoltando i suoi racconti. I parenti le riconoscono di essere ormai l’unica testimone degli usi e costumi tramandati in famiglia e, presi da nostalgia per un tempo che la morte sembra cancellare, anche loro vogliono sapere.
Sofia inizia il racconto sulla camera nuziale, la più intima della casa, accessibile solo in caso di nascita, matrimonio e morte…ma poi la commozione le impedisce di continuare il discorso; scappa a letto e, tra sogno e dormiveglia, si catapulta in sei diverse camere rivivendo ambienti e usanze di sei donne di famiglia in luoghi diversi del Friuli Venezia Giulia. Da Zelinda a Forni Avoltri, che deve scegliere tra due abiti da sposa già usati…a Jelka che a Malborghetto narra alla figlioletta le simbologie della scaramanzia, il racconto srotola diversi temi: Amore e Realismo, Maestria e Status, Scaramanzia e fede, Sacralità e Abluzioni, Dedizione e Cura, Faccende e Giochi. Cullata dai ricordi, Sofia si rasserena e quando Filippo entra in camera per sollecitare la sua presenza in cucina, è pronta per raccontare.
Comunicato stampa