Proseguono nei laboratori della Zoic gli step di lavorazione sui reperti di Big John, l’enorme triceratopo che i paleontologi della ditta triestina stanno estraendo pezzo pezzo dalle camice di gesso arrivate nelle scorse settimane dagli Stati Uniti. Si lavora incessantemente per riportare “in vita” lo scheletro di questo gigantesco esemplare di dinosauro cornuto: a breve gli esperti triestini potranno avere la conferma delle esatte dimensioni dell’animale, che da subito si è profilato come uno dei più grandi triceratopi mai rinvenuti prima. Si ritiene che gli esemplari più imponenti di Triceratopo potessero raggiungere una lunghezza complessiva di quasi 9 metri con il cranio pari ad un terzo della lunghezza dell’intero animale: per questo si può stimare che Big John, con il suo cranio di oltre 2 metri e mezzo di lunghezza e i quasi 2 metri di larghezza, si posizioni tra quelli più grandi ad oggi ritrovati.
I resti di questo gigante del Cretaceo-Paleogene (circa 65-95 milioni di anni fa) – scavato in un ranch del Montana negli Stati Uniti erecentemente acquisito dalla Zoic allo stato grezzo nei blocchi di bende gessate che ne custodiscono le ossa – sono in fase di ripulitura e lavorazione attraverso un work in progress raccontato al pubblico con una serie di video proposti settimanalmente sui social dedicati a Big John.
In attesa di poter aprire le porte del nuovo show room allestito appositamente per il montaggio e l’esposizione di Big John, gli esperti della Zoic continuano a raccontare passo passo online le varie fasi di ricostruzione di questo bestione erbivoro con le tre corna e la testa corazzata. Caratteristica distintiva del cranio dei triceratopi – uno dei più grandi e appariscenti di qualsiasi animale terrestre – è proprio ilgrande collare osseo, ovvero la corazza, e le tre corna, due sopra gli occhi e un terzo, più piccolo sopra le narici.
La novità di questi giorni è l’arrivo dei denti che erano sparsi nella matrice e che sono stati fatti preparare da un collaboratore di Roma, particolarmente specializzato nel restauro di questi reperti. Si tratta senza dubbio di denti di triceratopo, dalla fattura assolutamente inconfondibile, che saranno adesso posizionati nel dentale destro.
«Stiamo vedendo emergere con sempre maggiore chiarezza il tri-ceratopo, ovvero le tre corna» – spiega il responsabile della Zoic Flavio Bacchia nel quarto video che racconta l’avanzamento dei lavori. «Stranamente, rileviamo che ha il corno frontale, quello posizionato sul naso, molto piccolo. Questo in sé non vuol dir nulla, potrebbe essere una normale variazione, una comune differenza tra esemplari, così come potrebbe essere dovuto all’età dell’animale. A breve faremo la sezione di un osso particolarmente lungo e la faremo analizzare – come è stato fatto in passato per i nostri dinosauri locali, Antonio e Bruno, scavati al Villaggio del Pescatore – per risalire all’età del nostro Big John. Questo ci aiuterà a capire se la natura, le dimensioni, la morfologia generale dell’animale sono sue peculiarità o magari queste caratteristiche sono dovute al fatto che era un esemplare molto vecchio».
Per procedere correttamente nel lavoro di posizionamento dei reperti è stata stampato – come si vede nel video – un ingrandimento dell’immagine della colonna vertebrale, utile anche a misurarne le dimensioni via via che vengono collocate le vertebre e avere così una prima ipotesi non solo sul cranio, ma anche sulla lunghezza totale. «Stiamo posizionando le vertebre – prosegue Bacchia – quelle in lavorazione e quelle parzialmente già lavorate: la prima cosa che abbiamo subito evidenziato è che l’ingrandimento della colonna che abbiamo ipotizzato non è ancora sufficiente: l’esemplare è più grande delle nostre stesse aspettative e raggiunge di certo almeno gli otto metri. Insomma, si tratta senza dubbio di un “signor triceratopo”!»
Comunicato stampa