Si preannuncia come un imperdibile evento espositivo che, nel 2021 dedicato alla celebrazioni dantesche, siglerà il ritorno all’arte in presenza con un percorso inedito e suggestivo, a firma di un artista molto noto. “Il Dante di Anzil” è il titolo della 470^ mostra d’arte allestita alla Galleria Sagittaria di Pordenone (via Concordia 7) dal 14 maggio al 5 settembre 2021, per iniziativa del CICP Centro Iniziative Culturali Pordenone in collaborazione con il Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone e con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il percorso espositivo, curato da Giancarlo Pauletto e dall’artista Aulo Toffolo figlio di Anzil, coordinato dalla presidente CICP Maria Francesca Vassallo, include, fra tavole a colori e disegni preparatori, un’ottantina di lavori realizzati tra il 1986 e il 1988, attraverso una sorta di “ispirazione immersiva” che Anzil attinse dalle Cantiche della “Divina Commedia”. Opere che saranno esposte pubblicamente, integrate da una decina di autoritratti scelti lungo il corso di tutta l’amplissima attività del pittore: «quasi una sorta di ricognizione biografica e autobiografica – osserva Giancarlo Pauletto – che ancor meglio potrà mettere lo spettatore, attraverso la varietà delle invenzioni figurali che Anzil dispiega nell’indagine di se stesso, davanti alla sua personalità di pittore “dantesco”».
La mostra è promossa nell’ambito del progetto “Dante 700. Tutte quelle vive luci”, a cura e in parternariato con la Fondazione de Claricini Dornpacher. Si aprirà online venerdì 14 maggio, alle 17.30 sui canali social facebook e youtube centroculturapordenone e sul sito www.centroculturapordenone.it. Interverranno la presidente CICP Maria Francesca Vassallo, il curatore Giancarlo Pauletto, Oldino Cernoia, presidente Fondazione de Claricini e Franco Calabretto direttore artistico-musicale del CICP. «Siamo lieti – annuncia il presidente Gianfranco Favaro – di inaugurare la mostra “Il Dante di Anzil” come primo apporto al progetto “Tutte quelle vive luci” che includerà anche eventi musicali e convegni. Il “nostro” Dante parlerà con l’appassionata originalità di Anzil, che fece sue molte terzine dantesche declinandole in lingua friulana. Ma parlerà anche con la cifra stilistica del musical e con il fascino della realtà immersiva e multimediale per restituire ai giovani tutta la forza e l’attualità di una voce che arriva da lontano e ci parla ancora».
La mostra “Il Dante di Anzil” resterà visitabile fino al 5 settembre, da lunedì a domenica in orario 9.00/18.00 solo con prenotazione obbligatoria – per singoli o piccoli gruppi – inviando mail a: cicp@centroculturapordenone.it Le visite del weekend nelle giornate di sabato e domenica vanno necessariamente prenotate entro il venerdì precedente. Chiuso dall’1 al 15 agosto e le domeniche di luglio e agosto. E’ garantito il rispetto delle disposizioni in ottemperanza delle norme di sicurezza con procedure di sanificazione e distanziamento secondo decreto vigente.
IL DANTE DI ANZIL
Giovanni Toffolo, detto Anzil (Monaco di Baviera, 1911 – Tarcento, 2000), è stato uno dei massimi rappresentanti del Neorealismo italiano del dopoguerra, assieme a Guttuso, Pizzinato, Zigaina e altri importanti artisti.
Fra il 1986 e il 1988 Anzil realizza 63 tavole a tecnica mista e 52 disegni preparatori riferiti a specifici passi della Divina Commedia, specialmente all’Inferno, la cui drammatica visione s’incontra naturalmente con la sua sensibilità espressionista. «Sono opere – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – in cui la sapienza esecutiva si manifesta compiutamente, mentre egli accompagna le tavole anche con specifiche traduzioni in friulano dei passi danteschi presi in esame. Dante poeta medioevale gli interessa particolarmente per le immagini di folla che suggerisce, e per quei culmini di rappresentazione drammatica che s’incentrano in determinati personaggi, i tiranni, il Conte Ugolino, Capaneo, Taide, Mirra, intesi come esempio dello stravolgimento morale cui può giungere l’umanità stessa».
ANZIL GIOVANNI TOFFOLO – Anzil nasce nel 1911 a Monaco di Baviera, da una famiglia di emigranti friulani. Nel 1916 i suoi genitori ritornano in patria e si stabiliscono a Tarcento. Comincia a dipingere con impegno piuttosto tardi, verso i trent‘anni, influenzato anche dall’incontro con Fiorenzo Tomea.
Nel 1940 espone per la prima volta a Udine.
Nel 1945 firma con Fiorenzo Tomea, Ugo Canci Magnano, Luigi Rapuzzi, Edoardo Devetta, Giuseppe Zigaina e Virgilio Guidi il Manifesto per un’arte classica moderna, che sostiene una visione più oggettiva della realtà. Diviene quindi uno degli esponenti più originali del realismo friulano. Nascono così quadri come ”Memorie della Resistenza” e ”Dopo la fucilazione”, che dimostrano anche come il pittore friulano abbia in un certo senso precorso il movimento neorealista (che, a parte Guttuso e pochi altri, in Italia si avvia verso gli anni 1947/48 ) e nello stesso tempo se ne sia distaccato, procedendo per conto suo, immune da suggestioni estranee a quella che è la sua esperienza diretta del mondo, la vita contadina. Dopo il 1955 qualcosa cambia nella sua pittura. C’è, infatti, in Anzil, una vena di surrealismo rustico che lo spinge al gusto del simbolismo tragico-grottesco, delle visioni sabbatiche.
Più tardi, dopo il 1960, Anzil si dedica con intensità al paesaggio e alla figura. Non è un recupero realistico, ma al contrario, è la volontà di staccarsi dalla vita reale, immergendosi nella natura “per dimenticare i torti della storia”.
Anzil ha esposto in molte mostre personali e collettive. Ricordiamo la Biennale Internazionale di Venezia, quella di Berlino, la Quadriennale di Roma, le mostre della Pittura Italiana a Caracas, Bucarest e nei musei della Germania, la mostra Momenti del Realismo a Jesolo, il premio Suzzara, il premio Michetti, il premio Marzotto, le Biennali Trivenete di Padova, Tarcento, Portogruaro, la rassegna Arte e Mondo Contadino a Torino e molte altre.
Dal 1986 al 1988 lavora sulla Divina Commedia di Dante Alighieri, nel 1988 viene pubblicato il volume Il Dante di Anzil. Le opere vengono esposte a palazzo Frisacco, in Tolmezzo nel 1988.
Nel 1990 l’antologica a Villa Varda di Brugnera (PN).
Nel 1995 importante personale a Villa Manin di Passariano.
Muore a Tarcento in provincia di Udine, nel 2000.
Nel 2005 mostra a Tolmezzo.
A Pordenone, nel 2010, alla Galleria Sagittaria “Anzil gli anni 60′ e opere inedite 1935/1990“.
Nel 2011 a cent’anni dalla nascita, due mostre omaggio: una a Cividale del Friuli “I Personaggi di Anzil” e una a Gemona del Friuli “Anzil. Il Silenzio Eloquente”.
www.centroculturapordenone.it/cicp
Comunicato Stampa